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UNE JEUNESSE ITALIENNE - La storia di Sokuro


Mathieu Volpe racconta la vicenda di Sokuro, giovane immigrato del Burkina Faso che vive in Italia.


UNE JEUNESSE ITALIENNE - La storia di Sokuro
Il protagonista è Sokuro, giovane immigrato del Burkina Faso che vive in Italia. Il ragazzo chiede al regista Mathieu Volpe di filmare il suo matrimonio nel suo villaggio di origine, da lì nasce lo spunto "Une Jeunesse Italienne", documentario molto ben realizzato. La vicenda si svolge in Italia e nel Burkina e segue i frequenti spostamenti di Sokuro per andare a trovare la propria famiglia e la futura sposa Nassira. All’interno del film, costruito e “ricostruito” a soggetto, sono inseriti anche degli spezzoni girati col cellulare che raccontano la giornata lavorativa di Sokuro.

Come si fa a vivere, quando si viene da un distacco culturale, fisico ed economico di migliaia di chilometri tra il Burkina Faso e l'Italia? In "Une Jeunesse Italienne", si descrive proprio la seconda generazione di africani venuti nel nostro paese a cercare lavoro e una nuova vita. Sokuro fa parte di due culture, la sua confusione, ma anche una sua spensierata energia giovanile, lo rendono osservatore ma allo stesso tempo protagonista di un cambiamento epocale della società italiana. In questo si sente il peso dell'eredità familiare, ma anche della società di accoglienza, che fa sì che questo tipo di immigrati non abbia accesso a nient’altro se non ai lavori che gli italiani non vogliono più fare.

Come al solito il documentario di osservazione, con i suoi tempi lunghi di produzione e l’avvicinamento progressivo ai personaggi, metodo di regia sempre rispettoso ed etico, anche se lento, riesce ad entrare nelle vite delle persone in maniera evidente. Quale programma televisivo? Quale format seriale avrebbe potuto entrare così a fondo nella vita agra di Sokuro? Mathieu Volpe racconta di essersi ispirato molto alle opere del documentarista Roberto Minervini, che lavora davvero su un lungo periodo di tempo. Per questo film Volpe ha trascorso molto tempo in Burkina Faso o in Italia, trascorrendo forse due o tre settimane con la famiglia di Sokuro. La troupe spesso girava solamente 10 minuti al giorno. Un film di osservazione senza nessuna presa di posizione ideologica o politica. E’ solo la dura e triste realtà delle cose. E va raccontata.

07/12/2023, 07:00

Duccio Ricciardelli