CINEMAMBIENTE 28 - Il programma di lunedì 9 giugno
Le proiezioni della giornata al
Festival Cinemambiente si aprono con la sezione Made in Italy, dove si ritagliano uno spazio a sé cinque cortometraggi (ore 16.00, Cinema Massimo – Sala 1), dedicati al rapporto tra mondo umano e mondo animale, che costituiscono altrettanti capitoli di
L’uomo e la bestia, film partecipato nato nell’ambito del progetto di sviluppo di opere documentarie “Fare film”, ideato e diretto da Antonietta De Lillo e dalla sua factory Marechiarofilm con il sostegno del Ministero della Cultura. Bàgliu, di Annalisa Mutariello, segue le vicende di un agnellino al pascolo per la prima volta nella sua vita. Il piccolo, come in una favola, è incuriosito dalla magia del bosco che lo circonda. Ma la realtà è ben diversa e presto l’innocente creatura sperimenterà una crudele separazione. Girato nelle valli del Carso triestino, L'uccello imbroglione, di Davide Salucci, seguendo le storie di un’anziana nonna e della sua giovane nipote, si mette sulle tracce di un misterioso uccello in grado di riprodurre qualsiasi suono e qualsiasi voce umana, anche di chi non c’è più: tra magia e realismo, un delicato mockumentary attraverso la memoria e le sue segrete connessioni con la natura. Con Bobby, di Erica De Lisio, ci spostiamo in Irpinia, tra colline oggi dominate da pale eoliche. È qui che si muove Bobby, discendente dei cani da lavoro un tempo inseparabili dai contadini. Seguendo il suo vagabondare tra terre abbandonate, riaffiorano i ricordi di una casa, di una famiglia, di un mondo che sembra scomparso ma che, in realtà, sopravvive nella memoria e negli affetti. Close, di Marta Esposito, ci porta dentro lo zoo di Fuorigrotta, a Napoli, a trascorrere una giornata intera tra le gabbie. Con sguardo ravvicinato, quasi mimetico, il film osserva gli animali, il personale, i visitatori, e ci interroga: che cosa vediamo davvero quando guardiamo un essere vivente dietro una vetrina? È uno specchio della nostra stessa prigionia? Il confine tra naturale e artificiale si fa sottile, e l’empatia si insinua dove meno ce l’aspettiamo. Con Ciao casa mia, di Andrea Morabito, ci spostiamo a Scampia, dove, mentre le Vele vengono demolite, non solo gli uomini, ma anche gli animali perdono la propria casa e i volontari della LAV si mobilitano per dare loro un nuovo rifugio. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi.
Nel pomeriggio, per la sezione Panorama e in collegamento con il precedente panel dedicato al tema “Guerra e ambiente”, viene presentato Khartoum (ore 17.30, Cinema Massimo - Sala 1), coproduzione internazionale firmata a più mani – dai registi Ibrahim Snoopy, Rawia Alhag, Anas Saeed, Timeea Mohamed Ahmed, Phil Cox – che rappresenta la sfida di un film quasi impossibile da realizzare. Nel 2022, cinque cittadini di Khartoum iniziano a raccontare la loro quotidianità e i loro sogni davanti alle cineprese di una troupe cinematografica. Allo scoppio della guerra civile, provocato dallo scontro tra esercito regolare e paramilitari delle Forze di Supporto rapido, protagonisti del film e registi sono costretti ad abbandonare il Paese, ma trovano comunque un modo creativo e alternativo di completare le riprese. Nel frattempo, il Sudan è assurto a caso paradigmatico di un Paese in cui la distruzione dell’ambiente è diventata arma di guerra ed entrambe le fazioni concentrano i loro attacchi su dighe, discariche e terreni coltivabili o vicini all’acqua usata dalla popolazione, provocando inquinamento e danni ecologici incalcolabili.
Sempre nel pomeriggio, il Festival presenta il terzo programma del Concorso cortometraggi (ore 17.30, Cinema Massimo – Sala 3), che comprende 4 titoli. Diretto a quattro mani, With Grace è firmato dalla kenyota Dina Mwende e dalla norvegese Julia Dahr, già regista del pluripremiato Thank You for the Rain, di cui il nuovo lavoro è una sorta di prosecuzione in una prospettiva infantile. Grace, figlia del protagonista del film precedente, ha 13 anni e il raro dono di far ridere tutti quelli intorno a sé: con il suo racconto davanti alla cinepresa ci riporta ai tempi della sua infanzia in Kenya, quando la pioggia, da dono prezioso e tanto atteso, si è trasformata nel flagello che ha distrutto la sua casa e rischiato di dividere la sua unita e numerosa famiglia. Immersive, dell’australiano Rohan Thomas, è un viaggio negli abissi dell'oceano alla scoperta di meraviglie sconosciute. Con la guida dell'oceanografo Thibaut Barreyre, il film esplora il mondo nascosto delle sorgenti idrotermali e l’ecosistema unico che esse alimentano e che oggi è minacciato dalle attività estrattive in acque profonde. The Spectacle, della regista olandese Yasmin van Dorp, girato in diverse località della Norvegia meridionale, della Lapponia e della Turchia, è una riflessione sul turismo nel mondo di oggi. Realizzato a tableaux vivants e inquadrature fisse, il film sottolinea come i moderni viaggiatori non tentino più di cogliere l’essenza del luogo visitato, focalizzandosi, invece, sui suoi elementi salienti da condividere online, segno della tendenza crescente a vedere il mondo non con i nostri occhi, ma con quelli delle nostre fotocamere. Cortometraggio animato realizzato con la tecnica della pittura su vetro, Hic svnt dracones, del regista e artista visuale francese Justin Fayard, ispirato, come dal titolo, all’espressione usata dai cartografi medioevali per indicare zone selvagge e inesplorate, ci conduce in un viaggio contemplativo attraverso i ghiacciai delle Alpi, essenziali alla nostra vita, che adesso si stanno sciogliendo e precipitano a valle con rombi terrificanti da dragoni, abbandonandoci per sempre. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con Dina Mwende (online), regista di With Grace, e con Rohan Thomas, regista di Immersive.
