PERSO 11 - A Perugia dal 26 settembre all'8 ottobre
Il mondo brucia e il cinema che può fare? Può fare poco, come diceva Godard, ma qualcosa può fare. In tempi di fake news, di archivi ricreati con l'AI, di post-verità, il cinema può riaffermare l'esistenza del reale. È questo l'obiettivo principale di un festival di cinema documentario come il
PerSo, giunto all'11a edizione, che si terrà nel capoluogo umbro dal 26 settembre all'8 ottobre 2025.
Il
PerSo – Perugia Social Film Festival, evento internazionale dedicato al cinema documentario, torna con un'edizione ricca di eventi, approfondimenti e ospiti. La manifestazione, che da sempre si pone come vetrina e megafono di storie, istanze e questioni che arrivano dalle diverse aree del mondo, ha l'obiettivo di mostrare al pubblico italiano il meglio del documentario prodotto a livello globale, in una selezione ufficiale che in questo 2025 vede 53 film provenienti da 27 Paesi, tra cui 13 film in anteprima italiana o mondiale. Con ben 29 titoli italiani, il 53,7% delle proiezioni in programma.
Due le categorie di concorso principali:
PerSo Award, concorso internazionale di film documentari, con 9 titoli in competizione, e il
PerSo Short Award: concorso internazionale di cortometraggi documentari, con 11 corti selezionati.
Ed è questa irriducibile esistenza del reale che connota tutti i film del P
erso Award, da "
Landscape and the Fury" di Nicole Vögele, dove in un paesaggio bellissimo al confine tra Bosnia e Croazia emergono sia le figure dei migranti che gli squarci della guerra nella ex-Jugoslavia, a "
The Bare Faced Clown" del brasiliano Camilo Cavalcante, in cui il regista e il clown protagonista si ritrovano faccia a faccia con l'ascesa mediatica di Bolsonaro. Entrambi questi titoli sono in anteprima italiana, così come diversi altri film selezionati al
Perso Award, da "
Summer Camp" dello svizzero Mateo Ybarra, un tenero teen-movie sugli scout che dà un momento di sollievo rispetto all'impazzimento del mondo, a "
Jankee" della regista messicana Yamel Thompson, che mette in scena la sua imprevista storia d'amore con un ragazzo cubano, fino a "
Kickoff" di Roser Corella e Stefano Obino, in cui in un paesino del Kirghizistan un gruppo di donne organizza un torneo di calcio. Sono tre titoli che, dietro l'apparenza di commedie e/o teen movie, ribadiscono però temi attualissimi e “reali”, come l'importanza dell'educazione delle giovani generazioni e il ruolo della donna. E le donne registe sono protagoniste della selezione del
Perso Award di quest'anno: su nove titoli infatti, ben cinque sono diretti da donne: oltre a quelli già citati, in programma ci sono "
I'm not Everything I Want to B"e di Klára Tasovská che, attraverso la figura della fotografa Libuše Jarcovjáková, ripercorre la storia della ex-Cecoslovacchia sotto il dominio dei sovietici, e "
Billy" di Lawrence Côté-Collins in cui, in maniera simile a Jankee, la regista mette in scena il rapporto con il suo protagonista, solo che in questo caso il Billy del titolo è un ragazzo schizofrenico autore di due omicidi. A chiudere il concorso due film italiani: "
Toro" di Rocco Di Mento, una malinconica commedia ambientata nientemeno che a Salò, e "
Gen_" di Gianluca Matarrese, dove il generale senso di avvilimento per quel che succede nel mondo viene risollevato dalla presenza di un personaggio straordinario, il dottor Maurizio Bini, che si occupa di fertilità e affermazione di genere e ci mostra che un altro mondo è, forse, ancora possibile.
Ma in questo momento storico è Gaza il luogo in cui il mondo brucia più che altrove, con un genocidio in atto nei confronti del popolo palestinese. E, rispetto alle testimonianze da instant movie che si stanno facendo giustamente strada, al
Perso sarà mostrato un film comunque fortemente emotivo, ma allo stesso tempo più storico: "
Control Anatomy", in concorso nella sezione
Short. Diretto dal palestinese Mahmoud Alhaj, il film riflette sulla condizione del suo popolo, oppresso e sorvegliato da Israele in un mortale abbraccio tra occhio delle videocamere e mirino dei fucili e dei carriarmati. Anche "
Control Anatomy" è in anteprima italiana, come d'altronde, sempre per restare agli
Short, "
The Last Day" dell'egiziano Mahmoud Ibrahim, che mette in relazione l'abbattimento della sua casa con la distruzione delle case palestinesi da parte di Israele, "
Perishable Idol" di Majid Al-Remaihi, dove un archeologo vaga tra le rovine dell'isola di Failaka, al largo delle coste del Kuwait, in un'atmosfera tra il fiabesco e l'orrore del reale, "
Nsala" di Mickael-Sltan Mbanza, in cui viene mostrata la terribile continuità dello schiavismo in Congo, mentre "
Completely Different, Exactly the Same" di Marianna Giorgia Marchesini è in anteprima mondiale e mette in scena una situazione simile a quella di "
Landscape and the Fury", con però al centro una importante figura di femminista, Sabina Talović che, dopo aver affrontato la guerra nella ex-Jugoslavia, sostiene e difende i migranti in transito sulla rotta balcanica.
