Note di regia di "Restare" di Fabio Bobbio
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Restare" è un coming-of-age contemporaneo che coniuga gli stilemi del film d’autore
tipicamente europeo a quelli del nuovo cinema rurale americano.
Questa doppia ispirazione sottolinea il contrasto tra il mondo interiore dei protagonisti e l’ambiente fisico e umano che li circonda, assumendo un ruolo narrativo centrale come estensione e riflesso delle loro inquietudini.
Il film ruota attorno al rapporto tra due ventenni, Sara e Denis, ritratti in un momento di passaggio verso la vita adulta. Sono figure archetipiche della loro generazione: pur vivendo in una provincia isolata e apparentemente immobile, hanno il mondo a portata di smartphone. Questo esaspera il contrasto con la realtà che li ancora – concreta, circoscritta, lontana dal dinamismo urbano – generando un conflitto esistenziale tra possibilità e limite, desiderio di fuga e bisogno di radicamento.
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Restare" racconta il desiderio di lasciarsi alle spalle il contesto che ci definisce e, insieme, la volontà di conservar l’essenza delle proprie radici.
Sara incarna la spinta all’emancipazione e alla coscienza di sé; Denis, al contrario, fatica a immaginarsi altrove rispetto a un contesto che lo trattiene e lo protegge. Al centro della storia emerge intenso, seppur concentrato sul qui e ora, il rapporto tra i due protagonisti, la cui natura – sentimentale, di amicizia o familiare – è volutamente lasciata fuoricampo. Da qui la volontà di scegliere due interpreti, Yile Yara Vianello e Zackari Delmas, dalla marcata somiglianza fisica e dalle caratteristiche recitative complementari.
Il cortometraggio nasce dall’osservazione della realtà di provenienza dei due autori - Fabio Bobbio e Zelia Zbogar cresciuti nelle provincie del nord Italia - e dalla volontà di confrontarsi con elementi autobiografici condivisi, come il senso di appartenenza e la separazione. È nel modo in cui raccontano questa tensione - minuta e universale - che il film trova la sua forza: in un linguaggio sobrio e intimo, per una storia generazionale ambientata in un contesto rurale poco esplorato dal cinema italiano, dove le fratture interiori e le tensioni silenziose emergono attraverso corpi, luoghi e silenzi, lasciando spazio alla sensibilità dello spettatore.
Fabio Bobbio