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ISREAL 4 - In programma 36 film dal 7 al 12 maggio


ISREAL 4 - In programma 36 film dal 7 al 12 maggio
La quarta edizione di IsReal - Festival del cinema del reale avrà luogo a Nuoro dal 7 al 12 maggio presso l’Auditorium Giovanni Lilliu - Museo del Costume. Il festival è organizzato dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna con la partecipazione di Fondazione di Sardegna e Fondazione Sardegna Film Commission.

Con 36 film in calendario, il programma della rassegna diretta da Alessandro Stellino sarà ancora più nutrito rispetto agli altri anni, confermando una crescita del festival, in grado di connettersi con reti nazionali e internazionali. Oltre all’annunciata retrospettiva dedicata a Roberto Minervini, organizzata in collaborazione con il Festival dei popoli di Firenze e in occasione dell’uscita in sala (il 9 maggio) del nuovo film del regista marchigiano, "Che fare quando il mondo è in fiamme?", il capoluogo barbaricino ospiterà due ulteriori focus dedicati a grandi autori del cinema del reale: l’affermata regista francese Claire Simon e l’emergente filmmaker colombiano Camilo Restrepo.

Il pubblico di IsReal potrà incontrare Claire Simon, nella cui vasta filmografia si sceglie di mostrare quattro documentari dedicati al racconto della gioventù, per sondare come i retaggi culturali informino le esistenze dei singoli. Ne sono un esempio Le concours (premiato a Venezia nel 2016), sul processo di selezione dei giovani studenti alla più importante scuola di cinema francese, la Fémis, ma anche l’indimenticabile Récreations (1992), recentemente restaurato, in cui i giochi dei bambini in un asilo infantile diventano lo specchio angosciante e buffo dei nostri parametri sociali.

Sarà invece inedito in Italia l’omaggio a Camilo Restrepo. Il cineasta colombiano, nato a Medellín ma residente a Parigi, presenterà tutti i suoi cortometraggi in una due giorni imperdibile. Già vincitore per due anni di seguito del Pardino d’Argento al Festival di Locarno, il visionario regista sperimenta narrazioni ibride servendosi della pellicola per raccontare il Paese d’origine, segnato da conflitti e ferite non ancora rimarginate.

Il concorso internazionale propone un programma di 9 film (di cui otto in anteprima nazionale) diretti da dodici registi (in numero equamente diviso tra donne e uomini) di diversa provenienza. La giuria sarà composta dal turco Gürcan Keltek (regista vincitore della seconda edizione di IsReal, di cui si presenterà fuori concorso il suo ultimo film Guliabani), dall’americano Haden Guest, direttore dello Havard Film Archive, e dall’antropologa italiana Rossella Ragazzi.

Film d’apertura, in prima nazionale, sarà Honeyland di Ljubomir Stefanov e Tamara Kotevska, vincitore di tre premi all’ultima edizione del Sundance Film Festival. Il film macedone dipinge un ritratto epico di una donna, eroina dai tratti antichi ma dal sapore contemporaneo, apicoltrice in un contesto rurale in armonia con la natura. Sulla stessa linea, anche Zagros, film co-diretto dai registi iraniano-canadesi Shahab Mihandoust e Ariane Lorrain (in anteprima europea). Questi presentano un ritratto intimo, poetico e meditativo su una comunità remota, quella dei Bakthiari nell’Iran occidentale, che confronta le tradizioni tribali della tessitura dei tappeti alle complessità del contemporaneo.

È invece il conflitto armato a premere sui limiti delle inquadrature di Kabul, City in the Wind di Aboozar Amini (nato in Afghanistan, ma rifugiatosi nei Paesi Bassi in giovane età). Le esistenze dei due fratellini Afshin e Benjamin, alle prese con le prime responsabilità dell’età adulta, e Abas, autista e meccanico che affronta col suo sorriso le avversità della vita quotidiana, dipingono un affresco di una quotidianità straniata, dove la capitale afghana è la vera protagonista di un film dove il conflitto non appare che in un inquietante fuori campo.

Il concorso internazionale dà spazio anche a sconfinamenti che hanno a che vedere non solamente con le frontiere geografiche ma anche con il tempo e con la Storia. È l’esempio di In Mansourah, You Separated Us, primo lungometraggio documentario della giornalista e filmmaker franco-algerina Dorothée-Myriam Kellou: nel suo film intraprende con suo padre Malek un viaggio nello spazio e nel tempo, un intenso ed emotivo confronto generazionale alla ricerca del villaggio che fu costretto ad abbandonare nel corso della guerra d’Algeria.

