IL FARO - IL FANTASTICO VIAGGIO DELLA BANDA
RULLI FRULLI - Un documentario che sembra
provenire dall'interno della banda stessa
"
Il faro" di
Gianluca Marcon e
Diego Gavioli racconta "
il fantastico viaggio della banda Rulli Frulli" in un documentario la cui passione per la creatività e la comunità è contagiosa. I registi seguono la banda per anni, tra riprese d'archivio e documentario d'osservazione, e da spettatori sembra davvero di fare un piccolo viaggio - nel tempo - con i membri della banda e le loro difficoltà.
C'è qualcosa di magico nella banda Rulli Frulli, che ha sede in provincia di Modena ma ha membri sparsi per l'Italia. I suoi componenti sono di varie etnie, età, genere, c'è chi ha disabilità fisiche o mentali - la struttura di base è fondata sui valori di inclusione e integrazione. La loro musica è prevalentemente percussiva ma c'è anche chi canta o suona altri strumenti. Esistono da più di 10 anni, sono tanti, e c'è chi è membro da quando è bambino. Hanno suonato per Bergoglio e per Mattarella. E soprattutto, gli strumenti suonati sono "di fortuna", recuperati dalla spazzatura o costruiti artigianalmente con cose trovate per strada.
Groviglio di sogni e speranze, la banda è a sua volta il sogno e la speranza del suo ideatore,
Federico Alberghini, direttore d'orchestra e mente generante. Il documentario segue passo per passo le fasi della storia del progetto, passando per tragedie (quali il terremoto in Emilia e naturalmente il lockdown '20/'21), resoconti intimi dei giovani membri della Banda, concerti, aneddotica con regia d'osservazione, e interviste a tutti incasellate in una cornice simil-podcast (la Radio Rulli Frulli di recente formazione) che fa da voce narrante perpetua.
Marcon e Gavioli hanno confezionato un reportage che sembra provenire dall'interno della banda stessa; un'auto-celebrazione auto-consapevole, montata con lo spirito di glorificare l'impresa con onestà e (anche giustamente) senza modestia, ché immagini e musica parlano per sé. La forma e il ritmo del film sono un'alternativa candida al rockumentary.
Con un ritmo sbilenco e costellato di inserti animati allegorico-poetici, Il faro cristallizza il proprio oggetto di documentazione come una famiglia allargata, simbolo donchisciottesco positivo dei nostri tempi di consumismo e divisione.
30/06/2025, 19:27
Nicola Settis