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VENEZIA 79 - "Gli ultimi giorni dell'umanita'"


Un documentario fiume, che sfora le tre ore di durata, per omaggiare il lavoro, la vita e le idee cinematografiche di enrico ghezzi


VENEZIA 79 -
E' un'opera mondo, "Gli ultimi giorni dell'umanità". Tre ore e quindici minuti di montaggio che (auto)celebra il lavoro di una vita di enrico ghezzi (co-regista insieme ad alessandro gagliardo, mentre la figlia Aura è spesso davanti alla macchina da presa).

Un'opera che racchiude materiali d'archivio estremamente eterogenei ma fortemente cinematografici, che sono stati poi - in scuola Blob e Fuori Orario - assemblati e arricchiti di un senso nuovo dopo essere stati acquisiti, digitalizzati, archiviati, metadatati e lavorati.

Basterebbe l'elenco degli autori di cui si vede qualche immagine per completare questo testo: Abel Ferrara, Guy Debord, Aleksandr Sokurov, Bela Tarr, Straub&Huillet, Hans-Jürgen Syberberg, Koji Wakamatsu, Sergej Paradžanov, Otar Iosseliani, Shin'ya Tsukamoto, Luciano Emmer, Bernardo Bertolucci, Carmelo Bene, Federico Fellini e tanti altri grandi.

Un film che poteva durare molto di più e che poteva anche (a tratti nei quattro anni di lavorazione il rischio si è percepito) non finire mai: "Gli ultimi giorni dell'umanità" parte dall'archivio privato di ghezzi e sublima una vita intera dedicata al lavoro sui materiali, sul senso del cinema e ancor più delle immagini.

Sono tanti, inoltre, le altre fonti che si sono miscelate al materiale di partenza, dall’agenzia di stampa russa Ruptly all’archivio malastradafilm, dall’archivio dell’astronauta Jean-Francois Clervoy a estratti dall’archivio Val del Omar, e poi ancora tanto, tanto tanto cinema dal mondo. E le interviste, se così si possono chiamare, che ghezzi negli anni ha raccolto con la sua camerina nei festival di tutto il mondo.

"Gli ultimi giorni dell'umanità" è un'opera da subire, a cui soccombere serenamente, impossibile da prendere a piccole dosi ma anche ostica da affrontare nel suo insieme. Esattamente ciò che voleva essere, e ciò che è giusto che sia: una sfida allo spettatore, un atto coraggioso di elevare la "settima arte" a qualcosa di più, di altro, di oltre.

07/09/2022, 17:30

Carlo Griseri