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VERA DRAGONE - "Tereza e Franca, due mamme diverse"


L'attrice da oggi in sala con "L'altra via" e al Torino Film Festival in "Gianni Versace, l'Imperatore dei Sogni"


VERA DRAGONE -
Vera Dragone ne "L'altra via"
Da giovedì 16 novembre è al cinema con il film "L'altra via", opera prima di Saverio Cappiello, ma sono numerosi i progetti in cui è coinvolta che si apprestano a raggiungere il pubblico: abbiamo intervistato l'attrice Vera Dragone.

Oggi in sala esce "L'altra via", in cui interpreta la madre del piccolo Giuseppe Pacenza: come è entrata nel progetto?

Semplicemente con un provino con Saverio, il regista, che mi ha chiesto di lavorare prima di tutto sull'improvvisazione con Giuseppe, cercando di ricreare una rapporto madre-figlio credibile, profondo ma vissuto in maniera difficile.
Tereza è una donna che cerca di farcela da sola, ha due lavori, è vedova, vive in un quartiere difficilissimo, Aranceto, all'estrema periferia di Catanzaro, con la costante paura che il figlio possa perdersi, come purtroppo capita spesso.
Cerca di essere forte ma si capisce che è a un centimetro dal cedere completamente, a rischio depressione per la stanchezza di questa lotta quotidiana. In alcune scene la vediamo quasi sopraffatta, cerca di anestetizzarsi bevendo o coprendo con la rabbia le sue altre emozioni inespresse: non può esprimerle, può solo andare avanti, non può sedersi neanche un istante.

Come avete lavorato sul ruolo?

Il provino l'ho fatto già con Giuseppe, serviva un po' di somiglianza ma soprattutto la chimica con lui: poi abbiamo lavorato con le scene del copione. Abbiamo girato nel 2021, a settembre-ottobre.
Nonostante sia una produzione low budget è un lavoro fatto con grande cura. Io sono di Sellia Marina, in provincia di Catanzaro, ma ho fatto il liceo classico lì e conosco bene la città. Da quando ho 19 anni sono in pianta stabile a Roma e sono stata "derubata" del mio accento nativo, il romano si è infiltrato pesantemente: questo film è stato un ritorno alle origini, in famiglia da parte di mio padre parlano così, è stato bello, come una "madeleine", riprendere quel dialetto.
Una scena è stata girata praticamente a casa mia: il campetto da calcio dove si allenano è a Calabricata, una frazione di Sellia!

A fine mese sarà al Torino Film Festival, protagonista del docufilm di Mimmo Calopresti su Gianni Versace nel ruolo della mamma dello stilista.

Sì, una mamma profondamente diversa, usciamo dal registro di disagio e difficoltà di Tereza. Franca Versace è stata una precorritrice dei suoi tempi, a Reggio Calabria negli anni '50 era una sarta con un suo negozio e altre persone che lavoravano con lei: Gianni è cresciuto lì e rubava con gli occhi dal suo lavoro. Lei ha saputo cogliere l'estro del figlio, ha visto in lui qualcosa di speciale, era un bambino incuriosito da quel mondo, dalle forbici, dai tessuti, da donne che con le loro mani creavano piccoli capolavori. Sua madre aveva proprio un marchio, "Franca Versace Reggio", e faceva abiti per tutta la società della zona, era una sarta molto famosa.
Abbiamo fatto un lavoro di ricerca insieme a Mimmo, anche su materiale fotografico, ho parlato con persone collegate alla famiglia che mi hanno raccontato di lei, ho visto la casa in cui ha vissuto: è stato un bel viaggio emozionante scoprire come a distanza di tanti anni sia ancora amata e ricordata.
Lavorare con Calopresti è un mio sogno che si è realizzato: nato tutto da un provino e un incontro, basato anche con lui sull'improvvisazione, e poi convidendo la mia idea del personaggio con la sua è nata Franca Versace.

E' anche in tournée in tutta italia con Diego Dalla Palma in "Bellezza imperfetta".

Lo spettacolo parla di Diego Dalla Palma e di sua madre Agnese, da cui è stato influenzato profondamente nella sua visione artistica. Anche qui una madre completamente diversa, vivevano in un paesino in provincia di Vicenza, era una famiglia di umili origini ma lei è sempre stata una donna impeccabile nel suo rigore, nella sua austerità e nel suo aspetto. Aveva sempre il rossetto rosso in ogni occasione, era come una segno di vittoria sulle brutture della vita. Sono in scena con Diego nei sei quadri in cui lo spettacolo è diviso, canto per lui.

E' anche nipote di Vittorio De Seta e ha progetti su di lui in cantiere, giusto?

Due progetti, sì: il primo sarà il 14 dicembre a Roma per il centenario della nascita di mio nonno, ho organizzato al cinema Aquila una serata-evento con ospiti e proiezioni, anche col supporto di Mimmo, tra cui un inedito di 10 minuti a cui stava lavorando quando è morto.
E poi nel 2024 dovrei iniziare un documentario su di lui.

16/11/2023, 12:00

Carlo Griseri