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XX SECOLO. L'INVENZIONE PIU' BELLA - Al via la seconda edizione


XX SECOLO. L'INVENZIONE PIU' BELLA - Al via la seconda edizione
Dopo il successo che ha salutato la prima edizione, torna dal 24 ottobre a Roma (e presto in altre città italiane) XX SECOLO. L’INVENZIONE PIÙ BELLA, la rassegna promossa da CSC – Cineteca Nazionale con il sostegno del Ministero della Cultura e in collaborazione con Circuito Cinema: curato ancora una volta da Cesare Petrillo (tra i più autorevoli conoscitori, non solo in Italia, di “cinema classico”, e fondatore con Vieri Razzini di Teodora Film), questo secondo viaggio nella storia del cinema – in programma fino al 4 giugno 2023 – è pronto ad accompagnare gli spettatori alla scoperta (o riscoperta) di nomi e titoli mitici della storia del cinema: 200 i capolavori che torneranno finalmente sul grande schermo, in DCP e in 35mm, sempre in versione originale con sottotitoli italiani, in questa nuova edizione, che conferma i suoi ormai tradizionali giorni di programmazione al cinema Quattro Fontane (ogni lunedì, martedì e mercoledì, e la domenica mattina).

Racconta Marta Donzelli, presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia: «Lo scorso anno abbiamo scommesso sull’idea che viaggiare nella storia del cinema, consentendo al pubblico di scoprire o riscoprire dei grandissimi film sul grande schermo, fosse il modo migliore di riavvicinare gli spettatori alle sale cinematografiche, ritrovando un piacere che per troppo tempo ci era stato sottratto. Giorno dopo giorno l’appuntamento con i film di XX SECOLO è diventata una abitudine per molti spettatori di ogni età, con numeri che hanno superato ogni più rosea aspettativa. Non potevamo quindi che chiedere al nostro curatore Cesare Petrillo di continuare e rilanciare con una seconda edizione ricca tanti nuovi titoli, questa volta oltre duecento, in un percorso ancora più ampio che prevede di settimana in settimana una doppia rassegna per esplorare mondi sempre nuovi e generi diversi. Le regole del gioco però sono sempre le stesse: scegliere solo film che, almeno a noi, sembra impossibile non amare. Film che avremo voglia di rivedere, film che non potremo fare a meno di consigliare».

Spiega Cesare Petrillo, curatore di XX secolo. L’invenzione più bella: «Dopo l’esperienza esaltante della scorsa stagione, proviamo a fare il bis allargando gli orizzonti (quest’anno vedremo film più tosti o meno popolari, che dir si voglia) e aumentando il numero di spettacoli (si passa da sette a dieci proiezioni settimanali). La corazzata americana vede Kubrick, Ford e Marlene Dietrich a guidare la parata di quest’anno. Allo stesso tempo tre registi amatissimi, Ozu, Renoir e il nostro trascurato Marco Ferreri. Sarà un anno pieno di sorprese».

Continua Alberto Anile, Conservatore della Cineteca Nazionale: «Il XX secolo non è mai finito. Il grande cinema del Novecento è un serbatoio inesauribile di generi e di autori, che fornirà nuovo carburante alla seconda corsa di questa nostra impresa. La differenza più grossa rispetto alla scorsa edizione è l’allargamento degli orizzonti; alla predominanza di cinema americano si sostituisce uno sguardo il più possibile globale, che va dalla Francia di Jean Renoir al Giappone di Ozu Yasujirō, continuando a tenere ben saldo l’occhio sulla lezione americana (sua maestà John Ford, con un pugno di classici tra cui l’archetipo Ombre rosse) e in particolar modo sulle specialissime pietanze cucinate da autori di origine europea consacrati oltreoceano: Frank Borzage, Billy Wilder, Josef von Sternberg, ancora Ernst Lubitsch. In questa prima parte, da fine ottobre a metà dicembre, i numi tutelari saranno comunque due europei diversissimi: Stanley Kubrick (americano di nascita ma naturalizzato britannico) e il nostro Marco Ferreri, portatori di due qualità antitetiche ma necessarie, l’eleganza e la rabbia. Fra i tableaux vivant di Barry Lindon e gli eccessi della Grande abbuffata, fra le geometrie di 2001: Odissea nello spazio e gli oltraggi dell’Ape Regina c’è tutta la maestosità e la scorrettezza di cui avrebbero bisogno questi anni inquieti e fintamente anticonformisti».


