TFF40 - Luca Ferri: "Perche' ho scelto il Divino Otelma"
Perché questa scelta?
Sentivo la voglia di qualcosa di sregolato, mi piace misurarmi con i miei limiti. Alzare il livello di rischio mi sembrava la cosa migliore per me, anche se questa materia era una vera matassa da sbrogliare, che ho imparato a conoscere meglio settimana dopo settimana.
Si poteva prendere una deriva pop che abbiamo evitato, non mettendo il suo nome d'arte nel titolo o la sua faccia in locandina, e che eviteremo anche in fase di distribuzione.
Cosa sapevi di Otelma?
Avevo dei pregiudizi, ma l'apparenza è un grande tranello. La struttura del film, nata all'improvviso dopo che era stata impostata diversamente, ha aiutato molto, ci dava dei tempi che con una produzione normale non avremmo mai avuto, un anno di incontri e di riflessioni su quanto settimana dopo settimana raccoglievamo e iniziavamo a montare. Non ci sono salti temporali di montaggio, dalle 75 ore circa di girato abbiamo tratto il materiale che ci sembrava più adatto di volta in volta.
Qual era l'idea iniziale, prima che la pandemia stravolgesse tutto?
Volevo fare con il Divino un rito contro il cinema italiano, avevo scritto una sorta di rituale. Ma meglio così, sono felice della svolta presa anche se non credo userò mai più mezzi come Skype, Whatsapp o i cellulari per fare un film...
Ogni progetto nasce con una sua natura e capisco come sia meglio svilupparlo, se in pellicola o in VHS o con altri mezzi, come ho fatto in passato. L'importante è non partire mai con la voglia di stupire a tutti i costi, ma agire solo per il bene del film.
Trarrai qualche insegnamento da questa lavorazione così diversa dal tuo solito per i progetti futuri?
Sinceramente non credo. Ora siamo al lavoro sui sopralluoghi di un nuovo progetto, "Bramafam, il Botanico Architetto Pejrone Paolo": sarà un'altra bella sfida, un altro personaggio unico e speciale.
27/11/2022, 10:57
Carlo Griseri
