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COMEDIANS - L'esigenza di far ridere correttamente


Il nuovo film di Gabriele Salvatores racconta le vicende di sei comici che devono affrontare òa serata del loro spettacolo. Una riflessione sul Politicamente corretto di fronte all'esigenza di trovare nuove strade per divertire il pubblico. Con Chistian De Sica, Natalino Balasso, Ale & Franz, Giulio Pranno In sala dal 9 giugno con 01 Distribution


COMEDIANS - L'esigenza di far ridere correttamente
"Comedians" di Gabriele Salvatores
A dispetto del titolo, "Comedians", il nuovo film di Gabriele Salvatores fa tutto, tranne che ridere. Solleva anzi una grande questione morale, decisamente attuale: sembra capitare “a fagiolo”, in questo momento storico in cui esiste un grande dibattito intorno alle tematiche del politicamente corretto e della libertà di espressione.

Il film ha un cast d’eccezione a cominciare da Christian De Sica e Natalino Balasso per proseguire poi con Ale e Franz, Marco Bonadei, Walter Leonardi, Riccardo Maranzana, Giulio Pranno, Vincenzo Zampa, Demetra Bellina e Aram Kian.

I protagonisti sono sei aspiranti comici, molto tristi. Non si sa bene perché abbiano scelto di tentare questa carriera: forse cercano riscatto sociale, forse un'altra vita, forse cercano solo fama e denaro. È la sera del loro spettacolo, in cui metteranno in scena i pezzi che hanno preparato durante il corso di stand up comedy, tenuto dal loro insegnante, un sempre ottimo Natalino Balasso. Ad esaminarli quella sera ci sarà un famoso comico, interpretato giustamente da Christian De Sica, proprietario di un’agenzia, che potrà dunque scritturarli se soddisfatto della performance.
Una grande serata, una grande opportunità, e il primo grande dilemma: portare in scena i pezzi preparati con il loro insegnante, che è per una comicità più fine, contro i soliti stereotipi, che abbia una sua morale, o cambiarli un po’ per piacere all'esaminatore, che come è noto a tutti, e come lui stesso dichiara, vuole comici, non filosofi, e preferisce una comicità nazionalpopolare, spiccia, semplice, cinica?

Il testo originale, di cui Salvatores ha tenuto praticamente tutte le battute, è stato scritto nel 1976 da un autore londinese, Trevor Griffhits: cosa lo rende ancora attuale dopo 45 anni?
A quanto pare, testo alla mano, la comicità di bassa lega, quella che usa ancora i vecchi sketch donna=fica, battute su razze, etnie, malattie, su mogli obese, è sempre la stessa da mezzo secolo, e questo diciamo è un segnale che ci dice che forse la nostra civiltà non si è evoluta più di tanto.

Ma veniamo alla questione del politicamente corretto, di cui si parla tanto in questi ultimi tempi. Cosa è giusto dire e cosa no, per un comico, per evitare che quelle che dovrebbero essere battute diventino invece insulti verso determinate categorie di persone? Tutti possono dire tutto in nome della libertà di espressione? Cosa fa veramente ridere?

Forse la comicità fa ridere quando non si conosce il finale tragico. Cioè “la vecchia che cade” fa ridere sempre, si, certo, ma se la vecchia cadendo non muore. Questa è la conditio sine qua non per far ridere. Che il finale delle battute non sia la tragedia di qualcun altro. La scivolata sulla buccia di banana, accidentale, imprevedibile, fa sempre ridere. La comicità deve essere casuale, sorpendente, geniale, irriverente. Fare battute su chi sta male, chi subisce violenze abituali, gratuite, non è comico, ma crudele, disturbante, quasi sadico.
Così Ale e Franz affermano di essere allineati sulle loro scelte comiche “il nostro criterio, che ci viene naturale, è quello della sensibilità. Ci sono degli argomenti su cui non ci viene proprio di scherzare, per esempio sulle malattie”. O come afferma Balasso “quando si entra in campo con la comicità bisogna capire perché si è lì. Perché si scelgono di dire delle cose invece di altre. C’è bisogno di una morale”

Una scelta che risulta molto coraggiosa quella di girare questo film da parte di Gabriele Salvatores, un film malinconico fatto di persone che devono fare i conti con la vita. Come tutti noi. E forse sarebbe il caso di essere più consapevoli di chi si è, di quello che si fa, delle motivazioni che ci spingono a compiere determinate azioni e a dire certe cose. “In questa epoca fatta di haters – conclude il regista - abbiamo bisogno di qualcuno che si prenda delle responsabilità. Mi piacerebbe che la classe politica fosse così”.

09/06/2021, 10:24

Beatrice Tomassetti