L’allineamento galattico sta per verificarsi. Il destino dell’uomo è custodito nella Lens, oggetto alieno controllato dai Creatori. La contesa per il suo possesso scatena la guerra sia in cielo che in terra. Parte da qui l'avventura produttiva di "
Creators: The Past", primo capitolo di una trilogia fantasy tutta italiana che, per investimento e cast internazionale, è pronto a lanciare la sfida ai colossal americani. Dopo aver trionfato in oltre venticinque festival internazionali, il film sarà nelle italiane il prossimo marzo, e al Lucca Comics and Games 2019 abbiamo intervistato il regista
Piergiuseppe Zaia e la protagonista
Eleonora Fani, entrambi autori della sceneggiatura.
Il fantasy e la fantascienza restano i generi forse più amati al mondo, ma in Italia da anni sembra impossibile realizzarli. Da dove nasce questo ambizioso progetto?
EF:
Nasce da un'idea iniziale di Piergiuseppe che aveva scritto una prima sceneggiatura, che poi abbiamo rivisto insieme, seguendo la chiave fantasy sia per la trama, e quindi alieni, trasformazioni e multiuniversi, sia per la rappresentazione visiva, con moltissimi effetti speciali. E' un genere che da un lato coinvolge maggiormente i giovani, ma dall'altro ti permette di raccontare delle verità legate all'uomo con una chiave diversa.
E' il tuo film d'esordio, ma hai messo in piedi un cast d'eccezione...
PZ:
Ci siamo lanciati in un'avventura in cui abbiamo avuto la possibilità di lavorare con mostri sacri del cinema come William Shatner e Gerard Depardieu e con grandissimi talenti emergenti come Eleonora, che oltre al complesso ruolo da protagonista ha, come dicevamo, scritto la sceneggiatura con me, si è occupata della produzione e ha scritto il romanzo del film.
Quest'ultima è una tendenza che negli ultimi anni le grandi produzioni stanno sempre più sviluppando, partire dal film per ampliare l'esperienza in altre forme d'arte...
EF:
Vogliamo suonare su più campi, e il libro uscirà a marzo insieme al film. Sarà molto fedele, ma avrà tutta una serie di elementi che la narrativa ti permette di aggiungere, soprattutto quelli di natura simbolica. Oltre al libro, in contemporanea, uscirà anche l'album scritto da Piergiuseppe, che va oltre la semplice colonna sonora, arrivando a far rivivere le storie e le emozioni attraverso il suono.
Avete voluto "suonare su più campi", e infatti il mondo della musica è quello da cui provieni. Cosa ti ha portato dietro alla macchina da presa?
Si, vengo da quel mondo, e in questo caso mi sono divertito a comporre settantacinque temi originali per il film. Sarà il primo grande film italiano in Dolby Atmos, perchè credo molto nelle potenzialità del "3D musicale", che ti rilassa e ti cala al centro dell'azione, in mezzo ai meteoriti. Alla regia ci sono arrivato dopo aver maturato moltissime esperienze nel mondo del videoclip, una vera palestra che ti porta magari a realizzare un prodotto bellissimo con niente. In questo caso l'investimento è stato alto, e abbiamo girato tra i castelli della Valle d'Aosta, gli studios di Biella, il Lago Maggiore e Venezia, mentre le musiche e l'audio sono state realizzate a Vienna.
Per la scrittura in immagini e note musicali, quali sono stati i cult a cui vi siete ispirati?
EF:
In generale mi sono ispirata più alla mitologia che al cinema, ma poi è chiaro che a partire da "Spazio 1999" non si può non essere condizionati dall'immaginario cinematografico e seriale, da "Star Trek" a "Guerre Stellari". Abbiamo cercato di scrivere personaggi che stessero in bilico tra il bene e il male, così è complicato capire chi è davvero il cattivo della storia, così come davvero succede nella vita reale.
PZ:
La nostra vuole essere un'idea diversa di fare cinema, perchè il fantasy in genere è legato a una missione, all'eroe che deve vincere il male. Qui siamo più nella direzione realista. Per la musica sono andato dalla sinfonica all'heavy metal, spaziando dalle chitarre distorte ai cori gospel. Insomma, mi sono divertito a comporre lasciandomi trasportare dalla storia!
03/11/2019, 12:34
Antonio Capellupo