VENEZIA 82 - Pessina: "L'Incanto tra il cinema Odeon e Pupi Avati"
Presentato a Venezia nella sezione Confronti delle Giornate degli Autori,
L’INCANTO di Tomaso Pessina è un documentario d’autore che parte dalla chiusura del Cinema Odeon di Milano per raccontare — con la voce e la presenza di Pupi Avati — una storia più ampia sul cinema, la memoria e... l’incanto che ancora oggi il cinema può generare.
Al centro del film c’è il desiderio di capire cosa sia davvero “l’incanto”: una forza invisibile che lega chi fa i film, chi li guarda, e i luoghi – sempre più fragili – dove quella magia si manifesta.
Un viaggio personale e visivo tra memoria, appartenenza e immaginario collettivo, dove le conversazioni private con Pupi Avati si alternano a materiali d’archivio, momenti di backstage, e si intrecciano alle sequenze originali dei suoi film, che qui incontrano una nuova vita: l’animazione. Sequenze iconiche del cinema di Avati vengono reinterpretate attraverso la tecnica del Rotoscoping, con illustrazioni originali realizzate dall’artista Elisabetta Bianchi. L’animazione non serve solo a “decorare” l’immagine, ma a creare nuove visioni e nuove strade personali alla meraviglia che quei film ci hanno suggerito. Per raccontare non solo un autore, ma il potere stesso del cinema di incantare e trasformare.
“Il Cinema Odeon di Milano così come era, così come io l’ho frequentato da quando ero bambino, ha chiuso nell’estate del 2023 - racconta il regista Tomaso Pessina. Il cinema è stato progettato e costruito nel 1929 dal mio bisnonno, Aldo Avati, uno degli architetti più in vista di quegli anni. Quando ero bambino si andava con Nonna e famiglia al cinema Odeon: quello del ‘nonno nonno’. Sempre quando ero bambino una volta l’anno, circa, si andava al cinema a vedere il nuovo film di Pupi Avati. Un po’ la gloria della famiglia. Allora Pupi non l’avevo mai conosciuto né incontrato. Ma il suo cinema sì. Iniziava a germogliare. Poi è successo che io mi sono innamorato del cinema e che, poi, ho finito per lavorare al fianco di Pupi per molti anni.
Il film parte dall’occasione narrativa della trasformazione del cinema Odeon, passa attraverso percorsi tra luoghi e volti familiari nel cinema di Avati, e si chiude con le immagini della Mostra del Cinema di Venezia dell’anno scorso. Ed è bello che proprio a Venezia questo film veda la luce - prosegue il regista. In questo meraviglioso carrozzone che è la Mostra, dove tutto sembra sempre più grande di noi, questo è un cerchio che si chiude. Il film è fatto di cerchi che si chiudono: tra chi il cinema lo fa, Pupi Avati, e chi lo vive, tra la sala buia, il cinema Odeon, e i ricordi di famiglia. Perché alla fine il cinema è questo: memoria, invenzione e appartenenza. Questo è un film personale, ma non è un film su di me, è un film su Pupi, un film sull’Odeon, ma soprattutto è un film sull’incanto. E l’Incanto è (anche) il cinema.
L’incanto è prodotto da Elena Pedrazzini e Tomaso Pessina, una produzione Twin Studio.
La Twin Studio è una casa di produzione e agenzia creativa di Milano, fondata nel 2012 da Elena Pedrazzini - imprenditrice di prima generazione, formatasi tra l’Italia e l’America - e il regista e sceneggiatore Tomaso Pessina. Il film è stato realizzato grazie al lavoro di squadra di tutto il team della società, costituito principalmente da donne, che segue i progetti in tutte le fasi di lavoro, dall’ideazione alla realizzazione e alla postproduzione. Tra i progetti realizzati in ambito cinematografico, oltre al film documentario L’incanto di Tomaso Pessina, dello stesso regista ha prodotto il film Emilio Vedova, dalla parte del naufragio sulla figura artistica di Emilio Vedova, uno degli artisti italiani più significativi del Novecento, con la partecipazione straordinaria di Toni Servillo (presentato alle Giornate degli Autori nel 2019 e nominato nella cinquina dei finalisti ai Nastri D’Argento nel 2020).
03/09/2025, 18:47