VENEZIA 82 - Castaldo: "Mi affascina
il mondo interiore delle persone"
Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 82 in Venice Production bridge, e in apertura a Ortigia film festival, il cortometraggio “
In Re Minore”, di Antonio Maria Castaldo e Gianluca Grazini, ambientato nei giorni successivi al terremoto dell’Aquila del 2009, che racconta la storia di Alberto, un vigile del fuoco che, durante i soccorsi, si trova a fare i conti con un trauma mai superato. Il titolo fa riferimento a Mozart, a quella tonalità che il compositore definiva “del dolore”, riflettendo in pieno lo spirito del corto. Ne abbiamo parlato con il regista Antonio Maria Castaldo.
Da dove nasce l’idea di associare un trauma personale a una tragedia collettiva come quella dell’Aquila?
“Io amo raccontare piccole storie che in realtà parlano della grande storia. È un’esigenza poetica: cercare di dare voce a sentimenti universali. In questo caso mi è stato chiesto di lavorare sul terremoto dell’Aquila – inizialmente doveva essere Rigopiano – e la sfida era evitare una narrazione scontata o istituzionale. Ho raccolto le testimonianze di chi aveva vissuto quei momenti e mi ha colpito la storia di un vigile del fuoco che, dopo aver perso la famiglia sotto le macerie, ha deciso di specializzarsi nella ricerca di persone intrappolate. Per lui era un modo di affrontare il trauma. Da quella figura è nato il corto”.
Nel corto il silenzio ha un ruolo centrale...
“Mi affascina molto il mondo interiore delle persone, soprattutto quando non si esprime subito. Con Gianluca Grazini volevamo un protagonista che avesse dentro di sé un blocco. Il suo silenzio diventa un segnale per lo spettatore. Inoltre, amo il cinema d’immagini, quello che comunica più con lo sguardo che con le parole. E il contrasto era interessante: il rumore caotico del terremoto da una parte, il silenzio del personaggio dall’altra”.
Anche gli oggetti sembrano avere un significato, penso al trofeo. Io l’ho interpretato come simbolo di serenità perduta.
“Esatto. Quel trofeo racchiude l’idea di una vita serena, di un passato che non c’è più. Abbiamo immaginato il protagonista come uno sportivo, uno che andava in bicicletta in montagna: una dimensione individuale, che rispecchia la sua interiorità”.
Come ti sei documentato per unire dimensione personale, collettiva e finzione?
“Per me il terremoto è sempre stato un tema molto forte, anche biograficamente: sono nato tre giorni prima del sisma in Irpinia e me lo sono portato dietro come una sorta di marchio. L’Aquila, in particolare, è stato il terremoto della coscienza, vissuto da adulto. Ho consultato video e foto dei vigili del fuoco e ho raccolto molte testimonianze dirette. Non mi pare che in Italia si sia mai mostrato davvero cosa significa stare sotto le macerie: ho cercato di raccontarlo nel modo più realistico possibile”.
A livello tecnico, che difficoltà hai incontrato?
“Grazie alla collaborazione con i vigili del fuoco abbiamo potuto girare nel campo macerie di Roma, dove si addestrano con i cani. Lì abbiamo ricreato ambienti sotterranei. Non è facile rendere visivamente cosa accade sotto le macerie, ma credo sia stata una scelta importante. Le interviste con i cinofili, che hanno vissuto esperienze incredibili, sono state fondamentali: storie di tante vite perse, ma anche di molte persone salvate”.
Pensate di sviluppare questa storia in un film lungo?
Questo corto è il secondo di una trilogia sull’empatia. Il primo è “Gli Elefanti”, presentato a Pesaro, nato da un vero intervento dei vigili del fuoco ad Arezzo. Parla di un uomo che, dopo aver perso la moglie, sceglie di togliersi la vita. I pompieri lo trovano e attraverso piccoli dettagli – fotografie, radiografie – scoprono la sua disperazione. È un film sull’empatia, sull’aiuto reciproco, che ha avuto un percorso festivaliero molto ricco, con oltre 30 premi. Mi ha insegnato che non è la bellezza a salvare il mondo, ma la capacità di mettersi nei panni degli altri. Ed è questo che cerco sempre di raccontare: non i pompieri in sé, ma l’umanità, la fragilità che si cela dietro ogni storia. Il terzo è ancora da scrivere. Parallelamente stiamo lavorando a una bozza di serie tv dedicata ai vigili del fuoco. Per ora non c’è ancora un produttore o una piattaforma, ma credo che i tempi siano maturi.
03/09/2025, 08:08
Caterina Sabato