Che fare quando non si può più rompere il muro del silenzio, e il passato sembra solamente essere abitato dai fantasmi? Ne "La strada per le montagne" l’artista e filmmaker Micol Roubini (anteprima italiana dopo la premiere al Cinéma du Réel lo scorso marzo) esordisce con un’investigazione documentaria alla ricerca del passato familiare: la casa dove abitò suo nonno, ebreo ucraino, e da cui scappò in seguito a un pogrom dove perse la vita il resto della famiglia. L’edificio si trova oggi in un’area ad accesso riservato, sotto lo stretto controllo dei militari, ma grazie alla complicità di alcuni abitanti del piccolo villaggio tra le montagne la regista cercherà di riannodare i fili della memoria

Non attratto da un legame di sangue ma folgorato dall’ispirazione del protagonista del suo film precedente Oleg, Andrés Duque si spinge invece in Carelia, Internacional con monumento nella frontiera russo-finlandese a nord di San Pietroburgo. Il regista ispano-venezuelano dirige un’opera sapiente che tesse svariati fili narrativi per comporre un mosaico sfaccettato della Carelia odierna, nel cui complesso presente riecheggia ancora una storia di violenza, passando dalle orde di Ivan il Terribile, ai genocidi dell’epoca staliniana fino alle persecuzioni odierne ai danni di chi prova a fare chiarezza sulle atrocità del passato.

Ritualità, tradizione e misticismo riavvicinano l’approccio etnografico tradizionale a nuovi elementi di visionarietà nei cortometraggi Tourneur, di Yalda Afsah, studio astratto sulla tradizione arcaica della lotta dei tori nel sud della Francia e saggio sui limiti del visibile e dell’invisibile, e Sangre di Adrien Pescayré, sinfonia visiva immersa nel buio delle grotte dove gli ultimi sciamani rivolgono al vulcano Popocateptl (Messico) le invocazioni agli spiriti della rivolta.

Ultimo ma non in ordine di importanza il sorprendente De los nombres de las cabras di Silvia Navarro e Miguel G. Morales: un’indagine profonda, che mescola diversi registri, sulla sopravvivenza degli ultimi Guanci, gli abitanti aborigeni delle isole Canarie. Partendo dalle testimonianze degli archeologi durante l’occupazione, gli archivi in pellicola e soprattutto le registrazioni sonore dei pastori raccolte da un gruppo di antropologi negli anni ’80, i due registi riattraversano queste spedizioni con l’obiettivo di svelare la costruzione dello sguardo del colonizzatore in una delle tante terre vergini a cui l’Europa ha imposto il proprio modello di società.

Grazie al supporto della Sardegna Film Commission, prende il via anche il progetto Film Commitment, che vede partecipare al festival una cinquantina di giovani professionisti per un laboratorio di idee e progetti cinematografici: dieci giovani registi (cinque dalle scuole di cinema e cinque con un progetto in sviluppo), dieci produttori, dieci critici e/o studiosi di cinema a formare la Giuria Giovani e una ventina di studenti di antropologia arriveranno a Nuoro per seguire un programma ricco di incontri e masterclass, a cominciare da quella con Roberto Minervini (ma ci saranno anche Goffredo Fofi, la scrittrice Maria Pace Ottieri, il produttore Paolo Benzi e altri ancora).

Un occhio di riguardo sarà riservato anche alla Sardegna. L’isola sarà protagonista non solamente come scenario del festival, ma anche all’interno della programmazione: il musicista Iosonouncane tornerà a Nuoro due anni dopo la spettacolare anteprima del duo con Paolo Angeli per un incontro pubblico su sonorizzazione e musica per immagini, che avrà luogo venerdì 10 luglio.

La domenica invece sarà dedicata alla produzione regionale. La mattina spazio dedicato ai quattro cortometraggi realizzati dagli studenti all’interno del progetto di formazione Territori viventi, promosso da Mommotty, ISRE e Fondazione Sardegna Film Commission. Nel pomeriggio sarà presentato, in anteprima assoluta, il nuovo film di Monica Dovarch: in "Climbing the Elixir" la cineasta e antropologa sarda residente a Berlino riunisce in un’opera visivamente d’impatto le asperità del paesaggio del golfo di Orosei con il racconto dei centenari ogliastrini. In chiusura, infine, dopo la cerimonia di premiazione, sarà il turno, anch’esso in anteprima assoluta, di "Piove deserto", lungometraggio di Daniele Maggioni e Maria Grazia Perria, sul futuro incerto destinato ai giovani sardi, incerti sul restare o partire da un’isola carica di contraddizioni. La proiezione del film, nel cui cast figurano Gian Marco Tognazzi e l’attrice nuorese Teresa Campus avrà luogo al TEN, sancendo ancora una volta la collaborazione tra IsReal e Sardegna Teatro.

