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Note di regia di "Even Tide"


Note di regia di
Even tide” è un cortometraggio di fantascienza, senza esseri umani né di fronte né dietro la macchina da presa.
Tutto è iniziato con le riprese (realizzate con le “video trappole”) scartate negli ultimi anni da due documentaristi di animali: Paolo Rossi e Nicola Rebora. Quando ho conosciuto Paolo, un "cacciatore" di immagini di lupi - come si definisce -, ho sentito che nel gran numero di riprese inutilizzate da lui e dal collega Nicola ci potesse essere un monito, un simbolo, un potenziale saggio sull'impossibilità totale per una videocamera di non modificare ciò che accade di fronte a essa. Gli sguardi degli animali in macchina verso le video trappole mimetizzate tra le foglie, in totale assenza dell'uomo, avrebbero potuto mostrare la "finzione" anche di quello che sembra essere l'ultimo baluardo della "spontaneità" e del “reale”: gli animali nel loro habitat, ripresi da occhi invisibili. Paolo invece mi ha parlato di quanto girato hanno dovuto tagliare per contribuire all'idea di "spiare gli animali": la realtà è che gli animali sanno che l'uomo è lì, con il suo odore, il suo occhio, il suo sguardo, e gli mostrano quello loro che vogliono mostrare. Ci giocano. Ci cercano. Ci fissano. E visto che questi dispositivi funzionano a energia solare e vengono attivati da sensori di movimento, continueranno a raccogliere i loro sguardi dopo che l’uomo sarà scomparso. Saranno immagini e suoni di un dialogo impossibile. Per questo motivo l'audio è quello originale e non è stata effettuata color correction. Tutto è come filmato, con il minimo intervento possibile in postproduzione: l’uomo non c’è più, non può post-produrre. “Abide with me” è il titolo di un inno cristiano dell'anglicano scozzese Henry Francis Lyte. Si tratta di una preghiera affinché Dio rimanga con chi lo invoca per tutta la vita, fino a oltre la morte, ed è stata scritta da Lyte mentre stava morendo di tubercolosi nel 1847. Viene cantata quasi sempre (anche nella colonna sonora del cortometraggio) sulle note di Eventide, pezzo scritto dall'organista inglese William Henry Monk. "Eventide" significa "sera", è una parola antica composta da "even" cioè sera, e "tide": marea. È un inno cristiano legato a un'idea di perdita, di fronte al salire delle onde della sera. Lavorando nel modo più rigoroso possibile, con la sola selezione e messa in fila delle immagini e del vocale, il film è stato pensato allo stesso tempo sia come una preghiera sia come una storia di fantascienza in un mondo in progressivo disgregamento. La voce è davvero del mio più caro amico, ed è davvero il primo messaggio vocale che gli ho chiesto di mandarmi, dopo che abbiamo scritto il testo insieme. Le immagini nei titoli di coda presentano alcuni difetti di trasmissione di alcune video trappole. È un corto scarno, fatto di "avanzi" di ieri e di oggi, che potrebbe essere un ritratto realistico di un domani sul nostro pianeta.

Francesco Clerici