VENEZIA 82 - LA SALITA di Massimiliano Gallo
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La Salita" è l'esordio alla regia per
Massimiliano Gallo, presentato alle Giornate degli Autori, su una storia poco nota della vita di Eduardo De Filippo. Con Roberta Caronia, Mariano Rigillo, Shalana Santana, Antonio Milo, Gianfelice Imparato, Maurizio Casagrande. Una produzione Panamafilm, F.A.N. con Rai Cinema.
Il legame del drammaturgo
Eduardo De Filippo con Napoli non è stato vincolato solo dalla nascita, dal sangue, dal teatro, ma da un profondo amore per la gente e in particolare per i giovani, soprattutto i più problematici. Di questo parla il film “La salita”, esordio alla regia dell’attore Massimiliano Gallo, ambientato nel 1983 nel carcere minorile di Nisida, dove presto giungono alcune detenute del penitenziario femminile di Pozzuoli a causa di alcune lesioni dovute al bradisismo che ha portato alla chiusura provvisoria. Una convivenza che all’inizio si rivela problematica, ragione per cui il direttore del carcere (Gianfelice Imparato), per tenere tutti occupati, decide di realizzare un progetto rimandato da tempo: ristrutturare il teatro del carcere e fondare una scuola di recitazione diretta proprio da Eduardo De Filippo e dagli attori della sua compagnia. Un incontro e un’esperienza che cambierà la vita di alcuni detenuti per sempre.
“Voi uscirete di qua… voi non volete, non dovete stare qua, vi supplico, non vi fate riportare alla vita criminale di prima, non permettete a nessuno di rovinarvi la vita, e se non trovate qualcuno che vi aiuti, figli miei, aiutatevi da voi”, con queste parole commosse un perfetto Mariano Rigillo nei panni di De Filippo si rivolge ai detenuti del carcere minorile di Nisida e alle detenute, spiegando loro che c’è sempre un’alternativa al crimine, che c’è un’altra vita oltre a quella che hanno sempre conosciuto. Insieme metteranno in scena il primo spettacolo teatrale in un Istituto penitenziario minorile italiano.
Un film garbato e appassionato il primo lungometraggio di Massimiliano Gallo, sceneggiato insieme a Riccardo Brun e Mara Fondacaro, che racconta le vicende dei protagonisti allontanandosi dalla narrazione esclusivamente spietata che caratterizza film e serie carcerarie (vedi il celebratissimo e patinato “Mare Fuori”) per darne una visione più umana. Come Emanuele, che uscirà a breve e non sa che strada prendere, solo al mondo, a parte una cinica zia; o come la dolente Beatrice (intensa la prova di Roberta Caronia), donna di mafia, che non trova pace dopo l’omicidio del figlio e medita vendetta. Un’umanità persa ma orgogliosa, passionale, ironica, votata alla commedia come solo il popolo partenopeo sa fare, capace di diventare “altro” sul palco, come dimostrano i detenuti durante il loro spettacolo di fronte agli occhi orgogliosi del grande Eduardo, rendendo sempre più chiaro il potere salvifico del Teatro, e dell’arte in generale.
Alternando la vita del carcere alle immagini suggestive di Napoli, accompagnate dalla colonna sonora di Enzo Avitabile, Gallo dirige un’interessante opera prima dalle atmosfere rarefatte, tra realtà, sogno e metateatro, fino al potente e catartico finale.
28/08/2025, 15:00
Caterina Sabato