“Abbiamo lavorato assiduamente a questa quarta edizione, visionando svariate centinaia di film” - dichiara il direttore artistico di IsReal Alessandro Stellino - “e posso affermare con certezza che il programma composto insieme al comitato di selezione è di altissimo livello, a cominciare dal magnifico film d’apertura, Honeyland, trionfatore all’ultimo Sundance di Robert Redford. Al riparo da qualunque mania di grandezza, coltivo l’idea di una manifestazione al servizio del cinema e della città che la ospita: prima vengono i film e il pubblico, il fare comunità intorno alla cultura; poi i riscontri dati dall’interesse crescente nei confronti di un evento le cui sole ambizioni sono – ancora e sempre – quelle di proporre il meglio del cinema documentario contemporaneo e di istituirsi come punto di riferimento per le nuove generazioni di cineasti volti a uno scambio critico e vivo con il mondo che li circonda. Ne sarà testimonianza il laboratorio Film Commitment progettato insieme alla Sardegna Film Commission e volto a far incontrare giovani registi e produttori provenienti da tutt’Italia allo scopo di pensare insieme il cinema del futuro. E ancora una volta ci tengo a ribadire l’importanza della presenza di un cineasta di statura assoluta quale Roberto Minervini: i suoi film mostrano gli Stati Uniti di Donald Trump come nessuno ce li ha mai fatti vedere”.

Con la quarta edizione di IsReal, e la terza della mia presidenza, è lecito tirare le somme di un evento che, in pochissimo tempo, ha saputo ritagliarsi uno spazio di primo piano nel panorama internazionale dei festival a tematica documentaria. Ne sono concreta testimonianza l’attenzione riservata all’evento dalla stampa e da un pubblico sempre in crescita, e la caratura degli ospiti che, di volta in volta, si alternano sul palcoscenico della manifestazione.” dichiara il presidente dell’ISRE Giuseppe Matteo Pirisi. “Durante i sei giorni del Festival, Nuoro e la Sardegna tutta si faranno centro gravitazionale per immaginari, storie e voci diverse, crocevia di sguardi sul Mediterraneo (e non solo) che da questa posizione privilegiata si irradiano altrove. Per raccontare, attraverso il cinema, il mondo complesso e sfaccettato in cui viviamo”.

Siamo focalizzati alla ricerca di nuovi talenti”, conclude Nevina Satta, Direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission, “combinando la narrazione del reale alla scelta poetica. Ospitare un Festival di questa caratura a Nuoro conferma le grandi possibilità del territorio e ci invita a continuare un dialogo con i giovani, all'insegna dell'ambizione e della responsabilità”.

Questi i film in programma:

CONCORSO INTERNAZIONALE

Honeyland di Ljubomir Stefanov e Tamara Kotevska (Macedonia del Nord, 2019, 85 min) – FILM D’APERTURA - Première nazionale

À Mansourah, tu nous as séparés di Dorothée-Myriam Kellou (Francia / Algeria / Danimarca, 2019, 62 min) - Première italiana

Carelia, Internacional con monumento di Andrés Duque (Spagna, 2019, 90 min) - Première nazionale

De los nombres de las cabras di Silvia Navarro e Miguel G. Morales (Spagna, 2019, 63 min) - Première nazionale

Kabul, City in the Wind di Aboozar Amini (Afghanistan / Giappone / Paesi Bassi, 2018, 88 min)

La strada per le montagne di Micol Roubini (Italia / Francia, 2019, 84 min) - Première nazionale

Sangre di Adrien Pescayré (Francia / Finlandia, 2019, 13 min) - Première internazionale

Tourneur di Yalda Afsah (Germania, 2018, 14 min) - Première nazionale

Zagros di Shahab Mihandoust e Ariane Lorrain (Canada, 2018, 58 min) - Première internazionale


RETROSPETTIVA ROBERTO MINERVINI

Che fare quando il mondo è in fiamme? (Italia / USA / Francia, 2018, 123 min)

Louisiana - The Other Side (Francia / Italia, 2015, 92 min)

Low Tide (Stati Uniti / Italia / Belgio, 2012, 92 min)

Stop the Pounding Heart (Italia / Belgio / USA), 100 min)

The Passage (USA / Belgio / Italia, 2011, 89 min)


OMAGGIO CLAIRE SIMON

800 km de différence - Romance (Francia, 2001, 78 min)

Le concours (Francia, 2016, 119 min)

Premières solitudes (Francia, 2018, 100 min)

Récréations (Francia, 1992, 57 min)


OMAGGIO CAMILO RESTREPO

Cilaos (Francia, 2016, 12 min)

Como crece la sombra cuando el sol declina (Colombia / Francia, 2014, 11 min)

La bouche (Francia, 2017, 19 min) - Première italiana

La impresión de una guerra (Colombia / Francia, 2015, 26 min) - Première italiana

Tropic Pocket (Colombia, 2011, 9 min) - Première italiana


FUORI CONCORSO

Climbing the Elixir di Monica Dovarch (Italia, 2019, 79 min)

Sa femina acabadora di Fabrizio Galatea (Italia, 2019, 53 min)

Piove deserto di Daniele Maggioni e Maria Grazia Perria (Italia, 2019, 84’) – FILM DI CHIUSURA

29/04/2019, 13:41