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Note di regia di "Edith, una ballerina all'inferno"


Note di regia di
Realizzare un film sulla Memoria dell'Olocausto è una sfida molto delicata, che va affrontata con rigore: ho provato e scelto di raccontare senza spettacolarizzazione con il rispetto che un dramma del genere deve avere. La prima cosa che ho detto a tutti è che non siamo noi i protagonisti, è la storia. Per questo la macchina da presa mantiene una certa distanza da tutti gli interpreti, senza cercare la commozione a tutti i costi. Siamo portati a valutare un film in sala, senza considerare il processo che l'ha generato. Da regista sono davvero orgoglioso del risultato e più ancora del processo con cui è stato realizzato: Edith è stato prima di tutto un percorso, un’esperienza che i giovanissimi ballerini e ballerine provenienti dal liceo coreutico “Tito Livio” di Milano hanno vissuto sulla loro pelle. Narrazione, danza e cinema: il film è nato con l’idea di mescolare più linguaggi per provare a raccontare questa storia in modo che sia fruibile anche da un pubblico di giovanissimi. C’è bisogno di coinvolgerli con un linguaggio che li catturi. La speranza è che qualcosa rimanga in loro dopo la visione, che diventi uno strumento di discussione e riflessione anche sul nostro delicato presente.

Marco Zuin