Fondazione Fare Cinema
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Note di regia di "Lux Santa"


Note di regia di
La matrice (neo)realistica con cui sono trattati i temi dà grande rilievo alla componente socio-antropologica, attraverso la quale i giovani di Rione Fondo Gesù vengono mostrati e ritrattati nelle dinamiche sociali che la sostengono. Ci si serve di persone piuttosto che di personaggi – o meglio di partire dalle prime per costruire i secondi. Questa matrice da cinema della realtà spesso viene interrotta da un linguaggio costruito tipico dei film di finzione rivelando dunque uno stile ibrido.
"Lux Santa" ha l’intento di sollevare il velo dalla cronaca nera e mostrare spiragli di una bellezza solitamente nascosta.
Documentare una tradizione millenaria che possa resistere negli anni e innalzarla a livello spirituale. I nostri protagonisti, attraverso i loro occhi colmi di dolore, ci portano per le vie del
quartiere mostrandoci di come in un territorio cosi ostile (Fondo Gesù), la vita, l’amicizia e l’unione intorno a questa tradizione popolare li aiuta a sopravvivere all'assenza dei loro padri.
Il primo obiettivo che mi sono posto, è quello di accorciare la distanza, in primo luogo, tra me e i miei “nuovi amici” e di conseguenza avvicinare lo spettatore a quelle vite, in maniera
del tutto naturale. Dare la sensazione a chi guarda di poter essere lì con loro a superare ogni ostacolo e a raggiungere la vetta della maestosa piramide. Accorciare, dunque, la distanza tra opera e realtà, tra soggetto e oggetto.
Il contatto con la realtà è l’elemento che conduce in questa opera all’avvicinamento tipico del documentario, al quale, però, si somma l’incombenza di “fabulizzare”. La struttura narrativa si fonde con lo scenario documentaristico del film. La tradizione e il mito di Santa Lucia sono narrati proprio attraverso le gesta degli adolescenti di Rione Fondo Gesù. Il muro tra realtà e
finzione però è invisibile, gli elementi documentaristici scompaiono ogni qual volta la struttura narrativa (che racconta i problemi dei nostri protagonisti) prende il sopravvento.
Ho avuto accesso a queste vite in via del tutto esclusiva, mi sono conquistato la fiducia delle famiglie tassello, dopo tassello e adesso mi ritrovo ad avere una seconda famiglia a cui voglio bene. Mi sono sentito l’obbligo di portare sullo schermo le loro fragilità, la loro forza, i loro sogni, la loro bellezza, ma soprattutto di come Santa Lucia li guiderà a diventare “spissule che si levano inta l’aria pronte a diventare stelle”.

Matteo Russo