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ZULU REMA - Un ragazzo che ha realizzato il suo sogno


Il documentario di Gaia Vianello lancia un messaggio ben preciso: "fai dei tuoi punti deboli i tuoi punti di forza".


ZULU REMA - Un ragazzo che ha realizzato il suo sogno
Zulu Rema, che ha imparato a volare
Emeer Guesmi, conosciuto anche col soprannome di Zulu Rema, è un ragazzo tunisino a cui, a causa di una malattia, è stata amputata la parte inferiore di entrambe le gambe. "Zulu Rema, che ha imparato a volare" della regista Gaia Vianello racconta di come la danza abbia dato a Zulu l’opportunità di esprimere chi è e ciò di cui è capace, portandolo a credere in se stesso senza che la sua condizione fisica rappresenti un qualunque tipo di limite alla realizzazione dei suoi sogni.

Questo documentario dalla durata di appena 14 minuti non vuole essere una rappresentazione esaustiva della vita del giovane e delle difficoltà che ha affrontato, ma vuole, attraverso l’esempio di Emeer, lanciare un messaggio ben preciso ai suoi spettatori: fai dei tuoi punti deboli i tuoi punti di forza. Per poter riuscire in questo obiettivo è spesso fondamentale il supporto dei familiari e delle persone più care. Per Zulu una figura di grande importanza è sicuramente quella del padre. Quest’ultimo è l’unico dei personaggi in scena che si rivolge direttamente alla camera, in un dialogo diretto col pubblico non solo con le parole (come pure fa la voce fuori campo di Zulu) ma anche col corpo. Il padre si racconta e, raccontandosi, rivela le difficoltà che la famiglia ha vissuto per via della particolare situazione di Emeer e gli insegnamenti che lui ha cercato di trasmettere al figlio per farlo diventare l’uomo che è adesso.

"Zulu Rema, che ha imparato a volare" è un cortometraggio che, servendosi di un’affascinante storia di tenacia, comunica con immediata semplicità le virtù universalmente necessarie affinché le avversità della vita non ci sopraffacciano. La scena finale riassume ed esprime tacitamente il significato che la pellicola porta con sé. Infatti, a conclusione del film, viene inserita una coreografia in cui Emeer mima il movimento delle ali di un uccello, come a voler dire che a prescindere dagli ostacoli che incontreremo lungo il percorso, spiccare il volo e raggiungere i nostri sogni è possibile.

07/04/2019, 09:21

Gabriele Nunziati