È STATO MORTO UN RAGAZZO - Evento a Ferrara
Ferrara ricorda
Federico Aldrovandi, vent’anni dopo. Giovedì 25 settembre, anniversario della morte, la città commemora il giovane studente ferrarese ucciso da quattro agenti di Polizia nel 2005 con una serie di iniziative aperte al pubblico e gratuite: un incontro e a seguire la proiezione del docufilm “È stato morto un ragazzo” e l’intitolazione del giardino dell’Ippodromo alla memoria di Aldro.
“Ferrara ricorda Federico, a vent’anni dalla morte, con la realizzazione da parte del Comune di una serie di iniziative nate in collaborazione con il Comitato Federico Aldrovandi 2005-2025. Siamo vicini alla famiglia e a tutta la comunità ferrarese: la sua morte ha profondamente sconvolto la nostra città, creando un prima e un dopo che, grazie alla determinazione di due genitori, Patrizia e Lino, alla battaglia degli amici e a chi ha lavorato per far luce sul caso, è diventata voce contro i silenzi, giustizia e verità contro i soprusi” ha dichiarato il sindaco Alan Fabbri.
In occasione della conferenza stampa di presentazione degli eventi diffusi in città che dal 25 al 27 settembre ricorderanno Federico, per il Comune ha introdotto l’assessore Angela Travagli.
L’evento “20 anni per Federico” si svolgerà il 25 settembre al Cinema Apollo, a partire dalle 18, con saluti del sindaco Alan Fabbri, per poi proseguire in un incontro moderato da Piero Di Domenico (critico cinematografico del Corriere della Sera - Corriere di Bologna), che vedrà protagonisti Patrizia Moretti, mamma di Aldro, Andrea Boldrini e Nicola Scaglianti del Comitato Federico Aldrovandi 2005-2025, il giornalista Filippo Vendemmiati e Marcello Corvino (direttore artistico del Teatro Comunale di Ferrara), rispettivamente regista e produttore del documentario “È stato morto un ragazzo”, uscito nel 2010 per raccontare la vicenda del caso Aldrovandi. Attraverso una vera e propria testimonianza collettiva e grazie alla ricerca e alla raccolta di numerosi documenti originali, spezzoni di inchiesta, filmati d'archivio, il film mette in fila uno dietro l’altro gli aspetti della morte di Federico Aldrovandi e dell’inchiesta nata dalla battaglia della famiglia e degli amici per avere verità e giustizia (proiezione dopo l’incontro, in sala 1).
“Il docufilm di Filippo Vendemmiati è nato affinché questa vicenda non venisse insabbiata. Volevamo creare un film, oggettivo, basato sui documenti e sulla narrazione dei fatti, che costituisse un documento utile dopo la sentenza di primo grado, per informare l’opinione pubblica su come erano andati i fatti. Insieme al regista mi sono esposto a un rischio giudiziario enorme. Ma ieri, come oggi, eravamo convinti della fondatezza delle prove e delle testimonianze, sapevamo di essere dalla parte giusta e di star combattendo una battaglia civile, e così è stato. Inoltre, ‘È stato morto un ragazzo’ ha il grande merito di raccontare quanto sia efferato un gesto insensatamente violento come quello accaduto a Ferrara il 25 settembre 2005, che ha strappato un diciottenne dall'affetto dei suoi familiari, dei suoi amici, dalla sua vita di giovane uomo. Credo che il buon giornalismo, unito alla sensibilità con cui viene trattata la vicenda umana di Federico, siano stati i motivi per cui il docufilm ha riscosso un così grande successo e ancora fa parlare di sé”, ha dichiarato il produttore Marcello Corvino.
Alle sue parole si aggiungono quelle di Filippo Vendemmiati: “Mi sono chiesto che senso avesse riproporre la sua storia e rinnovare anche il dolore che questa vicenda provoca. Ho trovato almeno due buoni motivi. Il primo riguarda la giustizia: ancora oggi non sappiamo – e forse non sapremo mai – perché quattro agenti, due pattuglie, abbiano “bastonato di butto un ragazzo per più di mezz’ora”, come uno di loro dichiarò in aula. Su questo rimane un enorme vuoto, dovuto agli insabbiamenti e ai tentativi di impedire che si arrivasse alla verità. In pochi ricordano il clima che si respirava in città nei primi anni della ricerca di giustizia per Aldro: una spaccatura profonda, che si rifletteva anche nelle oltre settanta udienze di tribunale, con il pubblico rigidamente diviso tra amici di Federico e poliziotti. Lo stimolo a capire e a non tacere arrivò da fuori, travolgendo una città che allora restava silenziosa. Il secondo motivo è legato al presente: la rinascita del Comitato. Trovo sia un gesto bellissimo per ricordare Federico e spero che la città partecipi a queste importanti iniziative”, ha concluso il regista Vendemmiati.
Il documentario è stato presentato a Venezia nel 2010 alla 67° Mostra internazionale del cinema e ha ottenuto il premio come miglior documentario al Bif&st Bari International Film Festival nello stesso anno e il David di Donatello come miglior documentario lungometraggio nel 2011.
Al termine della proiezione del documentario, la cittadinanza è invitata alle 21 ad un momento di ricordo all’Ippodromo. Durante il sit-in di raccoglimento, illuminato dalla luce delle fiaccole, alla presenza delle autorità, si terrà la cerimonia di intitolazione dell’area verde tra via Ippodromo e via Poletti, che diventerà Giardino Federico Aldrovandi.
“Grazie al Comune, a Filippo Vendemmiati e a Marcello Corvino per aver creduto nel film, che rimane un documento storico importantissimo perché non solo ricostruisce la storia di Federico, ma anche quell'indagine sulla sua morte che si è svolta solo durante il processo, perché fino a quel momento il fascicolo sulla sua uccisione era desolatamente vuoto. Un documentario pieno di anima e cuore che ha vinto tanti premi, tra cui il David di Donatello, proprio per l'emozione e il senso di speranza che trasmette. È un'inchiesta che si è svolta nelle aule di tribunale e questo denota la mancanza di professionalità di chi allora se ne sarebbe dovuto occupare. L'intitolazione del Giardino a Federico è importante, perché è il luogo che ha visto i suoi ultimi istanti di vita. Sarà un ricordo, quindi, della sua vita e sarà un luogo che vedrà passare molti studenti e chi ancora non conosce la sua storia potrà interessarsene e costruire magari qualcosa in futuro”, queste le parole di Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi.
Il programma organizzato dal Comitato Federico Aldrovandi 2005-2025 è ricco di eventi, attività e momenti di confronto, specialmente dedicati ai giovani.
“Da vent’anni per noi questo è il mese di Federico, quello in cui lo abbiamo perso durante un fermo di polizia, il 25 settembre 2005, e quello in cui tante volte abbiamo scelto di ricordarlo con incontri, concerti, eventi sportivi, manifestazioni. Per noi che lo abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto bene, come per tutte le persone che ci hanno sostenuto nella lunga richiesta di verità e giustizia, l’anniversario di questo 2025 è speciale: a vent’anni di distanza Aldro non è più solo un ricordo, ma una battaglia politica. La memoria non è per noi un gesto rituale, ma un modo concreto per indurre un cambiamento reale, per una nuova cultura della sicurezza, contro la violenza di stato e l’impunità” hanno dichiarato Andrea Boldrini e Nicola Scaglianti del Comitato Federico Aldrovandi 2005-2025.
23/09/2025, 15:01