Fino al 29 gennaio è visibile al Museo Nazionale del Cinema di Torino il cortometraggio diretto e interpretato da
Diana Dell'Erba, "
Ophelia VR". Grazie alla tecnologia della realtà virtuale, esplora la storia dell’arte attraverso il lento processo creativo di John Everett Millais nel dipingere l’omonimo capolavoro preraffaelita ponendo lo spettatore nella stanza con i tre protagonisti.
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L'idea - spiega l'attrice e regista, che interpreta la poetessa, pittrice e modella Elizabeth (Lizzie) Siddal -
è nata in me dopo la lettura delle poesie di Elizabeth. Non le avevo mai lette prima e sono ancora molto poco conosciute, saranno una ventina e le ho trovate molto tormentate, molto profonde, da loro si evince un grande malessere dovuto anche alle sue vicissitudini, alla maternità mancata... Ho scoperto poi anche i suoi disegni, che ho trovato lancinanti. Mi ha appassionato il suo tormento, in particolar modo quello legato all'arte: lei si è voluta esprimere attraverso l'arte, anche se non ha avuto successo però ci ha provato in un'epoca in cui poche donne ci provavano. Alcuni la definiscono una femminista ante litteram".
Qual è il tema centrale del corto?
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Il cortometraggio è un’occasione per indagare l’atto creativo e il binomio euforia/melanconia che muove il confine invisibile tra creatore e opera d’arte. Ophelia vede l’incontro e lo scontro tra le battaglie personali di tre meravigliosi personaggi della storia dell’arte: Elizabeth Siddal in lotta contro il proprio corpo per resistere nell’acqua ghiacciata a rischio della vita, John Everett Millais distrutto dalla convinzione di non essere all’altezza di ritrarre l’essenza dell’ultimo respiro e Dante Gabriel Rossetti nello strenuo tentativo di convincerli a resistere in nome dell’Arte. La lotta che, almeno una volta nella vita, ognuno di noi ha vissuto, combattuto tra corpo, mente e cuore”.
La scelta della realtà virtuale quando arriva?
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Ho prima realizzato un lavoro in 2d, più canonico, che deve ancora uscire (Beata Beatrix, dal titolo di un dipinto di Dante Gabriel Rossetti). Eravamo in una location meravigliosa con tutto a disposizione e ancora un po' di tempo e ho deciso di concentrarmi sul VR in una scena che è anche nel corto, anche se dura meno. Abbiamo lavorato con gli attori e realizzato "Ophelia", è stata un'intuizione. Trovo che il VR sia un mezzo interessante, ha un potenziale che oggi il cinema ha un po' perso purtroppo".
"Ophelia VR" si prepara a un percorso nei festival di settore e nei luoghi dedicati alla realtà virtuale in Italia e nel mondo.
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C'è una capacità di sorprendere e creare oggi che ha solo questa tecnologia, e poi mi piace - per me è stata la prima volta in assoluto - la collaborazione e la disponibilità che c'è in tutto il mondo tra i pochi creator in questo momento attivi. E' un mondo molto interessante, c'è grande rispetto e collaborazione tra chi crea, nel cinema manca purtroppo. Mi piacerebbe molto rifare opere in VR, stiamo lavorando ancora con la stessa società di Torino di Ophelia, Motion Pixel di Stefano Sburlati".
Oltre a questo progetto, in futuro dove la potremo vedere?
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Negli ultimi anni mi sono molto concentrata sulla maternità e in particolare sul parto rispettoso, ho una bimba di 3 anni e ho scoperto il tema della violenza ostetrica, ho realizzato podcast e un portale sul rispetto del parto, vorrei fare una serie di animazione. Il business della medicalizzazione ci porta a nascere male, è giusto che se ne parli. Come attrice, invece, tra un mese sarò sul set di "Milarepa" in Sardegna con Louis Nero".
16/01/2024, 11:51
Carlo Griseri