Sarà presentato, domani, venerdì 13 settembre a Milano, in anteprima alla decima edizione del Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, “
Ugualmente diversi” di Federika Ponnetti, patrocinato da Parlamento Europeo.
Al termine della proiezione, prevista alle ore 15.25 al Teatro Litta, si terrà un breve talk cui parteciperanno la regista, Valeria Cotura, attivista di Fiadda (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi) e Giorgia Trinidad in rappresentanza dell’Unione Italiana Ciechi.
Il documentario, scritto dalla stessa Ponnetti, è prodotto da Zoom srl, con il sostegno del Ministero della Cultura Direzione Cinema, della Regione Emilia - Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, di BPER Banca e con il Patrocinio del Comune di Modena, FIADDA, UICI, FISH Onlus e Banca Etica.
“Ugualmente Diversi” racconta la storia di Lorenzo, Andrea e Gabriele, tre camerieri che lavorano in una nota pizzeria in Italia gestita da ragazzi autistici. Gabri studia Storia all’università, Lori impiega due ore con i mezzi per andare al lavoro e non vede l’ora di essere assunto a tempo indeterminato e Andrea, che in poco tempo è diventato un violinista, per la prima volta suonerà a un matrimonio. Nel mentre, gli studenti di un liceo fanno un percorso sul valore della diversità, anche attraverso il Mobile-FilmMaking, e si affrontano in un dibattito.
Le storie si intrecciano con l’esperienza della classe con i nostri protagonisti che diventano tutor speciali per insegnare il mestiere del cameriere, e si apre una riflessione. Non avrebbe più senso oggi parlare di unicità dell’individuo, invece che
di diversità? Un aspetto molto importante è l’attenzione all’accessibilità del film. La regista e la società di produzione hanno voluto fino in fondo rendere questo film il più accessibile possibile. I sottotitoli per non udenti, le audio-descrizioni per non vedenti e i titoli del film sono stati realizzati con particolare cura e attenzione.
Per questi ultimi è stato scelto un carattere tipografico ad alta leggibilità (Dyslexia/ADHD-friendly) e la loro scelta grafica è andata verso i cartelli fissi, la cui lettura è molto più comprensibile e riposante rispetto a quelli classici che scorrono. I titoli del film, che di prassi non vengono audio-descritti, se non per i primissimi nomi, hanno una durata più ampia per permetterne la fruizione anche da chi ascolta le audio-descrizioni e questo è diventato un cartello-manifesto per non discriminare gli ipovedenti e agire nella direzione dell’accessibilità. Le persone cieche e ipovedenti potranno andare al cinema e ascoltare il film attraverso la app MovieReading.
Si vuole dunque sensibilizzare il pubblico, i produttori, gli esercenti delle sale e i direttori dei festival a proiettare le pellicole con i sottotitoli per non udenti impressi sul film e a rendere obbligatoria la comunicazione delle accessibilità del film su tutti i canali di comunicazione che diffondono il film, per una sua concreta fruibilità da parte di tutti, anche al cinema.
Ho scelto di raccontare questa storia – dichiara la regista -
perché madre di figli con dislessia e ADHD, e con un percorso di accettazione delle loro caratteristiche e di faticoso adattamento in un ambiente scolastico basato su uno standard da cui loro differivano, come del resto la mamma.
Questo film è un modo positivo di raccontare le differenze per un’evoluzione culturale e di sguardo per tutti, soprattutto per quelli che ancora si considerano “normali” rispetto a qualcun altro. La camera diventa quasi invisibile, alla Wiseman, per raccontare le vite dei tre ragazzi con autismo osservando il loro modo di stare al mondo con difficoltà e soddisfazioni, esattamente come i ragazzi e le ragazze della classe ognuno con le proprie caratteristiche e fragilità.
Il racconto d’osservazione è arricchito dal linguaggio degli adolescenti, quello più intimo e spontaneo che usano davanti alla fotocamera del loro smartphone.