La vicinanza affettiva e il contatto fisico rappresentano una delle necessità più profonde degli uomini. Necessità tanto importante quanto pericolosa nel caso in cui si dovesse perdere per il troppo amore il senso del limite. Perdere di vista il confine, non saper reagire alle difficoltà, può generare un grande dolore. Stabiliti alcuni principi cardine e alcune immaggini fondamentali, sul set era la tensione naturale tra la luce, lo spazio e le sensazioni degli attori a determinare il risultato.
Lasciando spazio all’improvvisazione e alla ricerca di determinate emozioni già presenti nella memoria degli attori, il clima di lavoro si è stabilito fluido e privo di una visibile barriera tra finzione e realtà.
L’utilizzo del bianco e nero favorisce l’astrazione visiva delle crude verità colte in camera. Un movimento costante di camera restituisce il respiro musicale di un'esecuzione fatta a mano libera, umana e ancora una volta naturale e in costante empatia con le emozioni generate dagli
attori.
Il formato 4:3 e l’utilizzo di un’unica lente da 35mm avvicina gli attori tra loro amplificando il significato più profondo di questo corto
Davide Santi