FOREIGN OFFICE - "The Kill Team"
Il regista fu colpito da una notizia di tre anni prima che trattava di alcuni soldati americani impiegati in Afganistan che stavano affrontando la corte marziale per crimini di guerra, ma soprattutto lo incuriosì la storia di Adam Winfield, il giovane soldato che aveva denunciato gli omicidi nei villaggi afgani a danno della popolazione indifesa, e che nonostante la sua figura di informatore venne comunque messo sotto accusa alla stessa stregua degli altri.
Decide dunque di impostare il film non sulla materialità e sulle atrocità dei massacri bensì focalizzare l’attenzione sui personaggi e sulle loro emozioni, sul fattore psicologico e sui sentimenti di (Adam) il protagonista il giovane soldato Andrew Briggman (Nat Wolff) che vive la continua indecisione sul da farsi, ma soprattutto una costante tensione morale.
Essere messo di fronte a scelte immorali, con il dramma di sentire una pesante mancanza di discernimento, la sensazione di essere costretto a scegliere tra il bene e il male, tra la voce della coscienza e la paura. Il regista si sofferma sul dramma della tensione interiore, la “dimensione shakespeariana” del dilemma nella sua anima, quella del povero soldato che si trova tra due fuochi: denunciare tutto ai suoi superiori rischiando ripercussioni, oppure far parte del branco e rimanere in silenzio. Ottimamente girato su lande desertiche e sassose, panorami desolati ed affascinanti, nell’impossibilità di impostare il set in Afganistan per ovvie ragioni, con la sapiente fotografia di Stephane Fontaine, il film ci trasporta in un mondo particolare, il mondo militare, quello cioè di chi è addestrato per combattere ed uccidere e nel contempo viene mandato a salvare e ad aiutare.
Il protagonista ansioso di far bene il bravo soldato, succube del suo capo, il contorto Sergente Deeks (Alexander Skarsgard bravissimo e pazzo al punto giusto) viene di continuo messo alla prova psicologicamente e materialmente, attratto da lui e dalla sua leadership e intimorito dalle vessazioni del resto del gruppo di commilitoni che invece obbediscono ciecamente agli ordini. Al tempo stesso, Briggman ha una velata consapevolezza che invece sta sbagliando, che si sta comportando male, che sta andando contro la sua morale. La voce della sua coscienza lo chiama innescando un meccanismo di ribellione alla violenza fine a sé stessa, farà la sua scelta finale con l’obiettivo di combattere le ingiustizie e di far rispettare i valori fondamentali della vita e del rispetto della dignità della persona.
Al cinema dal 17 ottobre, il film è prodotto da Marty Bowen, Wyck Godfry, Isaac Klausner e Adrian Guerra , distribuito da Eagle Pictures
16/10/2019, 14:27
Silvia Amadio