Il nuovo anno inizia per il Future Film Festival all’insegna delle anteprime e degli eventi legati al cinema d’animazione, in collaborazione con l Cinema Odeon. Il film tutto italiano
ARF di Simona Cornacchia e Anna Russo è al centro di una proiezione speciale organizzata lunedì 29 gennaio 2024, alle 18.30, presso il Cinema Odeon di Bologna: il titolo è anche il nome del protagonista, un bambino senza parole, cresciuto con i cani randagi, che attraversa gli orrori della guerra e della dittatura portando con sé una luce che contagia tutto ciò che ha intorno.
L’evento è organizzato dalla casa di produzione del film Genoma Films, e dalla Comunità Ebraica di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna e da Rete DOC insieme al Future Film Festival, che dopo aver chiuso il 2023 con il capodanno in compagnia de “
Il ragazzo e l’airone” di Hayao Miyaaki, sempre al Cinema Odeon, ora dà spazio al lavoro di Simona Cornacchia e Anna Russo, prodotto da Genoma Films. La proiezione si inserisce tra le iniziative organizzate in occasione della “Settimana della Memoria” per sollecitare una riflessione sulle vittime dei campi di concentramento nazisti e sullo sterminio del popolo ebraico, per preservare il ricordo di un periodo oscuro della nostra storia europea.
Alla serata saranno presenti – oltre agli organizzatori della proiezione – la regista Simona Cornacchia e rappresentanti dello studio Panebarco impegnato nella realizzazione del film.
La storia di
ARF segue un percorso inedito: il punto di vista è quello di un cane, o un bambino in pelliccia, una creatura magica dalle mille risorse. ARF ha un ottimo fiuto e una fiducia incrollabile: allevato dai cani non conosce la cattiveria, e perfino in un campo di prigionia per bambini riesce a innescare una rivolta e mettere alla berlina il terribile dittatore con i baffi.
Attraverso una tecnica di animazione in 2D, ricca di fondali acquarellati e contorni vibranti ispirati alle illustrazioni Liberty di inizio ‘900, si sviluppa una narrazione capace di affrontare anche i temi più complessi, come il razzismo, la diversità e la prigionia. Nasce così una dramedy in piena regola, nel solco de Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin, La vita è bella di Roberto Benigni e Jojo Rabbit di Taika Waititi.