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VENEZIA 80 - "Across", un viaggio nel sacro


VENEZIA 80 -
Cinema come atto totalizzante, come fiducia nel racconto, come affidamento (di sé e delle proprie paure). Vista sul grande schermo la vita (altrui, così come la propria) appare da un punto di vista più chiaro, il distacco tra la platea e l'immagine permette una comprensione altrimenti inedita: potrebbero essere queste le coordinate per approcciare la visione (e le motivazioni che ne hanno guidato la lunghissima lavorazione) di "Across", film-confessione della giovane regista trentina Irene Dorigotti, presentato in antepria mondiale alle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori.

E' la stessa regista al centro della scena, l'Irene che si muove seguita dalla voce narrante che prova a illustrarle il mondo. Cresciuta nelle Alpi italiane con una famiglia legata al viaggio e alla cultura scout, durante l’esposizione della Sindone a Torino parte alla ricerca di un percorso religioso.

Questa la trama, ma è solo uno spunto per le tantissime divagazioni (estetiche prima ancora che narrative) del film, definito un "road movie spirituale" ma che è anche dichiarazione d'intenti autoriale da parte di un'autrice che rifugge istintivamente la banalità.

Dall'Italia al Messico, dal Vietnam alla Cambogia: ma anche dal documentario puro all'animazione (più o meno) astratta, dalla messa in scena (con un Gesù per le strade torinesi, e non solo) al film verità, dalle immagini rubate (una confessione in tenuta da scout a quello che sembra essere un vero prete) a simboli e illusioni visive in quantità. Nota di merito al lavoro di montaggio, quantomai complesso, di Enrico Giovannone.

Rifugge alle definizioni (se non a un sintetico e superficiale "sperimentazioni"), "Across". La stessa Dorigotti lo descrive come "una performance che intreccia finzione e realtà", in cui i ricordi da scout sono un punto di partenza importante che diventano quasi un filtro da cui osservare la realtà circostante.
"Oggi sono una persona abbastanza riservata, che ogni tanto prende decisioni avventate seguendo l’istinto e piccoli segni del destino o qualunque cosa sia. Proprio grazie a uno di questi colpi di testa ho iniziato questo progetto, dedicandomi totalmente a un esperimento: realizzare un film sul concetto del sacro".

L'avventatezza è tante volte pericolosa, ma sa anche offrirci esperienze uniche, che mai sarebbero esistite senza.

03/09/2023, 12:45

Carlo Griseri