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MARCO BOLOGNESI - Al 21° Trieste Science+Fiction Fest e al
19°Nightmare Film Fest con "Dystopia" e "Parallelism"


MARCO BOLOGNESI - Al 21° Trieste Science+Fiction Fest e al 19°Nightmare Film Fest con
Doppio debutto per l’artista visivo e regista Marco Bolognesi in uscita in due importanti festival italiani con due nuovi cortometraggi di animazione sperimentale: Dystopia sarà presentato in anteprima europea alla 19° edizione del Ravenna Nightmare Film Fest, domenica 31 ottobre alle 14.30 al Palazzo del Cinema e dei Congressi di Ravenna, alla presenza del regista e del curatore delle musiche Riccardo Nanni; mentre Parallelism sarà in anteprima italiana alla 21° edizione del Trieste Science+Fiction Festival, lunedì 1 novembre alle 16.00 al Cinema Ariston di Trieste, proiettato insieme a Dystopia. A Trieste la proiezione dei due film sarà seguita da un incontro con Marco Bolognesi moderato da Paola Bristot direttrice artistica del PFA - Piccolo Festival dell'Animazione di Pordenone.

Entrambi i lavori sono ambientati a Sendai City, città-mondo immaginaria, distopica e cyberpunk, dove si articola tutto l’immaginario di Bolognesi, in cui il futuro è raccontato come fosse una proiezione del presente e i temi dell’identità dell’individuo, il controllo e la sorveglianza ne sono protagonisti. A dare ispirazione per questo luogo al filmmaker bolognese è il racconto Burning Chrome di William Gibson (1982) dove compare la multinazionale giapponese, la Ono-Sendai che fabbrica un computer del futuro, l’Ono-Sendai Cyberspazio Seven. A Sendai City, Bolognesi dedica l’omonima serie di cinque cortometraggi, della quale Dystopia e Parallelism fanno parte, inaugurata con Blue Unnatural (2017) già vincitore dell’AltFF Alternative Film Festival e del Canadian Cinematography Awards nel 2020, e che sarà conclusa nel corso del 2022 con gli ultimi due capitoli, To Be Unnatural e No One Is Innocent.

Già vincitore dei premi Best Experimental all’Alternative Film Festival di Toronto e Best Cinematography all’Horror Underground Film & Screenplay Festival di Montreal, Dystopia ripercorre la vita e i traumi di George Halles che dopo una triste infanzia e un tragico incidente diventa un robot. Il suo nuovo cervello ‘positronico’ racchiude ancora delle memorie del suo passato umano che lo spingono a violare le tre famose leggi della robotica di Asimov innescando così paure, incubi e pulsioni violente. Teatro delle sue angosce, proiezione dei suoi incubi e del suo inconscio, è proprio Sendai City, luogo di un futuro futuribile con astronavi, robot che controllano, piogge acide, gas tossici, mutanti ed il mantra delle parole chiave “Order, Wellness and Safety”.

Premiato al Munich Music Video Awards di Monaco, al Global Music Awards de La Jolla (USA) e al Williamsburg International Film & Music Competition di New York, Parallelism è un progetto cross-mediale che comprende il film di Marco Bolognesi, il disco omonimo dei Central Unit – storica band new wave bolognese inserita da Rolling Stones fra le più significative in Italia, attiva dai primi anni ’80 - e una serie di installazioni e foto artistiche dello stesso Bolognesi. Ispirato al parallelismo, una teoria filosofica dualista dell’interazione mente-corpo che sostiene che gli eventi mentali si svolgono su un corso di esistenza parallelo ma non interagiscono causalmente l’uno con l’altro, il film narra di due mondi, due città parallele – la città utopica e la città distopica - quasi opposte, che comunicano fra di loro e arriveranno a fondersi in un’unica realtà “meticcia”. La musica dei Central Unit, il cui disco omonimo è in uscita a breve, è elemento fondante nella creazione del film, interagisce con la costruzione della storia, plasmandola e facendosi plasmare da essa.

Come gli altri lavori nati dalla fantasia di Bolognesi, Dystopia e Parallelism sono realizzati con tecniche d’animazione sperimentali e un’estetica che fa del citazionismo e del mash-up il suo punto di forza con continui rimandi a film cult degli anni ‘80, a serie giapponesi tokusatsu, ai videogiochi e ai lavori dei fumettisti italiani degli anni ’80 e a film di genere italiani degli anni ’60. Gli esterni, palazzi e astronavi, sono stati creati con la tecnica di animazione passo uno utilizzando modellini creati con materiali di recupero, gli interni degli edifici sono invece fotogrammi di film di genere italiani anni ’60 colorati a matita e poi collocati nelle nuove ambientazioni disegnate con pastelli ad olio ed animati a passo quattro. In particolare, per animare i personaggi e i veicoli all’interno delle città di Parallelism sono state utilizzate diverse tecniche, con masking e tracking, animazione 2D (“passo uno” e “passo quattro”), ma anche 3D per la città “sintetica” finale.

Hanno collaborato alla realizzazione di Dystopia, un team creativo di professionisti, tra cui Riccardo Nanni, musicista, compositore, arrangiatore e tecnico del suono – suo il brano di successo Mueve la Colita, incluso nella colonna sonora del film premio Oscar La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino – che ha curato le musiche, i suoni di ambientazione ed ha selezionato gli estratti di dialogo che danno voce ai personaggi del film; Susanna La Polla De Giovanni (Suz), cantante, cantautrice, compositrice e giornalista musicale per La Repubblica, che ha dato voce alla geisha di Sendai City e Fabiola Ricci, attrice, cantante, regista, docente, che ha curato le voci e il cantato della colonna sonora.

Per Parallelism, il team creativo comprende oltre ai Central Unit, la cui musica è in un costante dialogo di contaminazione e ispirazione reciproca con le immagini del film, Roberto Costa, produttore dei dischi della band bolognese e per altri big della musica tra cui Lucio Dalla, Ivan Graziani, Mina, Gianni Morandi e Luciano Pavarotti, che ha curato il sound mixing. Riccardo Nanni, invece, insieme a Lorenzo Confetta - suo collaboratore di lunga data nonché sound designer nel documentario e nella pubblicità per marchi come Vogue China, Pitti, Dodo, Aia, Bulgari e Valentino - ha progettato e realizzato l'ambientazione sonora, elemento fondamentale all'interno delle animazioni.

La produzione di entrambi i lavori è a cura di Bomar Studio la società fondata da Marco Bolognesi nel 2006 a Londra e trasferitasi in Italia dal 2017. Nata come studio d’arte, concentrato principalmente sul contemporaneo, si è poi dedicata anche a produzione e distribuzione di cinema di animazione e sperimentale. Nel periodo londinese ha gestito e partecipato ad importanti mostre ed eventi, fra cui le personali in collaborazione con Olyvia Fine art a Londra e alla Casa Masaccio in Italia, e l’intervento alla Chicago Art Fair negli Stati Uniti, sviluppando successivamente collaborazioni con realtà italiane quali la Fondazione Solares di Parma, Art City Bologna e il museo Macro Asilo di Roma.

27/10/2021, 14:09