INNER_SPACES #3 - A Milano torna il Cinacusmonium per Orson Welles
Lunedì 6 ottobre, dopo tre anni di silenzio, ritorna al San Fedele di Milano il
Cinacusmonium, la proiezione di un film culto abbinato all’ascolto spazializzato del suono attraverso l’acusmonium Sator, che viene controllato in tempo reale da un interprete. San Fedele Cinema e San Fedele Musica si uniscono all’interno della rassegna di musica elettronica e arti audiovisive
Inner_Spaces per proporre in versione originale sottotitolata in italiano una delle opere più audaci e visionarie di Orson Welles, Touch of Evil (L’infernale Quinlan). Girato in gran parte di notte al confine tra Stati Uniti e Messico, è un viaggio più che mai attuale ai margini dell’ambiguità del mondo, un’analisi feroce del potere, della corruzione e della manipolazione della verità.
IL FILM
Nel quarantesimo anniversario della scomparsa di Orson Welles (1915–1985), rendere omaggio a una delle sue opere più audaci e visionarie significa restituire attenzione a un capolavoro che, per troppo tempo, è rimasto escluso dalla storia ufficiale del cinema. Touch of Evil (1958) è molto più di un noir di fine stagione: è un film spartiacque, un’opera crepuscolare che annuncia la dissoluzione del genere e, al tempo stesso, il suo superamento.
La vicenda ruota attorno a un'indagine di polizia in una cittadina di confine, ma sotto l'apparente meccanismo del thriller si cela un'analisi feroce del potere, della corruzione e della manipolazione della verità. Al centro del film si erge la figura del capitano Hank Quinlan, interpretato dallo stesso Welles: un uomo torvo, obeso, consumato dal cinismo e dalla sua stessa idea di giustizia, capace di sacrificare l’etica sull’altare dell’efficienza. La sua opposizione al giovane ispettore messicano Vargas (Charlton Heston) mette in scena un dramma morale che non si risolve nella contrapposizione tra buoni e cattivi, ma si addentra in zone grigie di straordinaria complessità.
Le innovazioni formali di Touch of Evil sono tuttora stupefacenti. Il piano sequenza iniziale, lungo oltre tre minuti, è diventato leggendario per la sua fluidità e per la capacità di creare tensione narrativa senza alcun dialogo. Ma, più in generale, il film si distingue per un uso audace del montaggio, della luce e del suono: le ombre taglienti, le inquadrature sghembe e le ambientazioni notturne creano un’atmosfera di inquietudine che anticipa molte delle ossessioni del cinema moderno. La colonna sonora di Henry Mancini, con il suo mix di jazz, rumori ambientali e suggestioni latine, contribuisce a rendere ancora più ambigua la dimensione percettiva del racconto.
Per Orson Welles, Touch of Evil rappresenta l’ultimo confronto con il sistema hollywoodiano, che già lo aveva emarginato dopo Citizen Kane e The Magnificent Ambersons. Il film fu infatti rimontato senza il suo consenso dallo studio, e solo molti anni dopo è stato possibile ricostruire - grazie a un celebre memo di 58 pagine - una versione più vicina alla sua visione originale. Oggi, questa edizione restaurata ci permette di apprezzare appieno la coerenza e la radicalità dell’idea di cinema di Welles: un’arte non del compromesso, ma della tensione e dell’invenzione.
Presentare oggi Touch of Evil non è solo un atto di memoria, ma un gesto necessario per riflettere sul linguaggio cinematografico, sulla responsabilità dell’autore, sulla fragilità delle istituzioni e sulla persistente attualità del lato oscuro della giustizia. In un’epoca in cui i confini - geografici, morali, culturali - sono sempre più instabili, Welles ci invita a guardare in faccia l’ambiguità del mondo, senza illusioni ma con uno sguardo ancora profondamente umano.
IL LIVE MUSICALE
In apertura di serata, alle ore 19.00, viene proposto per la prima volta nel foyer dell’auditorium un live musicale, selezionato dalla open call lanciata a luglio da Inner_Spaces e Radio Raheem, che ha raccolto centinaia di proposte di artisti under 40. Un progetto che nasce per dare spazio a chi lavora con il suono in modo non convenzionale, portando nuove prospettive e linguaggi all’interno di Inner_Spaces, ed è solo la prima di una serie di collaborazioni con altri artisti e artiste che hanno aderito alla call. Ad accompagnarci sarà Rosso Polare, la cui ricerca intreccia elettronica sperimentale, ambienti elettroacustici e sensibilità ibride.
Rosso Polare è un collettivo in continua evoluzione che attinge da esperienze e influenze provenienti da ambienti diversi, tra cui la campagna italiana e la vita urbana, nonché dalla ricca biofonia, antropofonia e simbolismo del nord Italia. Questo crea un linguaggio sonoro unico che fonde registrazioni sul campo, folklore e manipolazione audio. Con un approccio radicato sia in una solida preparazione teorica che in una spontanea intuizione creativa, il gruppo esplora contro-narrazioni sulla rappresentazione del mondo animale. La loro ricerca mira a colmare il divario tra la musica prodotta dall'uomo e la bioacustica naturale, sensibilizzando gli ascoltatori sul legame intrinseco tra l'uomo e la natura.
25/09/2025, 08:15