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PUPI AVATI - Da "Il Signor Diavolo" a Dante


Il maestro ha ripercorso la sua carriera ed ha svelato dei progetti per il suo futuro.


PUPI AVATI - Da
Pupi Avati a Manifatture Digitali Cinema Prato
"Ho festeggiato i miei ottant'anni pensando ai progetti che devo ancora fare e a quelli che devo per forza realizzare prima di andarmene". Con questa dichiarazioni Pupi Avati ha chiuso il suo dialogo con la stampa ed il pubblico pratese a margine della Masterclass che si tiene a Manifatture Digitali Cinema Prato, sabato 23 e domenica 24 febbraio 2019, organizzata dall’associazione Play Arte in Movimento.

Avati ha ripercorso, insieme al giornalista e critico Federico Berti, la sua cinquantennale carriera da regista a partire da "Balsamus, l'Uomo di Satana", il suo esordio alla regia del 1968: "Quando ho iniziato a fare cinema era il periodo dei Blasetti, De Sica, Fellini e tanti altri grandi registi. Oggi non è più come prima, perchè la qualità dell'opera è solo dettata da numeri al botteghino e non dal reale valore del film. Per la mia opera di esordio ho la fortuna di incontrare un mecenate bolognese, che mi finanziò con 16o milioni di lire. La prima cosa che ho pensato prima di girare era di prepararmi un discorso gli Oscar!" - ha proseguito il regista - "Oggi non si sogna, non si immagina, non si crea, cose che sono alla base di questa professione. Viviamo, purtroppo in un paese con una alto deficit di creatività, dove funzianano solo i film e le serie sulla criminalità organizzata..."

Tre gli aneddoti raccontati dal regista emiliano, uno su Giovanni Veronesi, che "reclutò" nel 1982 nel cast di "Una Gita Scolastica" grazie ad una zia "insistente" ed amica della suocera; un'altro sulla scelta un po' per caso di Katia Ricciarelli per il ruolo di Lilliana Vespero in "La Seconda Notte di Nozze", dovuta a qualche bicchiere di troppo in un'assolata giornata romana; ed infine lo spassionato consiglio a Margherita Buy di non fare mai l'attrice.

Il Maestro ha, poi, parlato dei suoi progetti presenti e futuri: "Dal 2001 sto cercando di raccontare la vita di Dante tramite il suo primo biografo, il Boccaccio. Credo sia doveroso non far passare il 2021 (n.d.r. il Poeta è del 1321) senza poter raccontare la vita di questo straordinario personaggio, l'italiano più conosciuto nel mondo. Su un progetto di questo genere dovrebbe essere la gente a rincorrermi, non io a rincorrerli per raccontarla. Putroppo non ho ancora trovato nessun riscontro."

Infine, ha raccontato alcune anticipazioni sul suo film in uscita nella tarda primavera 2019 con 01 Distribution, "Il Signor Diavolo", tratto dal suo omonimo romanzo: "E' un'opera gotica ambientata negli stessi luoghi di "La Casa delle Finestre che Ridono" con alcuni attori di quel film, che qui interpretano dei ruoli secondari". "Il film va oltre il mio romanzo, con un finale diverso e tutto da scoprire, incentrato sulle superstizioni, scaramanzie e sulla religiosità arcaica della cultura contadina" - ha chiosato Avati.

23/02/2019, 16:17

Simone Pinchiorri