Note di regia di "Piccola Storia di un Muro"
Il film muove le mosse da una domanda apparentemente criptica:
“Che cos’è la bellezza?”
È davvero una cosa così remota e inafferrabile?
Voci incerte tentano di barcamenarsi in una definizione.
La camera si muove in una Roma grigia, compressa, appiattita dall’eterno ripetersi della vita di quartiere: un secchio d’acqua vuoto e stagnante.
Inizialmente non riusciamo a comprendere bene chi sono e cosa fanno i nuovi arrivati. Con il dipanarsi del racconto le cose si faranno via via più chiare, le definizioni più calzanti, le riflessioni più definite. Sarà dunque con l’arrivo dell’arte figurativa prima, e di quella cinematografica poi, che il quartiere avrà una nuova luce, che il secchio d’acqua piatta verrà colorato da una colata di vernice, portando i due liquidi a compenetrarsi l’uno all’altro in maniera indissolubile.
Federico Braconi