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CINEMAMBIENTE 24 - Il programma di domenica 3


CINEMAMBIENTE 24 - Il programma di domenica 3
Giornata con un cartellone fitto di appuntamenti al Festival Cinemambiente, dove le proiezioni si avviano nel primo pomeriggio (ore 15.30, Cinema Massimo – Sala Soldati) con due titoli della sezione Made in Italy.
Girato a Venezia, La città delle sirene, di Giovanni Pellegrini, è una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico, che minaccia di far scomparire il nostro mondo e di cui la splendida città sembra essere solo un fragile avamposto. Il film sarà seguito da un incontro con il regista.
Il film a seguire, Blue Future vede protagonista il mare, il Mediterraneo, risorsa essenziale per la vita e il lavoro di milioni persone, oggi ecosistema in pericolo. Una nuova generazione di persone, però, si sta mobilitando per rigenerarlo. Opera corale, il film è realizzato dal WWF e dal progetto Cogito insieme a tre giovani videomaker dell’area mediterranea: il croato Ante Gugić, il tunisino Rabii Ben Brahim e l’italiano Emanuele Quartarone. Girato in Croazia, Tunisia e Italia, il documentario racconta tre esperienze di altrettanti giovani – Marina, Rania e Simone – che, dopo aver viaggiato, studiato, cercato nuove idee, stanno mettendo in pratica l’“economia blu”, la nuova frontiera della sostenibilità applicata al mare. La proiezione sarà seguita da un incontro con Irene Ameglio, executive producer del film, e Beatrice Surano, content supervisor ed editor.

Sempre nel pomeriggio, per la sezione Panorama internazionale vengono proposti due titoli. Taming the Garden (ore 16, Cinema Massimo – Sala Cabiria) è un lungometraggio che affronta il concetto di sradicamento, inteso non solo in senso metaforico. La regista georgiana Salomé Jashi punta infatti l’obiettivo sul surreale hobby di un suo ricco e potente connazionale, che si diletta a prelevare enormi alberi centenari dalla costa per trapiantarli nel giardino di casa, stravolgendo i territori delle comunità locali. Tra tanti titoli di recentissima produzione, il Festival riserva uno spazio a un classico da riscoprire, Serengeti non morirà (Serengeti darf nicht sterben) (ore 17, Cinema Massimo – Sala Soldati), girato dallo zoologo tedesco Bernhard Grzimek nel celebre Parco nazionale della Tanzania. Vincitore del Premio Oscar nel 1960, considerato una pietra miliare del cinema naturalistico, il documentario fu all’epoca un grande successo, rafforzato dalla contemporanea uscita del libro omonimo. Il tempo lo ha fatto scivolare nell’oblio, ma le spettacolari ed emozionanti riprese della vita degli animali nella savana, unite alla preveggenza di Grzimek sull’importanza che i territori protetti avrebbero assunto nei decenni successivi per la conservazione delle specie a rischio, restituiscono oggi al film la sua intatta attualità. La proiezione sarà seguita da un incontro con il critico cinematografico Enzo Lavagnini.

Nel tardo pomeriggio, il Concorso documentari presenta l’unico film italiano in gara. Isole (ore 18, Cinema Massimo - Sala Cabiria), di Karine de Villers e Mario Brenta, è un film di montaggio che raccoglie materiali girati durante la pandemia da più di settanta autori di tutto il mondo. Nella condizione di isolamento evocata dal titolo, le immagini in arrivo da amici, colleghi, parenti o addirittura sconosciuti diventano il linguaggio universale in grado di cancellare le frontiere e riavvicinane gli uni agli altri: un patchwork di frammenti di realtà, di selfies dell’io interiore, di singolari visioni del mondo, che invita a pensare e riflettere. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.

