CINEMAMBIENTE 28 - Il programma di martedì 10 giugno
Il
Festival Cinemambiente chiude in serata la sua 28^ edizione con la cerimonia di premiazione (ore 19.30, Mole Antonelliana – Aula del Tempio) e con la proiezione di 2073 – Ultima chiamata (ore 21.00, Cinema Massimo – Sala 1), diretto da Asif Kapadia e in uscita nelle sale italiane come evento il 16, 17 e 18 giugno a cura di Filmclub Distribuzione. Con il suo nuovo lavoro, il regista inglese di origine indiana prosegue sulla strada documentaristica intrapresa a partire dal 2010, che l’ha portato a realizzare bio-film di successo come quello dedicato a Amy Winehouse, premiato con l’Oscar nel 2016 e parte della trilogia comprendente anche i “ritratti” di Ayrton Senna e Diego Maradona.
Fantadocu-fiction che dal futuro ci parla del nostro presente, ispirato a La Jetée di Chris Marker, 2073 è ambientato in una nuova San Francisco desertificata e ispezionata in ogni angolo da droni, videocamere e polizia. Negli anfratti di un mondo in cui ogni forma di libertà e dissenso è stata cancellata, dominato da ultraliberisti, dittatori e tecnocrati, si nascondono i sopravvissuti ancora in grado di conservare memoria del passato, come Ghost (interpretata da Samantha Morton, candidata all’Oscar per Accordi e disaccordi e per In America -Il sogno che non c’era), consapevoli di avere i giorni contati. Tra filmati d’archivio, interviste a giornalisti di tutto il mondo e finzione narrativa, 2073 ricostruisce come siamo arrivati al punto di non ritorno, allertandoci, con un’ultima chiamata, sui pericoli che sono già qui: il declino della democrazia, l’ascesa dei neofascismi, il disastro climatico, il controllo dei dati personali. La proiezione sarà introdotta dal regista Asif Kapadia, a cui il Museo Nazionale del Cinema dedicherà dall’11 al 15 giugno una personale.
GLI ALTRI FILM DELLA GIORNATA. Ancora diverse proiezioni in cartellone nella giornata finale del Festival, dove il Concorso cortometraggi presenta nel pomeriggio il suo quarto e ultimo programma (ore 17.30, Cinema Massimo – Sala 1), che comprende 4 titoli. Diretto dagli spagnoli Helena Girón e Samuel M. Delgado, Un dragón de cien cabezas prende l’avvio dal mito greco del Giardino delle Esperidi, sorvegliato da un drago a cento teste, dove cresceva un frutto capace di donare l’immortalità.
Nel seguire alcune fonti, che lo collocano al largo dell’Africa nord-occidentale, il film approda alle Isole Canarie, dove, attraverso la tecnica di biosonificazione applicata alle piante di banane, principale monocoltura locale, ci racconta una favola sulla vita eterna in uno dei luoghi identificati con quello spazio mitico. In Three Nights until Tomorrow, dello svizzero-brasiliano Flavio Araujo, una voce rievoca ricordi lungo una spiaggia di sabbia candida, bagnata da un mare turchese, restituendoli insieme alle immagini sotto forma di cartolina. Il diffondersi di un odore tossico rompe l’incanto del paesaggio caraibico, mentre sullo sfondo si staglia l’impianto chimico di Rosignano Solvay, che per oltre cento anni ha riversato nelle acque lungo la costa i suoi rifiuti, creando il paradiso artefatto delle “spiagge bianche” toscane. In Scrap, della francese Noémie Lobry, il flusso di pensieri di un cervello dormiente viene restituito sotto forma di sogno in cui passato, presente e futuro si intrecciano nel destino delle automobili: ieri simbolo di movimento, progresso e libertà personale, oggi carcasse sepolte sul fondo del mare, intrappolate in grotte o parcheggi crollati, come fossili meccanici nel tramonto della civiltà industriale, in attesa di un domani post-apocalittico. Where Russia Ends, dell’ucraino Oleksiy Radynski, è un cortometraggio di montaggio interamente composto da spezzoni di documentari girati in Siberia dal 1986 al 1991, ma ritrovati solo nel 2022 nell’archivio del Kyivnaukfilm, gli studios sovietici con base a Kiev dediti alla produzione e divulgazione del cinema scientifico. I filmati sono stati realizzati nel corso di diverse spedizioni fatte da un gruppo di registi ucraini in quelle sterminate regioni e ricostruiscono la storia sia della progressiva annessione, nel corso dei secoli, di quei territori alla Russia zarista, sia dello sfruttamento delle loro immense risorse naturali e minerarie vieppiù intensificato durante il periodo sovietico, in nome dello “sviluppo” e del “progresso”, con i conseguenti danni ambientali già evidenti all’epoca delle riprese del film.
