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FOREIGN OFFICE - "Alla mia Piccola Sama"


Un film di Waad al-Kateab ed Edward Watts sulla realtà siriana. Un diario delle atroci verità che hanno sconvolto la Siria sin dal 2012. In sala dal 13 febbraio


FOREIGN OFFICE -
"Alla mia Piccola Sama" candidato agli Oscar 2020
Docu-film di denuncia sulla realtà siriana. Le immagini raccontano la vita di Waad, donna, madre e giornalista siriana che dal 2012 comincia a filmare le rivolte di Aleppo, quando ancora ventenne studentessa di marketing, prende parte alle rivolte studentesche.

La città tenta di resistere, non vuole cedere e combatte, la vita va avanti mentre lei filma, giorno dopo giorno, la protesta contro la dittatura di Hassad. Vediamo come subiranno ogni tipo di repressione da parte del regime che ha come unico obiettivo l’eliminazione totale della popolazione ribelle, dal bombardare ospedali ed ambulanze ai rastrellamenti e le torture di massa, dagli attacchi con gas ai cecchini sui tetti, usando ogni tipo di arma di devastazione.

Grazie ai suoi video, ed a Channel 4 con cui ha collaborato dal 2016, il mondo intero ha potuto conoscere gli orrori di quella repressione perpetrata sotto gli occhi indifferenti delle nazioni, rendendo possibile farsi un’idea delle bugie e delle verità distorte che venivano raccontate.

Waad studentessa bella e allegra che partecipa attivamente alle proteste pacifiche, fa parte di un gruppo di volontari medici ed infermieri legato a Hamza, giovane laureato in medicina che con grande dedizione si dedica a curare i feriti che gli vengono portati quotidianamente. Con immenso coraggio tira su un ospedale da campo dopo l’altro, cercando edifici abbandonati da adibire a pronto soccorso e con lo scorrere delle immagini ed il passare dei mesi, ci rendiamo conto di come la città viene sistematicamente distrutta dai bombardamenti da parte degli aerei russi.

La loro relazione si trasforma nel tempo, la condivisione degli stessi ideali, li unisce indissolubilmente e tra atrocità quotidiane ed il sangue che scorre a fiumi i due si sposano e mettono al mondo Sama. Nonostante la vita che cresce nel suo grembo, Waad rimane in prima fila, determinata ad informare tutta l’opinione pubblica di quel massacro, continuando a riprendere gli orrori che il gruppo affronta ogni giorno all’interno dell’ospedale. Oltre alle immagini trasmesse in tv , la ragazza riprende anche parte della sua vita, le sue giornate, il suo sguardo d’amore, la sua paura, la pancia che cresce, il parto e poi Sama che cresce abituata ai raid aerei, al crepitio delle bombe ed alla vita difficile dei ribelli.

La sua voce, ci racconta i pensieri più drammatici, soprattutto l’ansia che vive per aver scelto di mettere al mondo un essere umano in un contesto così terribile; pensieri tremendi, se fatti da una madre che ha appena partorito. Ottime scelte di regia, sia nel coraggio dimostrato durante le riprese, sia nell’ottimo montaggio delle immagini sapientemente scelte insieme ad Edward Watts e che ci fanno rivivere gli orrori di quell’assedio.

Waad sa come comunicare da inviata di guerra ma sa anche cogliere il lato poetico della vita, non solo racconta il suo amore per il marito e per la figlia, ma con un delicato sguardo ottimista mostra insieme a tanti orrori anche le cose belle della vita, un barlume di speranza, il sorriso dei bambini, le risate dell’amica, il suo giardino in fiore.

Nominato agli Oscar 2020 come miglior documentario, nel 2019 è vincitore di molti premi nelle varie rassegne alle quali ha partecipato: Cannes, BIFF, EFA.
Dedicato alla piccola Sama, prodotto da Channel 4 è distribuito da Wanted Cinema ed uscirà nelle sale il 13 febbraio con il patrocinio di Amnesty International Italia.

19/01/2020, 10:31

Silvia Amadio