In contemporanea, nel Salotto Arcobaleno allestito all’esterno del Cinema Massimo, proseguono le “conversazioni sul mondo che verrà”. L’ospite del nuovo appuntamento (ore 18.30) è Paolo Pileri, docente di progettazione e pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano, autore di Progettare lento, che interverrà sulle potenzialità del turismo e della mobilità slow.
In orario preserale (ore 19, Cinema Massimo – Sala Soldati) riprendono le proiezioni della sezione Made in Italy. Si può essere zoonomo al servizio dell’allevamento intensivo e nello stesso tempo avere un rapporto simbiotico e di profonda comunicazione con gli animali? La manza, di Chiara Ortolani, racconta, attraverso la testimonianza diretta del protagonista, l’esperienza di questa strana relazione, mettendo in luce una prospettiva inconsueta che può aiutarci a svelare le contraddizioni e l’ipocrisia dell’attuale società dei consumi e gli aspetti più profondamente irrisolti nel rapporto tra l’uomo e gli animali. Nel cortometraggio a seguire, Ogni posto è una miniera, Giuseppe Cederna e Simone Corallini dipingono un poetico ritratto del Quarticciolo. Come affacciandosi a una finestra, il noto attore e il regista colgono con il loro sguardo ricchezza e contraddizioni della borgata di Roma. Attraverso letture di poesie e racconti, il filo conduttore del loro viaggio diventa l’ambiente, la natura, il vivere, la società. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi Chiara Ortolani e Simone Corallini.

In serata, altri due titoli che gareggiano nel Concorso documentari. 70/30: Democracy’s Race against the Climate Crisis (ore 20, Cinema Massimo - Sala Cabiria), della danese Phie Ambo, affronta in modo diretto il tema della transizione a partire dal testo legislativo approvato due anni fa dal governo del suo Paese che prevede una riduzione del 70 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2030. Attraverso interviste a giovani attivisti e a responsabili delle istituzioni, il film si domanda se i rappresentanti eletti da una democrazia saranno realmente in grado di intervenire sulla crisi climatica e se la classe politica sia pronta a realizzare il cambiamento che farebbe della Danimarca un Paese pilota nella lotta al riscaldamento globale. La proiezione sarà seguita da un incontro online con la regista. A quasi dieci anni dall’uscita del primo Fuck for Forest (presentato al Festival nel 2013), l’omonima organizzazione no profit, che mette l’hard-core al servizio della battaglia per la salvaguardia delle foreste pluviali, ci riprova. Nel nuovo eco-porn Fuck for Forest – First Years (ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria) i due fondatori, i norvegesi Tommy Hol Ellingsen e Leona Johansson, ricostruiscono la storia degli esordi della loro organizzazione, nata a Oslo nel 2004: dall’idea di usare il sesso per la causa ambientalista, alle iniziali esibizioni live che attirano l’attenzione mediatica, alla realizzazione del primo film, ai contatti con le comunità amazzoniche e all’avvio della raccolta di fondi (spesso rifiutati, per la loro provenienza, dalle organizzazioni istituzionali) a sostegno di progetti di cooperazione internazionale. La proiezione sarà seguita da un incontro online con i registi.

In serata proseguono con quattro titoli anche le proiezioni di Made in Italy. Il primo film proposto (dalle ore 21, Cinema Massimo – Sala Soldati), Ricordo di una città, diretto da Camilla Marcotulli, è un mediometraggio ambientato nella provincia sud di Roma. Grazie al ritrovamento casuale di un ritaglio di un vecchio giornale, la regista viene a conoscenza di un’esplosione tossica avvenuta nella zona, di cui non aveva mai saputo nulla. Inizia così una ricerca in cui la memoria dei testimoni di allora riaffiora in una dimensione apparentemente senza tempo. Il film a seguire, Ciudad lineal, di Riccardo Bertoia, è un viaggio nella storia che, attingendo al materiale dell’archivio Superottimisti, racconta la Torino dagli anni Quaranta agli Ottanta. Ispiratosi all’utopia urbanistica di Arturo Soria y Mata, il film si configura come il ritratto corale di una città in trasformazione. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi.

Anche i due film proposti in seconda serata (dalle ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Soldati) si occupano di habitat umani soggetti a grandi cambiamenti. Living in a Postcard, di Christian Nicoletta, è una riflessione ad ampio raggio sul turismo come fenomeno di massa cresciuto negli anni senza sosta, che pone diversi interrogativi. Può esistere un turismo che contempera necessità dei viaggiatori e necessità dei residenti? Gli effetti del lockdown hanno davvero mitigato nelle mete da cartolina i problemi creati dal turismo di massa?
L’atmosfera della città può essere specchio e stimolo degli stati d’animo di chi ne percorre gli spazi e ne scopre stranianti trasformazioni. Mario Piavoli coglie questo sentimento di spaesamento con il suo Attraverso, un breve viaggio tra il cemento e i meandri della psiche: archeologie industriali, nuovi mezzi di trasporto e moderne strutture architettoniche sono l’ambientazione in cui un uomo vaga, come un flâneur del terzo millennio.
Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi.

02/10/2021, 15:33