UZEDA - DO IT YOURSELF - Dal 7 luglio in streaming
Fare musica per passione, liberi da condizionamenti, senza obiettivi commerciali ma nonostante ciò – o forse soprattutto grazie a questa caparbia convinzione – ottenere fama e riconoscimenti internazionali. Dal demo inviato a Steve Albini, storico produttore discografico da poco scomparso, agli oltre 30 anni di carriera nella musica “indipendente”, gli Uzeda sono rimasti sé stessi, a Catania: il racconto della loro storia nel documentario “
UZEDA - Do It Yourself” di Maria Arena sarà da lunedì 7 luglio disponibile in streaming su OpenDDB.
Catania, 1987: dall’incontro tra i chitarristi Agostino Tilotta e Giovanni Nicosia (che ha lasciato la band nel 1995), il bassista Raffaele Gulisano, il batterista Davide Oliveri e la cantante Giovanna Cacciola, nasce la band. La storia è già tutta scritta nel nome: Uzeda, come la porta barocca che nella loro Catania si apre sulla piazza del Duomo. Una scelta che rivela l’inscindibile legame con la propria città e la propria terra, la Sicilia, crocevia di culture mediterranee nel quale però non ti aspetteresti di incontrare questi suoni ruvidi e contorti, sofferti e oscuri. Amano la musica e crescono ascoltando i suoni che arrivano da oltreoceano grazie ai dischi importati da Dante Maiorana per la radio catanese CTA, suonano nei garage, in posti improbabili in giro per l’Italia varcando continuamente lo stretto di Messina su uno sgangherato furgone rosso. La svolta arriva nel 1991 grazie all’incontro con Steve Albini, musicista e ingegnere del suono fra i più importanti della scena alternativa americana (e chitarrista con gli “Shellac”), che producendo il loro secondo album “Waters” entra subito in perfetta sintonia col loro suono riuscendo a esaltarne tutte le caratteristiche, tanto da attirare l’attenzione del noto dj inglese John Peel che nel 1994 invita la band a registrare due session negli studi della BBC, unico caso nella storia del rock italiano insieme alla PFM. Invitati a suonare un po’ in tutto il mondo, alla fine di ogni tour tornano sempre a casa, a Catania, all’ombra dell’Etna. Agli impegni e ai rituali della vita quotidiana, in attesa che la musica ancora una volta trasformi ogni cosa in magia.
Presente e passato, dolori e gioie, pause e ripartenze si susseguono nella narrazione, con la presenza del produttore Steve Albini (tra i produttori di album di band come Nirvana, Pixies, PJ Harvey , Slint, Jesus Lizard, e molte altre) a scandire i tempi dell'intera vicenda, spirito libero che condivide col gruppo la medesima pura passione per la musica, mentore e amico che puntualmente riappare a sostenere il progetto ogniqualvolta esso si rigenera, anno dopo anno, disco dopo disco - fino all'ultimo registrato a Verona nel 2018 'Quocumque jeceris stabit', di cui il film documenta i 3 giorni di registrazione. Fino al concerto per i loro 30 anni di carriera. Nel racconto, le interviste ai membri della band si alternano alle testimonianze di chi ha riconosciuto in loro un unicum nel panorama del rock indipendente, tanto da divenire oggetto di studio.
"The best plan is 'the no plan'" è la frase che ho spesso sentito ripetere ad Agostino Tilotta, chitarrista della band Uzeda. - ha dichiarato la regista Maria Arena - Un po’ come dire ‘virennu facennu’, si vede facendo, tipica espressione del sud che invita a fare senza troppi programmi: adattare la progettualità agli accadimenti. Ed è così che ho iniziato questo film, senza un piano, seguendo il desiderio di fissare un pezzetto di vita e di storia degli Uzeda, perché ci fosse una traccia audiovisiva che raccontasse il modo di essere di una band indipendente che ha mantenuto questa prospettiva per 30 anni. Un film per scoprire come si può vivere mettendo al primo posto la musica, la ricerca, la sperimentazione, il dialogo con se stessi, un’economia senza plusvalore. I soldi, proprio come la chitarra, il basso, la batteria e le corde vocali, sono solo uno strumento; e il suono non è la somma degli strumenti, è altro, è qualcosa di dirompente che si scatena. Posizione radicale, senza compromessi, che mi ha rapita dal pensiero catastrofico e autodistruttivo imposto all’immaginario dalla società in cui tutti viviamo.”
Quello sulla band Uzeda è il suo terzo film indipendente dopo ‘Gesù è morto per i peccati degli altri' (2014), girato a Catania e ‘Il terribile inganno' (2021). Maria Arena è nata a Catania, vive a Milano dove si è laureata in Filosofia e diplomata in Regia alla Scuola Civica di Cinema. Ha due figli di 23 e 21 anni. Ha realizzato cortometraggi, film documentari, videoclip, video installazioni, spettacoli teatrali. É docente in Linguaggi e tecniche dell’audiovisivo e coordinatrice del corso di Cinema all’Accademia di Belle Arti di Catania. Ha scritto il libro ‘Falso movimento, laboratorio audiovisivo tra analogico e digitale’ (Ed. Bonanno, 2011).
03/07/2025, 10:01