Fondazione Fare Cinema
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Note di regia di "Sogni, Sesso e Curi Infranti"


Note di regia di
In un salotto anni ‘50 l’attrice Anna Foglietta legge le risposte che la Contessa Clara, Donna Letizia e Brunella Gasperini davano alle lettrici delle riviste femminili. La telecamera si muove con morbidezza attraverso le poltrone, un divano, una vecchia televisione, una vecchia radio. La stessa morbidezza con cui quelle maestre di bon ton rispondevano alle lettrici cercando di rassicurarle, illudendole di poter vivere in un mondo da favola in cui è fondamentale sapersi depilare le ascelle, preparare la tavola, rendere felici i mariti e vestirsi come le grandi stars del Cinema. Risposte che, soprattutto, invitavano alla pazienza le loro interlocutrici spegnendo ogni velleità di ribellione.

Lo spettatore scoprirà ben presto che il salotto nel quale Anna agisce è ricostruito in un teatro di posa, vedrà il dietro le quinte, i binari del carrello necessari al movimento della telecamera, le luci e tutto quello che serve alle riprese.

Insomma scopre la finzione di una Casa di Bambola. Così come era finto quel mondo che le Contesse Clara e le Donne Letizia suggerivano alle loro lettrici.

Ma lontano da quel salotto c’è la realtà, ci sono le lettere che raccontano i disagi di tante donne che si confidano su temi come il sesso, l’amore, la famiglia, i rapporti con gli uomini, i sogni di chi vorrebbe sfuggire al proprio destino casalingo.

E a quelle lettere corrispondono le immagini di repertorio che ho scelto e raccontano, questa volta senza trucchi, il quotidiano delle donne negli anni ’50 ed i ’60, che vivevano la propria vita rassegnandosi ad essere una brava mogli ed ottime madri, piene di paure e sensi di colpa riguardo al sesso, con l’ingombrante presenza della Chiesa preconciliare. Donne che volevano raggiungere i propri sogni effimeri ed il proprio riscatto cercando di diventare Miss Italia oppure di emanciparsi trasformandosi in hostess, insegnanti ma anche in tassiste, barbiere, capostazione.

È nel contrasto tra la realtà delle immagini di repertorio e la finzione delle immagini girate nel Teatro di posa che vive il documentario. E a questi due piani si sovrappongono le voci di Cesare Zavattini, Pier Paolo Pasolini, Natalia Aspesi, Gianfranco Venè, Gabriella Parca, Edmondo Berselli i cui testi contestualizzano quelle lettere e le relative risposte, riuscendo a sintetizzare quel periodo storico e i sentimenti di quelle donne. Un mondo che, con gli anni ’60, sarebbe prepotentemente cambiato.

Gianfranco Giagni