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Note di regia di La Verità su "La Dolce Vita"


Note di regia di La Verità su
Un anno di ricerche di materiali di repertorio, approfondimenti su documenti di archivio e l’organizzazione e ricostruzione di un’ampia e copiosa corrispondenza originale e inedita intrattenuta tra il 1958 e il 1960 tra Angelo Rizzoli, Federico Fellini e Giuseppe Amato, costituiscono la base di partenza del film.
Il titolo ‘La verità su La dolce vita’, lungi dall’essere un atto di presunzione degli autori, deriva letteralmente da un soggetto depositato nel 1961 da Giuseppe Amato, produttore del capolavoro di Fellini, nel quale evidentemente riteneva di dover raccontare in un nuovo progetto, le vicende che avevano portato alla realizzazione de “La dolce vita”, al suo grande successo e poi al drammatico epilogo dei rapporti trentennali con il suo socio storico Angelo Rizzoli.
Questa ulteriore pellicola non fu mai realizzata probabilmente anche a causa della prematura scomparsa del produttore napoletano che aveva già realizzato grandi film della cinematografia italiana quali “Quattro passi tra le nuvole” di Alessandro Blasetti, “Umberto D.” di Vittorio De Sica, “Francesco giullare di Dio” di Roberto Rossellini, “Un maledetto imbroglio” di Pietro Germi o i successi internazionali di “Domani è troppo tardi” di Leonide Moguy ,“Don Camillo” di Julien Duvivier per citarne soltanto alcuni.
Partendo dall’originale che Fellini consegnò a Peppino Amato nell’estate del 1958, sceneggiatura che nessun altro produttore aveva voluto realizzare, “La Verità su La dolce vita” intende ridare, nella formula ideale del docufilm, una visione storica, per molti versi inedita, dell’ avventura produttiva di un film che a sei decenni dalla sua distribuzione, fa ancora parlare di sé e continua ad essere in tutto il mondo un simbolo, nel bene e nel male, dell’italianità.
La sceneggiatura del docufilm è tratta parola per parola dai documenti ritrovati ed è perciò il risultato del racconto fatto con la viva voce dei protagonisti, nel caso di Fellini e Rizzoli attraverso doppiatori professionisti, nel caso di Giuseppe Amato anche attraverso la ricostruzione di alcune scene emozionanti, tratte comunque dalla documentazione o dalle testimonianze, interpretate da Luigi Petrucci, capace attore napoletano molto somigliante al personaggio originale.
Il film trova la sua completezza anche attraverso testimonianze rese da Vittorio De Sica, Bernardo Bertolucci, Dino De Laurentiis, Marcello Mastroianni, Giovanna Ralli, Valeria Ciangottini, Sandra Milo e dallo stesso Federico Fellini, in interviste nuove o registrate nel passato che sono state acquisite da Rai Teche, dall’Archivio dell’Istituto Luce o fonti private. Fondamentale, per la completezza narrativa, è stato anche il commento di Mario Sesti, grande esperto dell’opera felliniana, e per la spettacolarità delle sequenze, l’acquisizione da Mediaset di circa quindici minuti di scene restaurate tratte dal film “La dolce vita”. Le composizioni del maestro Marco Marrone hanno funzionato da compendio e hanno dato completezza al bel commento musicale.
Il docufilm intende offrire un ulteriore contributo alla rappresentazione non sempre completa ed obbiettiva sulla realizzazione de “La Dolce Vita” includendo anche il punto di vista del produttore, figura professionale troppo spesso colpevolmente dimenticata anche dai più esperti storiografi di cinema.

Giuseppe Pedersoli