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FESTIVAL DEI POPOLI 64 - Il programma dell'8 novembre


FESTIVAL DEI POPOLI 64 - Il programma dell'8 novembre
Il ritorno al Polo Sud del regista Premio Oscar Luc Jacquet in “Antarctica calling” - tra i ghiacciai, nel freddo polare, inseguendo i pinguine - e la vita lontana dal mainstream del cantautore Cosmo in “Anti-Pop” nei documentari in prima italiana del Festival dei Popoli sono alcuni degli eventi speciali in programma mercoledě 8 novembre al cinema La Compagnia.

Si parte alle 20.30 con “Antarctica calling” di Luc Jacquet che ritorna lungo quelle poche migliaia di chilometri che separano la Patagonia dal Polo Sud, a vent’anni da “La marcia dei pinguini”, miglior documentario agli Oscar del 2005, in un viaggio affascinante e ipnotico per gli esploratori. Alcuni parlano addirittura di una dipendenza, "il morso dell'Antartide", il regista l'ha sperimentata per 30 anni. Questa volta torna per un'avventura visivamente impressionante, offrendoci immagini che non possono essere trasmesse a parole. Quasi un ultimo viaggio verso un continente scomparso e i suoi abitanti.

Alle 22 al cinema La Compagnia arriva invece “Anti-pop” di Jacopo Farina, il doc sul musicista Cosmo, presente in sala, il racconto di un giovane che č uscito dalla provincia per abbracciare la musica come strumento di affermazione e salvezza. Gli inizi indie-rock dell’artista e delle sue band si mescolano al ritratto di Ivrea, una provincia un po’ folle, come se quel che č seguito fosse una conseguenza inevitabile di quel luogo e di quegli umori. Con la voglia di raccontarsi a parole e in musica, il ritratto generazionale di uno spaesamento nei suoni di uno dei musicisti piů originali della scena italiana contemporanea.

Il pomeriggio a La Compagnia č interamente dedicato al concorso internazionale. Alle 15 si inizia con il corto “La ricomparsa delle lucciole” di Giancarlo Giamporcaro, documentario nell'entroterra siciliano, tra le autostrade e gli scheletri di cemento che emergono dai campi di grano, dove le cicale si richiamano alterne e gli aerei della Nato si appropriano dello spazio sonoro. A seguire, “I don’t know where you will be tomorrow” di Emmanuel Roy, storia di Reem, medico generico del Centro di detenzione amministrativa di Marsiglia, che fa del suo meglio per dare consulenze a uomini dalla vita in stallo, che non sanno dove saranno mandati il giorno dopo. Alle 16.45 il momento del corto “Between 10 and 100 hertz” di Emilien Dubuc, ritratto di quartiere popolare del nord della Francia prima della distruzione, dove un ingegnere di passaggio registra gli ultimi suoni della vita quotidiana, e “A lost heart and others dreams of Beirut” di Maya Abdul-Malak, che ragiona sull’identitŕ della capitale libanese, che sembra esistere solo nei sogni. Infine, alle 18.15 “The lost boys of Mercury” di Clémence Davigo: protagonisti sono Dédé, Michel e Daniel, che da bambini, tra gli anni '50 e '70, sono stati mandati nella struttura “correzionale" di Belle Étoile in Francia. Lě sono stati picchiati, umiliati, affamati e spezzati. Con l'aiuto della regista Clémence Davigo, finalmente si riuniscono per rompere il loro silenzio. Una cronaca commovente alla ricerca della memoria e della giustizia.

Allo Spazio Alfieri la giornata inizia la mattina, dalle 10 (ingresso libero), con le proiezioni di Doc at work - Future Campus: “Of dreams in the dream of another mirror” di Zhu Yunyi e “The ghost from Mariupol” di Marie Chemin, “Ardent other” di Alice Brygo. L’omaggio a Pedro Costa continua alle 15 con “In Vanda’s room” del 2000, che segue la vita quotidiana di Vanda Duarte, eroinomane, nel quartiere di Fontainhas, una baraccopoli della periferia di Lisbona, e poi alle 21.15 con “Where does your hidden smile lie?”, occhio sul lavoro del team di registi Jean-Marie Straub e Daničle Huillet che rielaborano il loro film Sicilia!, discutendo e litigando su ogni taglio e sui suoi effetti. Alle 18, invece, per la retrospettiva dedicata a Tatiana Huezo propone la proiezione “The tiniest place”, la regista in questo film del 2011 viaggia dal Messico nel suo paese d'origine per accogliere le testimonianze della guerra civile in El Savador. Chiude poi, per il concorso italiano, la proiezione alle 20 di “Agŕpe” di Velania A. Mesay, T. Mellina Bares, storie che indaga l’affettivitŕ per i richiedenti asilo, per i quali, quando tutto viene a mancare, l’ultima fiammella a spegnersi è l’amore o la speranza di poterlo trovare.

07/11/2023, 10:59