Le lunghe giornate dell'adolescenza, fatte di tempi morti e da riempire, di scherzi con gli amici e di qualche timido (o sgraziato) approccio all'altro sesso. "
Faccia di cuscino" di
Saverio Cappiello, unico titolo italiano del Concorso internazionale Pardi di Domani al festival di Locarno 2022, racconta tutto questo pur non raccontando davvero nulla, se non uno dei tanti momenti apparentemente insignificanti della nostra formazione che poi, consapevoli o meno, serviranno a farci diventare gli adulti e le adulte che saremo.
Samuel, Danny e Stefano sono amici, anche se in ordine di età si bullizzano candidamente. Gli schermi dei cellulari gli mostrano il mondo, lontano apparentemente dalle loro quotidianità, vissute in un contesto periferico e solitario. Quando scorgono un video di due ragazze che stanno ballando su un molo vicino a loro, le raggiungono per guardarle "dal vero", per tentare di interagire. Da ciò che succederà cambierà la loro giornata.
Difficile riassumere quindici minuti di narrazione in cui ciò che sembra contare di più, al di là di ciò che si dice e si fa, è la nascita di una consapevolezza di sé. Provando a uniformarsi agli altri per farsi accettare, possiamo forse capire chi siamo.
Girato con effetto straniante in 4/3, "
Faccia di cuscino" è assolante come i colori del sud in cui si svolge, si struttura con i tempi anomali della vita e coinvolge nella sua solo apparente semplicità.
10/08/2022, 18:00
Carlo Griseri