Il dialetto che risuona in una cucina mentre decine di tortelli di zucca vengono preparati, mani rese abili da decenni di esperienza, ricette passate di generazione in generazione. Scene familiari a chiunque, nella bassa padana. Il mondo amato da
Cesare Zavattini e ripercorso da “
Mondo Za” di
Gianfranco Pannone, che Rai Cultura propone domenica 13 ottobre 2019 alle 22.30 su Rai Storia, nel trentesimo anniversario della morte del grande scrittore e sceneggiatore.
Un viaggio nella Bassa padana, nei luoghi di Zavattini: Luzzara, Brescello, Guastalla, Villastrada, con le sue parole e i suoi ricordi che si alternano a lunghi spezzoni in cui i protagonisti sono gli abitanti delle rive del Po, in un documentario “neorealista” senza voci fuoricampo.
Una Bassa fatta di salumi e lambrusco, delle memorie di ieri e delle sfide di oggi. Ci sono violini lasciati in pegno da partigiani mai tornati dalla Resistenza, ritratti di Berlinguer, Gramsci e Lenin custoditi con amore in cantina accanto a cataste di vecchie sedie, ricordi di giovinezze che sembrano uscite da Guareschi: “Mio marito – dice una delle intervistate - da fidanzati ha voluto a tutti i costi mi iscrivessi ai comunisti.
E per amore l’ho fatto, perň a votare mica votavo per i rossi”. C’č Wainer, pescatore che sogna di prendere un pesce siluro da record, e Tilak, bracciante immigrato, aiutato dal piccolo figlio quando legge in italiano. Ci sono Leo Pavone e Prince, due artisti che in modi diversi omaggiano Zavattini. Pavone č un anziano pittore che si ispira alle opere dello sceneggiatore di Luzzara, Prince č un giovane rapper nato in Africa che nelle sue rime canta “Hello world, my name is Caesar”, dove Caesar č proprio Cesare Zavattini. Sullo sfondo, vera protagonista del documentario, la provincia emiliana che come dice uno dei suoi abitanti: “Rimane una terra magica dove ci sono le radici. E poi c’č il Po, il Po ti racconta le storie, ti metti in riva al Po e rivedi la tua vita, rivedi la Bassa”.
12/10/2019, 17:00
Sara Valentino