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TRIESTE E' BELLA DI NOTTE - La Rotta della Speranza


Il nuovo documentario di Andrea Segre racconta i migranti al confine tra Italia e Slovenia. Presentato in Selezione Ufficiale Fuori Concorso al 34. Trieste Film Festival. Una produzione ZaLab Film e Vulcano. Dal 23 gennaio in tour con gli autori nelle sale cinematografiche italiane.


TRIESTE E' BELLA DI NOTTE - La Rotta della Speranza
"Trieste è bella di notte" di Andrea Segre
In un confine interno dell’Unione Europea, quello tra Italia e Slovenia, pochi chilometri sopra Trieste, i migranti asiatici della rotta balcanica che riescono ad attraversare la frontiera rischiano di essere fermati dalle forze dell’ordine italiane e rispediti indietro fino in Bosnia, senza venire identificati e senza avere la possibilità di fare richiesta di asilo. Il Ministero dell’Interno definisce queste operazioni “riammissioni informali” e le ha introdotte nel maggio 2020. A gennaio 2021 il Tribunale di Roma le ha sancite come illegali e sono state sospese fino al 28 novembre 2022, quando il Ministro Piantedosi le ha riattivate. Come avvengono queste operazioni? Cosa succede a chi le subisce? Protagonisti di "Trieste è bella di notte" sono i migranti respinti.

Andrea Segre, da sempre autore sensibile alle tematiche sociali, nel suo nuovo documentario affronta questo tema spinoso e fa parlare i protagonisti di quello che viene definito “game”, ovvero il viaggio che gruppi di pakistani e afghani intraprendono andando incontro a diverse insidie, al freddo, alla paura e alla fame, bevendo dalle pozzanghere, non sapendo se saranno respinti, quale sarà il loro destino. Alternando alle testimonianze le immagini girate con gli smartphone delle temerarie migrazioni, il regista mostra le speranze e le tragedie umane dietro quello che i paesi occidentali affrontano come “carico residuale”, come danni collaterali.

Non si può rimanere indifferenti ai racconti di giovani di grande speranze ma di poche possibilità che descrivono di come hanno dovuto lasciare sul loro cammino compagni sfortunati, morti precipitando da grandi altezze, o come sono sopravvissuti mangiando foglie “condendole” con ketchup, parte della spesa fatta prima di partire, e pensando con rassegnazione fino a che punto sono arrivati, vite dipendenti da scelte politiche. Così il confine tra Italia e Slovenia, sulle colline sopra Trieste, “se lo attraversi a piedi di notte vedi le luci della città brillare nel mare e può sembrare l’avverarsi di un sogno. O l’inizio di un incubo”.

Documentari come questi sono capaci di mostrare il volto vero, la quotidianità di quello che viene ogni giorno raccontato dai telegiornali, sottofondo delle nostre vite, portando a una riflessione profonda sull’annosa questione delle migrazioni, tenendo però conto soprattutto del fattore umano che spesso sfugge alle logiche di governo.

25/01/2023, 08:35

Caterina Sabato