Verso sera si ritorna alla sezione Made in Italy con Tra natura e quota - Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane (ore 19.00, Cinema Massimo – Sala 3), di Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato, in cui l’attore del celebre trio comico, da tempo impegnato nella difesa della natura, affronta la via ferrata più antica d’Italia, raccontando con ironia i pericoli e la bellezza della montagna. È un invito a riscoprire la biodiversità e a prendersene cura, con leggerezza ma anche responsabilità, in un tempo in cui il cambiamento climatico rende ogni equilibrio più fragile. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
In inizio di serata, il Festival propone una proiezione speciale che offre lo spunto per affrontare temi di stretta attualità. In un periodo in cui la crisi climatica s’intensifica e gli investimenti per combatterla diminuiscono, il film The White House Effect (ore 19.30, Cinema Massimo – Sala 1) torna indietro nel tempo, all’epoca in cui una più tempestiva azione di contrasto al riscaldamento globale sarebbe stata possibile e fu, invece, boicottata. Diretto dai registi statunitensi Bonni Cohen, Pedro Kos e Jon Shenk, il lungometraggio ricostruisce, con materiali d’archivio, gli anni cruciali dell’amministrazione di George Bush – dal 1988 al 1992 – quando, di fronte al diffondersi della consapevolezza del rischio climatico nei cittadini americani, lo stesso presidente repubblicano si impegnò a usare l’“effetto Casa Bianca” contro l’“effetto serra”. Le pressioni del suo capo di gabinetto John Sununu e della grande industria legata ai combustibili fossili riuscirono però a far recedere Bush dai suoi propositi, con il risultato che al Summit di Rio del 1992 gli USA ostacolarono un accordo globale per porre limiti severi alle emissioni di CO2, vanificando un’occasione storica di lotta al cambiamento climatico.
Ospite, come sempre, del Festival, il climatologo Luca Mercalli introdurrà la proiezione a partire dall’oggi, soffermandosi sui più recenti sviluppi della politica ambientale americana. Il suo intervento approfondirà come la scienza del clima sia oggetto, da parte della nuova amministrazione Trump, di un attacco senza precedenti, che ha provocato il licenziamento di migliaia di ricercatori e la messa al bando dell'informazione sul surriscaldamento globale, seppure, oggi, esso non sia più una teoria, ma una realtà fatta di continui disastri atmosferici.
In serata, la sezione Made in Italy presenta il film di Fabian Volti Abele (ore 21.00, Cinema Massimo – Sala 3), che ci conduce tra Sardegna e Palestina, attraverso le storie parallele di tre pastori e una famiglia beduina. Qui, nel silenzio di una chiesa sconsacrata, ai margini di un poligono militare o tra le dune di un deserto sotto controllo, prende forma la figura simbolica di Abele, il pastore. La sua è una lotta quotidiana per la sopravvivenza, in un mondo attraversato da tensioni antiche e conflitti eterni, trasposta in racconto che indaga le radici profonde dello scontro, ma anche la forza resistente di chi abita i margini. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Chiude la serata l’ultimo film in gara nella sezione del Concorso documentari, Shifting Baselines (ore 21.30, Cinema Massimo - Sala 1), con cui il regista canadese Julien Elie ci dà il benvenuto a Boca Chica, un tempo villaggio appartato all’estremità meridionale del Texas, dove il Rio Grande incontra il mare, e oggi sito-chiave dei programmi spaziali statunitensi, sia pubblici (della NASA), sia privati. Scelta da Elon Musk come quartier generale di SpaceX, la cittadina costiera ha subito, dal 2018, una radicale trasformazione. Nell’area intorno alle svettanti rampe di lancio, che ora dominano il paesaggio della Starbase fondata dal tycoon statunitense (poche settimane fa anche riconosciuta ufficialmente come nuova municipalità), le spiagge pubbliche sono state limitate, le paludi prosciugate, la flora e la fauna alterate in modo irreversibile. Mentre gli astrofisici scrutano il cielo, gli scienziati si preoccupano per la sindrome di Kessler e gli ambientalisti contano i danni, il film dà voce a due schiere distinte – da un lato gli entusiasti dei voli interstellari e i tanti pellegrini della nuova mecca spaziale, dall’altro gli abitanti locali marginalizzati nel proprio territorio – interrogandosi sul costo del progresso e sul sogno di conquistare altri pianeti, dopo aver distrutto il nostro, di cui Boca Chica diventa ambivalente emblema. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista Julien Elie.
