Note di regia di "Leopardi & Co."
È una bella sfida vivere un amore oggi, in un periodo storico fatto di un dinamismo eccezionale che sembra divori il tempo ai sentimenti sinceri e profondi. Non c’è momento migliore per raccontare l’incontro di due persone nella chiave della commedia romantica. I rapporti oggi hanno in sé qualcosa di eroico. Accogliere l’amore, farlo entrare nella nostra vita, lasciarsela condizionare è ormai un atto di coraggio perché molti schemi sono saltati, tutto è permesso, la vita è piena di equivoci, l’individualità è sempre più invadente e restare delusi è molto facile. Il progetto di vita di coppia è in pericolo perché, è inutile continuare a raccontarsela, l’amore è tutt’altro che libertà, l’amore è capacità di fare spazio, di cedere, di affrontare il rischio di essere feriti e di perdere la propria indipendenza, è lasciare in mano a qualcun altro le chiavi del nostro equilibrio. Vivere un amore oggi include anche dover affrontare le ferite, le proprie e quelle dell’altro. Nessuno sa quale sia il modo più giusto per stare insieme, se ci sia una disciplina nell’amore: vivere la vita insieme con leggerezza e fatalismo, finché dura, oppure cercare di costruire qualcosa di durevole, scendendo spesso a compromessi? Una cosa però la sappiamo tutti: che vale sempre la pena innamorarsi, perché l’amore ci permette di conoscere meglio noi stessi, perché la vita scopre il suo lato positivo e ci offre la parte migliore non solo di noi ma anche degli altri. Parlare d’amore con una commedia romantica per me significa sviluppare e suggerire una capacità importante: vivere con leggerezza, che è anche qualcosa che richiede impegno, fiducia e rispetto, capire che riderci su e impegnarsi possono rientrare nello stesso approccio, che è forse quello più giusto.
La più bella consapevolezza su cui possiamo contare oggi è che dal passato riceviamo sempre un grande supporto, il passato è fonte di ispirazione, intendo il passato ricco di arte, di poesia, di analisi dell’esistenza, di filosofia. Ai nostri protagonisti viene in aiuto Giacomo Leopardi, celebre e amatissimo poeta di Recanati, suo “natio borgo selvaggio”, vissuto nel primo Ottocento, privato di molte possibilità e forse per questo dotato di una visione della realtà oltremodo lucida. I limiti fisici e geografici che lo bloccarono lo spinsero a guardare a fondo dentro di sé e a porsi domande diventate intuizioni universali: per l’essere umano, proprio in quanto uomo, condannato dalla natura e dal suo meccanismo impassibile a sofferenza insensata, la felicità è irraggiungibile? Attendere la felicità, immaginarla, desiderarla è essa stessa felicità? Silvia tende a seguire la strada del pessimismo leopardiano, attanagliata dal dolore di una perdita grave e dal senso di responsabilità che le hanno trasformato il possibile in impossibile, la concretezza di un progetto nell’evanescenza di un sogno. Silvia non crede nell’amore ma sa come parlarne. E come tutti coloro che vivono l’impossibilità, brama il sogno, quello che un giorno, per caso, sembra finalmente materializzarsi. David rappresenta per Silvia la promessa del cambiamento, uno spiraglio di luce, un po’ di magica fortuna.
David ha avuto un’infanzia molto difficile, una realtà crudele che nulla ha da invidiare all’esperienza leopardiana. La sua reazione a quella condizione di partenza lo rende bisognoso di frivolezza e la maturità lo trasforma in un uomo superficiale, apparentemente senza spessore morale, in fuga dalle responsabilità, per nulla attraente agli occhi di Silvia, che vede in lui una provocazione ai valori su cui lei ha costruito il suo carattere e la sua forza. David e Silvia si incontreranno però esattamente a metà strada. Entrambi sapranno abbandonare, non senza reticenze, la comfort zone in cui avevano trovato riparo, imparando a vederne il limite.
Federica Biondi