Le proiezioni saranno seguite da un incontro con Flavio Araujo, regista di Three Nights until Tomorrow. La sezione Made in Italy si conclude nel tardo pomeriggio e in serata con due proiezioni. Taranto chiama (ore 18.00, Cinema Massimo – Sala 3), di Rosy Battaglia, presentato in anteprima italiana, è un viaggio nella città simbolo del conflitto tra lavoro e salute, dove la lotta per la giustizia ambientale passa dalle voci delle madri, dei medici, degli attivisti, nel racconto collettivo che trasforma il dolore in speranza e che torna su una vicenda lunga e complessa, quella dell’Ilva, oggi purtroppo ancora di grande attualità.
La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista. In perpetuo (ore 20.30, Cinema Massimo – Sala 3), di Federico Barassi, ci invita a guardare al mare e agli ultimi custodi di un sapere antico: quello dei trabucchi. Queste macchine di legno ancorate agli scogli sembrano sfidare il tempo, restando salde tra le onde e il vento. In un paesaggio sospeso, fuori dal frastuono della modernità, il film racconta il legame fragile e profondo tra l’essere umano e il mare, tra memoria e lavoro, tra tradizione e scomparsa imminente. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
L’ultimo titolo della sezione Panorama, infine, conclude anche la riflessione sul tema “ambiente e guerra”, uno dei fil rouge di questa 28^ edizione. Diretto dal regista austriaco Lukas Marxt in collaborazione con l’artista serba Vanja Smiljanić, Among the Palms the Bomb, or: Looking for Reflections in the Toxic Field of Plenty (ore 19.00, Cinema Massimo - Sala 1) è girato nella desolata zona di Salton Sea, il maggior lago della California, il cui livello è diminuito di mezzo metro in quattro anni. Intorno al grande specchio d’acqua salata, un tempo anche meta dei vip americani, gli Stati Uniti testarono numerose bombe atomiche durante la fase finale della Seconda Guerra mondiale, in previsione degli attacchi di Hiroshima e Nagasaki, e poi durante la Guerra fredda. L’enorme quantità di pesticidi impiegati in seguito nell’agricoltura intensiva della zona, unita alle scorie radioattive e al cambiamento climatico, hanno fatto di Salton Sea una bomba ecologica, un luogo tossico oggi abitato solo dagli immigrati più poveri e irregolari e dai superstiti della tribù nativa americana dei Cahuilla.
ECOEVENTO. A chiusura degli eventi collaterali, il Festival riserva uno spazio ai più giovani presentando tre cortometraggi, realizzati nell’ambito del progetto CINESINTESI. Ricordi del bosco di domani da altrettanti gruppi di studenti dell’IIS “Giulio Natta” di Rivoli e legati al tema della sostenibilità ambientale e della tutela del patrimonio naturalistico conservato all'interno del Parco Naturale di Rocchetta Tanaro. I video, intitolati Memorie del bosco – Il passato da scoprire, Voci nel bosco e Parole sospese (ore 16.00, Cinema Massimo – Sala 3), costituiscono gli elaborati finali di un percorso di educazione all’immagine e alla narrazione visiva durato un intero anno e coordinato dall’Archivio Superottimisti. Realizzati a partire dal riutilizzo creativo dei materiali dedicati al mondo naturale conservati dallo stesso Archivio Superottimisti, integrati con riprese effettuate ex novo dai ragazzi all’interno del Parco, i tre cortometraggi compongono gli episodi di un racconto articolato su tre linee temporali – passato, presente e futuro – che approfondisce la storia, le peculiarità, le trasformazioni e le prospettive dell’area protetta astigiana. La proiezione sarà introdotta da Giulia Carbonero e Giulio Pedretti, di Superottimisti, e dal dirigente scolastico dell’Istituto “Giulio Natta” Giovanni Coppola; seguiranno gli interventi di Carmela Caiazzo, dell’Associazione Istituto per l’Educazione alla Terra - Ramo italiano, del direttore del Parco Paleontologico Astigiano Graziano Delmastro e degli studenti e dei docenti che hanno realizzato i cortometraggi.
09/06/2025, 15:17