La decisione di portare sullo schermo la leggenda di Olinda è intrisa di significato personale. Crescendo in Trentino, ho vissuto immerso nelle leggende locali, alimentando la mia immaginazione fin dalla giovinezza. Questo cortometraggio è la realizzazione di un sogno a lungo coltivato, una dedica sentita al ricco patrimonio di storie che ha nutrito la mia creatività e che sono finalmente riuscito a portare sullo schermo. La narrazione di "Olinda e Arunte" ci trasporta indietro nel XVII secolo, immergendoci nell'amore segreto tra la contessina Olinda e Arunte, il menestrello di corte. È una storia intrisa di sentimento e sacrificio, avvolta da un velo di magia e mistero. L'armonia di questo amore rischia di spezzarsi quando il Conte di Altaguarda chiede la mano di Olinda, costringendo i due amanti a fuggire, solo per essere infine catturati e separati. Olinda, la protagonista di questa vicenda, è una giovane sognatrice con una passione per la pittura. La sua innocenza e la potenza del suo amore si rivelano nelle sfumature della storia, quando decide di resistere al volere del padre, lasciando un segno indelebile sulla parete della sua prigione, come un ultimo atto d'amore e ribellione. Arunte, il viaggiatore senza radici, si trasforma in un faro di speranza, disposto a voltarsi indietro per amore di Olinda. La sua presenza funge da ponte tra il mondo reale e quello fiabesco in cui si svolge la storia, conferendo un tocco di magia al racconto. Con gli attori abbiamo lavorato sulla creazione di contrasti emotivi che potessero sottolineare l’innocenza della protagonista che nel corso della storia vedrà scontrarsi con la crudezza della realtà. Con il personaggio della balia, invece, ho voluto inserire quello che nell'ampio ventaglio degli archetipi narrativi si colloca nell’aiutante magico. Già in fase di scrittura ho cercato di creare delle scene che possano insinuare nello spettatore il dubbio di trovarsi di fronte a una strega, senza però mai svelare davvero la natura di questo personaggio. Passando all'aspetto visivo, ho cercato di adottare una prospettiva coinvolgente, sfruttando la steady-cam e carrelli leggeri. L'intento è immergere gli spettatori nelle profondità emotive dei personaggi, mantenendo una fluidità che li trasporti in un viaggio sospeso, simile a sfogliare le pagine di una fiaba. L'estetica iniziale richiama il fascino delle fiabe classiche, con un tocco di magia e splendore. Tuttavia, con il susseguirsi della trama, introduco tratti più oscuri e quasi horror, seguendo l'evoluzione di Olinda e creando un contrasto visivo che si integra con la storia, senza essere eccessivamente pronunciato. Sono grato di aver avuto l'opportunità di tradurre in immagini questa storia intrisa di magia e passione. Con "Olinda e Arunte", spero di catturare e trasmettere l'essenza delle leggende trentine, portando gli spettatori in un viaggio emozionale che li avvolga nella bellezza di questa storia d'amore senza tempo.
Nicola Dondio