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ALICE NELLA CITTA' 22 - "Non dirmi che hai paura"


Dopo aver esordito con premio al Tribeca Film Festival, è ora a Roma ad Alice nella Città prima dell'uscita in sala entro la fine dell'anno il film tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe Catozzella. La storia della giovane atleta somala Samia Yusuf Omar, interpretata nelle diverse età da Ilham Osman Mohamed e Riyan Roble.


ALICE NELLA CITTA' 22 -
Una pista d'atletica. Un barcone in mezzo al mare. Un deserto immenso e minaccioso. Una corsa, più corse, tante corse che potrebbero salvare una vita, o almeno è bello sperarlo: la storia della giovane atleta somala Samia Yusuf Omar, raccontata con grande trasporto da Giuseppe Catozzella nel romanzo "Non dirmi che hai paura" è diventato un film (omonimo), diretto da Yasemin Samdereli (la regista tedesca del sorprendente "Almanya - La mia famiglia va in Germania"), affiancata dall'italo-somala Deka Mohamed Osman. Il film è una co-produzione internazionale guidata dalla torinese Indyca.

Una storia vera e ormai molto nota, grazie al successo del romanzo e poi all'attenzione sul film - che ha esordito con premio al Tribeca Film Festival, è ora a Roma ad Alice nella Città prima dell'uscita in sala entro la fine dell'anno -, ma la speranza e l'invito al pubblico è quello di approcciarsi alla visione sapendone il meno possibile, senza (ri)leggere le pagine di Catozzella (per quello c'è tempo dopo) e cercando di credere come la piccola Samia che un mondo diverso sia possibile.

Lei che fin da bambina ha voluto e saputo primeggiare nella corsa pur non avendo alcun mezzo per farlo (e non potendo nemmeno, in quanto donna, per motivi religiosi); lei che nonostante la sua povertà e l'inevitabile gap è riuscita ad andare una prima volta alle Olimpiadi, nella lontana Pechino (non importa il risultato, ma dopo il film cercate i filmati in rete della sua esperienza, sarà un supplemento doveroso di emozioni); lei che - infine? - ha creduto nonostante le difficoltà pratiche di poter attraversare ogni ostacolo e affermarsi come donna, come atleta, come campionessa, fino all'ultimo.

Era un'operazione delicata trasformare in immagini questa storia (e "quel" libro, così riuscito e così amato), gli sforzi produttivi sono stati tanti e l'impegno, davanti e dietro la macchina da presa, lodevole ed evidente: Samia lo meritava, anche se soddisfare pienamente chi guarda non è facile, tanto è l'affetto per la protagonista della storia (precedente per chi la conosceva già, immediato per gli altri).

Un po' come quando si sente la propria canzone del cuore e la si canta nella mente senza curarsi troppo se l'interprete di turno sia più o meno soddisfacente, così avviene per "Non dirmi che hai paura": leggendo il libro e pensando a Samia, cercando e vedendone le poche tracce reali in rete, abbiamo già creato il nostro film. Riviverlo con Ilham Osman Mohamed e Riyan Roble, che la interpretano in diversi momenti della sua vita, è un'emozione da vivere senza pensarci troppo, senza pregiudizi, senza paura. Non ne aveva lei, non ne avremo noi.

18/10/2024, 19:00

Carlo Griseri