MESSAPICA FILM FESTIVAL 7 - I vincitori
Terminata a Mesagne (BR) la settima edizione del
Messapica Film Festival (21 - 27 luglio 2025).
Il
Premio come Miglior Film è andato a "
Bird" di Andrea Arnold (UK, 2024), per "
la sua capacità rara di unire un’osservazione rigorosamente realistica del mondo degli adolescenti marginalizzati con un linguaggio visivo fortemente lirico e originale, presentandosi come un’opera inclassificabile ma proprio per questo dotata di vibrante vitalità. Il racconto della complessa crescita della dodicenne Bailey, intrappolata in una quotidianità segnata da povertà e instabilità affettiva, è tratteggiato da una regia esperta e sensibile che riesce a mantenere insieme, in armonia formale e senza contraddizioni, la forza del realismo sociale e la delicatezza della poesia, regalandoci un’immagine dell’adolescenza come ricerca: ricerca di sé, di un luogo sicuro, di una voce. Lo fa senza retorica, ma con una scrittura viscerale, dove ogni dettaglio visivo diventa veicolo di significato e speranza."
Una
menzione speciale è stata attribuita a “
Il seme del fico sacro” di Mohammad Rasoulof (Iran, 2024) per "
il coraggio e la sensibilità’, mai disgiunte da originalità filmica, con cui rappresenta un’intera società, quella iraniana, attraverso il microcosmo di una famiglia composta prevalentemente da donne. Con struggente acume e rinunciando a ogni schematismo descrittivo, il film costringe lo spettatore a confrontarsi con la repressione feroce e il regime di sospetti e paura messi in atto da chi detiene il potere. Controllo e ferocia che hanno portato, a partire dal 2022, alla novità assoluta di una rivolta guidata da donne, per lo più giovanissime. Si racconta che il fico sacro finisce per soffocare l’albero che gli dà sostegno. Nella complessità del racconto, tra progressiva involuzione del capofamiglia e crescente “presa di coscienza” dei personaggi femminili, il film racconta una resistenza sofferta e umanissima alla dinamica assassina del “Ficus religiosa” ed è egli stesso, anche per le circostanze della sua realizzazione, espressione concreta di questa resistenza che continua."
Una seconda
menzione speciale è andata a "
Vittoria" di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman (Italia, 2024) perché "
ci fa dono di una storia potente, mossa dall'irrazionalità del desiderio, tanto onirica quanto cruda e reale come fosse un documentario, narrata dalle voci e dai corpi di chi quella storia l'ha realmente vissuta e l'ha rimessa in scena, a due anni di distanza. Perché lo fa incastonando quella storia in un intreccio di storie altrettanto forti, che danno ulteriore profondità alla vicenda umana di Jasmine e Rino. Perché, soprattutto, l'abbraccio tra Rino e un padre e una figlia ci dona un finale memorabile, che dopo tanto disagio, tensioni, urla e paure ci riconcilia con la vita, perché quel che conta davvero è che "la bambina sta bene".
30/07/2025, 17:17