GLI ECOEVENTI. In mattinata, il primo appuntamento è con il progetto FI(na)LMENTE che, a due anni dalla sua prima comparsa, torna al Festival in versione rinnovata. L’iniziativa, che attinge al linguaggio cinematografico per rendere accessibili contenuti complessi della ricerca scientifica, senza perderne il rigore, è frutto, per l’edizione 2025, della collaborazione tra CinemAmbiente, la Scuola di Dottorato dell’Università degli Studi di Torino, l’Associazione InTo Brain e, per la prima volta, la Scuola di Studi Superiori Ferdinando Rossi dell’Università di Torino (SSST). Quest’anno il progetto ha coinvolto dodici dottorandi e dottorande, provenienti da altrettante discipline scientifiche, insieme a otto studenti e studentesse della SSST, che, dopo un laboratorio intensivo, hanno realizzato – guidati da registi professionisti di Zenit Arti Audiovisive – quattro video, trasformando i loro temi di ricerca in cortometraggi scientifici accessibili, creativi e d’impatto. I brevi film, presentati al pubblico del Festival (ore 10.00, Il Circolo dei lettori, e in replica nel pomeriggio, ore 16.00, Cinema Massimo – Sala 3), affrontano temi di grande attualità: dallo scioglimento dei ghiacciai alle centrali nucleari, passando per il ruolo fondamentale delle api negli ecosistemi e la chimica alla base delle nostre amate tisane. La proiezione sarà seguita da una tavola rotonda dedicata al tema dell’open science e della sfida di una comunicazione scientifica chiara, aperta e partecipata, a cui interverranno Enrico Cerasuolo, regista e sceneggiatore di documentari, presidente di Zenit Arti Audiovisive e realizzatore dei video del progetto, Elena Testa, responsabile di CSC - Archivio Nazionale Cinema Impresa, Luca Visentin, fondatore della Open Science Community di Torino, Marta Tuninetti, ricercatrice e docente di Idrologia applicata all’agricoltura presso il Politecnico di Torino e divulgatrice scientifica. L’incontro sarà introdotto da Giulia Carluccio, prorettrice dell’Università di Torino, Enzo Medico, direttore della Scuola di Dottorato dell’Università di Torino, Andrea Calvo, coordinatore del Dottorato in Neuroscienze dell’Università di Torino, Lia Furxhi, direttrice del Festival CinemAmbiente, Francesca Garbarini, vicedirettrice alla ricerca della Scuola di Studi Superiori Ferdinando Rossi.
Sempre nell’ambito della comunicazione della scienza attraverso i mezzi audiovisivi, viene proposto, in anteprima italiana, il documentario Marine Animal Forests (ore 16.00, Cinema Massimo – Sala 3), di Pietro Formis e Emilio Mancuso: un viaggio nei mari dove esistono habitat straordinari e organismi, in buona parte ancora sconosciuti, capaci di dare vita a foreste che ospitano animali di notevole importanza sia per l’equilibrio dell’ecosistema marino sia per la vita di noi tutti. Il documentario si inserisce nelle attività di divulgazione scientifica sostenute dalla Water Defenders Alliance, l’alleanza in difesa delle nostre acque promossa da LifeGate, mediapartner del Festival, ed è finanziato da Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Re:Azioni. La proiezione sarà introdotta da un intervento del biologo marino e documentarista subacqueo Emilio Mancuso, presidente di Verdeacqua e divulgatore scientifico della Water Defenders Alliance.
Nel secondo pomeriggio, Asif Kapadia, ospite del Festival per la proiezione del suo nuovo film, 2073 – Ultima chiamata, che sarà presentato nella serata di chiusura, terrà una master class (ore 17.30, Cinema Massimo – Sala 2), in cui, in dialogo con il critico cinematografico Carlo Griseri, si soffermerà sugli aspetti più significativi della propria opera. Vincitore di un Premio Oscar, di diversi BAFTA, di un Grammy e di un European Film Award, il regista condividerà con il pubblico la pratica di ricerca e il processo di scrittura che, nel corso di una lunga carriera, gli hanno consentito di continuare a sviluppare un linguaggio cinematografico innovativo, combinando l’uso di archivi inediti con un ampio lavoro investigativo e un approccio psicologico alla vita dei suoi protagonisti. La trilogia incentrata sui destini tragici di talenti eccezionali – Ayrton Senna, Amy Winehouse, Diego Maradona – è, infatti, il cuore di un’opera in cui i confini del genere documentario sfumano e la forza narrativa della finzione s’interseca liberamente con il massimo rigore del cinema d’inchiesta, sviluppando la struttura alla base anche del film presentato al Festival, nuovo punto d’arrivo di una carriera in continua evoluzione.
08/06/2025, 15:14