Ad aprire la prima parte della seconda edizione, due tra i massimi autori della storia del cinema: STANLEY KUBRICK, regista geniale di un pugno di film (appena 13 in quasi cinquant’anni di attività) diversissimi per genere, tono e soggetto ma accomunati dalla perfezione della messa in scena; e OZU YASUJIRO, “il più giapponese dei registi giapponesi”, con le sue storie di famiglia apparentemente minime eppure capaci di restituirci l’universalità dei sentimenti e della vita, tra malinconia, leggerezza e un sottile filo rosso di umorismo.

Di Kubrick si vedranno Il bacio dell’assassino (1955), che pure nei limiti del budget e nella secchezza di una storia da b-movie (l’incontro tra un pugile a fine carriera e una ballerina di night club), lascia intuire la grandezza a venire; Orizzonti di gloria (1957), caposaldo del cinema antimilitarista ambientato nelle trincee della Prima guerra mondiale e proibito in Francia fino al 1975 con l’accusa di ledere l’onore delle forze armate d’Oltralpe; Lolita (1962), adattamento del romanzo di Nabokov firmato dallo stesso scrittore; Il dottor Stranamore (1964), satira scatenata della follia bellicista in piena guerra fredda, dove l’ossessione di Kubrick per la guerra assume le forme di farsa feroce e raggelata; 2001: Odissea nello Spazio (1968), che un anno prima dell’allunaggio “inventa” la fantascienza adulta, cambiando per sempre un genere (e un immaginario); Arancia meccanica (1971), riflessione disturbante – e spesso fraintesa – sulla violenza, tratta dal controverso romanzo di Anthony Burgess; Barry Lyndon (1975), le avventure di un aristocratico arrampicatore sociale in un Settecento a lume di candela (grazie alle speciali lenti della Nasa usate per le riprese in interni); Full Metal Jacket (1987), ancora una riflessione sull’orrore insensato della guerra (stavolta quella del Vietnam); e l’ultimo Eyes Wide Shut (1999), che attinge al “Doppio sogno” di Schnitzler per raccontare con la coppia di star Cruise/Kidman (e forse sulla loro pelle) la crisi coniugale di una coppia dell’alta borghesia newyorkese.

Sei i film di Ozu: Tarda primavera (1949), il film-modello di tutta la produzione del dopoguerra del suo autore, commovente confronto tra un professore vedovo che vorrebbe vedere la figlia sposata, e la figlia che non vuole lasciarlo solo; Viaggio a Tokyo (1953), probabilmente il titolo più famoso di tutta la sua filmografia, cronaca venata di amarezza del viaggio di un’anziana coppia che per la prima volta fa visita ai figli sposati che vivono nella capitale; Fiori di equinozio (1958), primo film a colori del regista, ironica indagine sulla perdita di autorità della figura paterna; Buon giorno (1959), auto-remake di un successo girato da Ozu decenni prima, gustosa commedia sul progresso (e il consumismo alle porte) con due terribili fratellini desiderosi di possedere un televisore; l’ironico, ma impregnato di agrodolce, Tardo autunno (1960), e infine l’ultimo film, Il gusto del sake (1962), un’elegia del tempo che scorre in cui si ritrovano personaggi e situazioni tipiche del cinema di Ozu.

Dal 7 al 27 novembre spazio ad altri due giganti: JOHN FORD (con la proiezione di Tutta la città ne parla, Uragano, Alba di gloria, Ombre rosse, Furore, Com’era verde la mia valle, I sacrificati di Bataan, Sfida infernale, Il massacro di Fort Apache, I cavalieri del nord ovest, Rio Bravo, La carovana dei mormoni, Un uomo tranquillo, Il sole splende alto, Sentieri selvaggi e L’uomo che uccise Liberty Valance) e JEAN RENOIR (La Cagna, La palude della morte, L’angelo del male, La carrozza d’oro, Il fiume, La grande illusione, La regola del gioco, Il delitto del signor Lange).

Dal 28 novembre all’11 dicembre, per concludere questa prima tranche, occhi puntati su una delle dive più amate della storia e sul più sulfureo dei cineasti italiani: MARLENE DIETRICH (con Marocco e Shanghai Express di Josef von Sternberg, Desiderio di Frank Borzage, Angelo di Ernest Lubitsch, Partita d’azzardo di George Marshall, Scandalo internazionale e Testimone d’accusa di Billy Wilder) e MARCO FERRERI (Dillinger è morto, La grande abbuffata, Marcia nuziale, La donna scimmia, Chiedo asilo, El Cochecito, Storia di Piera, Break Up – L’uomo dei cinque palloni, Una storia moderna – L’ape regina e La casa del sorriso).

23/10/2022, 09:09