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FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19 - "San Damiano"


Un documentario di Gregorio Sassoli ed Alejandro Cifuentes.


FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19 -
Il cinema del reale italiano in questa stagione ci sta regalando delle buonissime sorprese e abbiamo la fortuna di assistere a prodotti sempre più raffinati e convincenti. "San Damiano" della coppia di registi Gregorio Sassoli ed Alejandro Cifuentes, è sicuramente uno tra questi film. Un cinema fisico, massiccio, senza fronzoli e retorica, tutto concentrato sui volti e sui corpi della miseria in Stazione Termini a Roma.

Protagonista del film è Damian, un giovane senza tetto polacco, che quasi per caso incontra i due registi mentre stavano facendo delle ricerche per un altro lavoro da realizzare, proprio in Stazione Termini. Così i due autori ci raccontano il primo incontro con il protagonista: "Dopo un anno di volontariato distribuendo pasti ai senzatetto con la comunità di Sant’Egidio, una sera, spinti dal desiderio di conoscere più a fondo questa realtà, abbiamo deciso di trascorrere una notte a Termini. Poco prima di coricarci si avvicina un giovane polacco con una curiosa inflessione calabrese, Damian. Con una barzelletta riesce a rompere immediatamente il ghiaccio e, quasi come un mago, ci rivela di non dormire per terra come molti altri, ma di aver trovato un rifugio sopraelevato che chiama “la mia torre”. Ed è proprio dalla torre delle mura Aureliane della stazione che comincia questo viaggio al termine della povertà, tra gli ultimi della società, un inferno fatto di violenza, emarginazione ma anche di profonda umanità. Damian è un artista dalla storia tormentata, vuole diventare cantate rap e durante il film avrà anche la possibilita' di registrare un album con i suoi testi, che urla con un'energia disperata. Sassoli e Cifuentes sono bravissimi ad entrare nel mondo dei senza tetto della stazione, la loro capacità di comunicazione e di confidenza con loro sorprende e commuove.

La regia è veloce, chiara, pulita, le scelte musicali azzecatissime, le ottime riprese si "attaccano" ai soggetti, che si aprono ad una narrazione, personale, fisica e diretta. A chi scrive viene in mente "L'imperatore di Roma", film culto di Nico D'Alessandria, in quel caso era il corpo di Gerry ( Gerardo Sperandini ) a danzare sulle macerie e sulle miserie di Roma, ma quello era "solo" un film a soggetto. Damian in questo documentario però non recita, interpreta se' stesso e soffre, nell'indifferenza dei 150 milioni di passeggeri che transitano ogni anno da Termini.

23/10/2024, 21:00

Duccio Ricciardelli