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ISCHIA FILM FESTIVAL 21 - Dieci opere nella sezione Location Negata


ISCHIA FILM FESTIVAL 21 - Dieci opere nella sezione Location Negata
"A Ischia il paesaggio non è solo fondamentale per scoprire luoghi e territori di un cinema meraviglioso che a volte non si conosce, ma è anche e soprattutto contenuto simbolico e politico in grado di attivare riflessioni sull'attualità e sul senso dello stare al mondo. In tal senso "Location Negata" è la nostra cornice immancabile, con cui affrontiamo la contemporaneità e, soprattutto, proviamo a fare luce su ciò che spesso gli altri, intenzionalmente, vogliono lasciare al buio" così dichiara Michelangelo Messina, direttore artistico del Festival, prossimo alla sua ventunesima inaugurazione e annata.

10 opere che non solo hanno il merito di offrirci un'idea di lontananza, ma soprattutto chiedono allo spettatore una chiave per affrontare il tempo che vive.

Tra i 5 lungometraggi troviamo, in anteprima europea, "The voices of Artic" di Ivan Vdovin, un viaggio memorabile lungo una geografia inesplorata tra abissi di Nord estremo e volti senza nome. Opera imponente, che va oltre il registro antropologico, è il quadro di un continente che nessuno aveva mai filmato prima.

Lungo ricordi di città e rovine moderne, il paesaggio del film di Firat Ozeler, "Kavur" (anteprima italiana) racconta, invece, senza retorica e con fascinazione onirica, la notte oscura del cinema, tra immagini di solitudine e l'incostante ricerca di una verità in grado di salvarci.

L'attualità dell'impegno ecologista è al centro di "The illusion of abundance" (anteprima campana) che, con la doppia regia di Erika Gonzalez Ramirez e Matthieu Lietaert è, a suo modo, un manifesto che racconta non solo un'idea di lotta, ma soprattutto di protezione del proprio territorio.

E poi c'è naturalmente l'Italia.

Firmato da Christian Carmosino Mereu "Il paese delle persone integre" è, con il suo sguardo intenso e pervasivo, un analitico affresco storico della realtà umana e sociale perennemente in bilico di uno dei territori d'Africa più controversi, il Burkina Faso.

La notte di Milano è la location negata di Elettra Gallone che con "Incontrando Samir la sera" (anteprima campana) traccia attraverso i passi del suo protagonista senzatetto un perimetro toccante e significativo delle relazioni urbane e del senso di appartenenza.

Nella rosa dei 5 cortometraggi, l'attualità bellica emerge con l'esperimento cine-fotografico di "Three Windows on South West" (anteprima italiana) con cui la regista Mariia Ponomarova, tra istantanee e suoni urbani, affronta il conflitto ucraino lasciando la strage fuori campo e lavorando solamente sull' idea poetica di voce e finestre.

"Estrellas del desierto" (anteprima campana) diretto da Katherina Harder ci conduce, invece, lungo certe strade inesplorate del deserto di Atacama, costruendo un delicato cortometraggio di resistenza tra passione sportiva e incubi di siccità.

D'altro canto non mancano cinematografie audaci, come quella palestinese, che con l'autore Bilal Alkhatib, regista di "Palestine 87" (anteprima campana), traccia il sentiero di una pericolosa fuga innocente, che ci porta all'interno di un nascondiglio che è metafora più ampia e simbolica del tema dell' Intifada.

Di produzione francese, ma di ambientazione marocchina, "Sur la tombe de mon père" (anteprima campana) diretto da Jawahine Zentar, è un racconto autobiografico che si snoda lungo i silenzi di una veglia funebre, nel quale ciò che si nega non rinvia solo a un territorio, ma a un percorso familiare ed esistenziale.

Infine, ancora una volta l'Italia. Nora Trebastoni, regista esordiente siciliana, ci mostra con "Il richiamo del vuoto" (anteprima campana) la trama misteriosa di un incontro inatteso il cui sentimento resta poeticamente evocato da scenari di saline sospese e instancabili pescherecci, tra terra e mare, vicino e lontano.

20/06/2023, 07:05