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NIKA, VITE DA STRADA - La boxe per riscattarsi


Il film di Mirko Alivernini interamente girato con il cellulare. la boxe di strada e la disciplina del pugilato. Con Noemi Esposito, Stefania Della Rocca, Luigi Converso


NIKA, VITE DA STRADA - La boxe per riscattarsi
"Nika, Vite da Strada" di Mirko Alivernini
Nika è molto arrabbiata. A causa del padre ubriacone (Giulio Dicorato) che si si è indebitato fino al collo con il gioco d’azzardo, la ragazza partecipa ai combattimenti da strada clandestini, organizzati nella periferia romana. Nel tentativo di ripagare i suoi debiti con l’obiettivo di uscire dalle grinfie del cattivone di turno, l’unto e claudicante strozzino (Andrea Sasso) che tormenta sua madre e mira ad ottenere la loro casa, la giovane ragazza abile e forte nel combattimento da strada esattamente come un uomo, non si tira indietro di fronte a zigomi rotti, nasi sanguinanti e labbra spaccate.

La favola di Nika si sviluppa attorno a queste ingiustizie, odia il mondo intero ma pur di diventare sempre più forte, si allena alla Rocky sulla scalinata di San Pietro e Paolo, corre nei campi abbandonati sotto gli antichi acquedotti romani, si prepara senza sosta per affrontare i terribili combattimenti che il suo procuratore le organizza. Un vecchio pugile con ideali di giustizia e correttezza, la invita ad allenarsi nella sua palestra dopo averla vista combattere sulla strada, e la inserisce nel mondo della boxe lontano mille miglia dal suo selvaggio modo di combattere.

Per girare il film è stato usato uno smartphone, una tecnologia non proprio innovativa nel mondo dell’audiovisivo, visto che dal 2009 si tenta di sfornare film decenti senza grossi risultati. Ultimamente con “Tangerine” di Sean Baker del 2014 e “Unsane” di Steven Soderbergh del 2018, si riscontrano miglioramenti legati anche all’evoluzione della tecnologia.

Nel 2020 ecco l’opera di Mirko Alivernini primo regista italiano a tentare l’impresa, utilizzando nelle sue opere una tecnologia a doppia intelligenza artificiale. Ottimo il lavoro di montaggio che sta dietro all’opera finita, molto reali tutti i movimenti dinamici di camera che seguono i combattimenti, rendendo possibile la sensazione di partecipare in prima persona.

Sarà la tecnologia cinematografica del futuro? Chissà. Sicuramente il futuro ci porterà a correggere tante piccole imperfezioni fastidiose, quali la eccessiva definizione delle immagini, la freddezza della luce e la resa troppo realistica dei particolari.
Ma intanto il futuro è già qui ed una serie televisiva totalmente girata con il cellulare andrà in onda sempre con lo stesso regista e lo stesso gruppo di attori. Se ne riparlerà a breve insomma.

Bravissima Noemi Esposito che riesce a trasmettere la sua rabbia, la sua indomita e violenta protesta contro un mondo crudele che mina la sua stabilità psicofisica, ma soprattutto un plauso alla sua capacità atletica e per aver imparato la boxe da zero, esclusivamente per girare questo film.

29/01/2020, 11:00

Silvia Amadio