FRANCESCO CIAMPI - Sono un artigiano del cinema


Intervista all’attore pratese co-protagonista de “Il cacio con le pere”, film che ha anche scritto con Luca Calvani al suo esordio alla regia. Dal 9 marzo al cinema, prodotto da Gate 99 Srl e IOK 1 Production.


FRANCESCO CIAMPI - Sono un artigiano del cinema
Francesco Ciampi
Si definisce un artigiano del cinema Francesco Ciampi con i suoi 30 anni di carriera in film, per citarne alcuni, come “I laureati” di Leonardo Pieraccioni, con il quale ha lavorato anche in “Fuochi d’artificio”, “Un fantastico via vai” e “Se son rose”, “Un’estate al mare” di Carlo Vanzina, “Il mio sogno a stelle e strisce” di Massimo Ceccherini e “Cenci in Cina” di Marco Limberti, che ha anche sceneggiato. Nel 2019 è stato il protagonista di “Forse è solo mal di mare”, diretto da Simona De Simone, al fianco di Maria Grazia Cucinotta.

Ne “Il cacio con le pere”, esordio alla regia dell’attore e conduttore tv Luca Calvani, dal 9 marzo 2023 in sala, Francesco Ciampi ricopre il doppio ruolo di co-protagonista e co-sceneggiatore con lo stesso Calvani e Alessio Venturini. Una commedia garbata e divertente che racconta la storia di due fratelli, Fred e Fosco Ruspanti, uno l’opposto dell’altro, divisi da vecchi rancori e da un diverso modo di guardare alla vita. Quando Fred, attore in declino, deciderà di ritornare nel borgo toscano dove è nato e cresciuto, la convivenza forzata con il fratello Fosco, dolce e un po’ imbranato che lavora in un minimarket, non sarà facile. Ma presto Fred riscoprirà un contatto con le proprie radici e Fosco una nuova spinta per cambiare la sua vita. Nel cast anche Anna Safroncik, Marta Zoffoli, Elena Di Cioccio, Giusi Merli, Gianluca Gori e Geppi Cucciari.

“Il film è come un nostro figlio”, ci ha spiegato Francesco Ciampi, “all’anteprima a Prato con il pubblico abbiamo avuto un riscontro molto positivo, se ci metti la passione vuol dire che ci metti tutto e alla fine arrivi al cuore delle persone, e se arrivi al cuore hai vinto. È un film che parla di speranza, che ci dice che le situazioni non sono mai definitive, ma si può sempre ripartire con l’amore o in un rapporto complicato tra fratelli, aspetti che sono interessanti e sicuramente qualcuno del pubblico si rivedrà nel film. Il cinema è anche questo, far entrare lo spettatore in sala e fargli dimenticare i problemi che ha a casa, non si pretende di insegnare nulla a nessuno, ma almeno di emozionare”.

Un film che Luca Calvani ha dichiarato essere in parte autobiografico, come avete lavorato insieme alla scrittura?

“Io e Luca Calvani ci conosciamo da quando lui aveva 16 anni, abbiamo frequentato la stessa scuola di Prato dove c’era e c’è ancora il gruppo teatrale di cui facevamo parte. Ci siamo rincontrati nel 2009 in Versilia e abbiamo deciso che dovevamo fare qualcosa insieme, da lì abbiamo iniziato a scrivere, a pensare alla storia di due fratelli che rispecchiavano in parte la natura di entrambi, lui giramondo, che va a realizzare altrove il suo sogno, come fa Fred, mentre io sono sempre stato più legato al mio territorio e il mio sogno ho cercato di portarlo avanti da qui, ho sempre costruito tutto dal territorio toscano, come fa Fosco. Fare cinema da qui è difficile, se fossi andato a Roma non so cosa sarebbe successo, ma sono andato avanti e indietro con il treno, volevo stare vicino alla mia famiglia, ai miei figli, ho sempre messo al centro la mia città, la mia regione, con le location, le persone, le maestranze, perché il cinema si può fare in qualsiasi parte del mondo. Tutto questo ha influenzato in un certo senso il film, ci siamo un po’ raccontati non volutamente, la nostra natura è venuta fuori nei personaggi, poi da attori li abbiamo caratterizzati, io fortunatamente non sono proprio come Fosco (ride)”.

“Il cacio con le pere” è una tipica commedia toscana, fatta di buoni sentimenti e tanta ironia, il pensiero va, per esempio, a “Il Ciclone” di Pieraccioni…

“La Toscana l’abbiamo proprio nel Dna, la viviamo, la respiriamo, perciò ci piace anche raccontarla. Noi toscani non abbiamo paura di prenderci in giro, prendiamo in giro anche la morte come succede nel film e come ha raccontato tante volte anche Mario Monicelli, si ride su un funerale invece di piangere, probabilmente questa ironia da folli piace alle persone”.

È un film che parla di speranza, cosa speri invece per la tua carriera?

“Sono più di 30 anni che lavoro come attore e non la considero una carriera ma la considero una gavetta, sono stato una sorta di artigiano del cinema, valuto molto le opere e i personaggi che mi vengono proposti, li studio molto, me li costruisco per cercare di dare il massimo, e l’ho fatto ovviamente anche con Fosco Ruspanti. Sogno ovviamente di essere più spesso protagonista dei film, però nel cinema ci sono molte incognite. “Il cacio con le pere” è il mio terzo film da protagonista, ne uscirà un altro prossimamente, un film indipendente. Tante volte mi trovo davanti persone che mi dicono che a 56 anni un attore è finito, ma credo sia difficile fare interpretare uno zio o un nonno a uno di 25 anni! Che cosa puoi rispondere a uno che ti dice che a 56 anni sei finito? Io sarò finito da morto. Sono un grande sognatore e ho la fortuna di avere una famiglia che mi appoggia tanto, non mi arrendo. Una volta mi chiesero che paura ha un sognatore, ho risposto che non ha paura di niente perché pur di realizzare quello che vuole è disposto ad andare dritto per la sua strada, trova il sistema per sconfiggere la paura, se capisce che quella strada non è quella giusta si ferma, si guarda intorno e riparte. La paura e il sacrificio il sognatore non li sente perché parte tutto dal cuore e dalla passione”.

Che tipo di film ti piacerebbe interpretare in futuro?

“La maggior parte delle persone mi conosce come attore comico, mi sono prestato per alcune opere al drammatico e non ti nascondo che non solo mi piace ma credo di riuscire a emozionare anche con quel genere. Mi piace molto mettermi in gioco, sono nato caratterista, per questo probabilmente vado a studiare fino in fondo i personaggi”.

Dove ti vedremo prossimamente?

“Ho avuto proposte per un altro film, ma mi piacerebbe molto continuare a lavorare con Calvani perché mi sono trovato bene con lui sia quando abbiamo scritto insieme il film sia quando mi ha diretto, mi sono messo completamente nelle sue mani. Molti ci chiedono di fare il sequel de “Il cacio con le pere”, ma va bene anche un’altra storia, forse un’idea c’è già, mi piacerebbe lavorare con la stessa squadra perché c’è stato un grande affiatamento”.

06/03/2023, 12:21

Caterina Sabato