Gli altri titoli della selezione del
Perso Short dialogano su questi stessi temi, come ad esempio la questione dell'abitare e dell'esilio, che troviamo sia in "
Maio" di Claudio Carbone, ambientato nella periferia portoghese dove la povera gente viene cacciata di casa perché non è più ben accetta nell'ottica neocapitalistica, sia in "
Displaced" di Nagham El-Khoury, in cui la madre della regista racconta il suo forzato allontanamento dal Libano ai tempi della guerra civile, e come anche la terribile situazione del popolo congolese, mostrata oltre che nel già citato Nsala, anche in "
Seeds From Kivu" di Néstor Lòpez e Carlos Valle: un gruppo di donne è posto di fronte al dilemma se accettare o meno i bambini che hanno partorito a seguito di stupri subiti da bande armate. E qui appare tra i protagonisti, come in "
Gen_", il vero personaggio di un medico che non è sbagliato definire eroico, Joseph Mukege, come a segnalarci che in un mondo malato, la medicina resta l'ultima risorsa.
Il cinema può poco, dicevamo all'inizio. Ma il cinema può testimoniare e può darci delle fondamentali indicazioni su cosa è reale e su cosa non lo è, su chi gestisce il potere delle informazioni e dell'immaginario. Così, correlati a "
Control Anatomy", sono in programma "
Sixty-Seven Milliseconds" di fleuryfontaine (anch'esso in anteprima italiana per un totale di sei anteprime su undici corti) che mette in scena attraverso la CGI la crudeltà della polizia francese, "
09/05/1982" di Jorge Caballero e Camilo Restrepo, che prima testa e poi smaschera le immagini create con l'Intelligenza Artificiale e "
Le prime volte" di Giulia Cosentino e Perla Sardella che a sua volta scava nelle immagini d'archivio sottraendole allo sguardo maschile.
Ospite d’eccezione
Nicolas Philibert (1951) regista di documentari di fama internazionale, ha costruito, film dopo film, un’opera lontana dai sentieri battuti, che unisce poesia, humour, impegno e che lascia ampio spazio all’immaginazione e agli incontri. Inizia come assistente alla regia per René Allio e Alain Tanner, firmando nel 1978 La Voix de son maître, che suscita ampi dibattiti politici. Il suo cinema, fondato su uno sguardo discreto e partecipe, esplora comunità e istituzioni, dando voce a mondi spesso invisibili. Nel 2023 riceve l’Orso d’oro alla Berlinale con Sur l’Adamant, consacrando un percorso che ha reso il documentario uno strumento di conoscenza, ascolto e umanità. I film Averroès & Rosa Parks e La macchina da scrivere e altri disastri che saranno proiettati al PerSo, completano la trilogia - avviata con Sur L’Adamant - sul disagio psichico e Nénette, film pluripremiato del 2010 che siamo felici di riproporre al pubblico del PerSo.
Luca Ferretti e
Giovanni Piperno, direttori artistici del
PerSo Film Festival: “
Sembra passato molto tempo in questo solo anno: la vita culturale, sociale e politica è stata scossa dall'incalzare di eventi tragici - su tutti il genocidio in atto in Palestina - e dalla percezione comune di una sfera pubblica diventata distopica, che spinge tutti, e noi operatori culturali in modo particolare, a una riflessione radicale sulle fondamenta etiche del nostro pensare e agire. L'11a edizione del PerSo, attraversata da questa urgenza del presente, conferma la sua vocazione di festival che intreccia contemporaneità, arte, momenti di comunità e originalità di pensiero. Il format del Festival, costruito in questi anni e costantemente rimodulato, promuove i nuovi sguardi della cinematografia del reale più recente, voci dalla marginalità, narrazioni che restituiscano la complessità del reale, così come gli approfondimenti sul lavoro di registi già noti, ma che non hanno ancora smesso di sperimentare. Dopo Pietro Marcello e Leonardo Di Costanzo - entrambi quest’anno in concorso a Venezia - ospitiamo in questa edizione Nicolas Philibert. Il cinema del reale diventa così una “luce”, non per illuminare false certezze, ma per continuare a cercare l'umano anche nelle situazioni più disumane. Siamo grati a tutti gli autori delle opere in programma, all'ampio staff che anima il PerSo e al pubblico che si riconosce nei nostri percorsi di scoperta e riflessione: senza di loro questo evento non sarebbe possibile”.
17/09/2025, 16:15