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TRA IL CANE E IL LUPO - Il Collettivo Cinema Militante


Giulia Cecilia Sodi ricostruisce l’esperienza del gruppo di cineasti e militanti attivi nel ’68 a Milano.


TRA IL CANE E IL LUPO - Il Collettivo Cinema Militante
Una scena di "Tra il Cane e il Lupo"
Il film "Tra il cane e il lupo", diretto dalla regista Giulia Cecilia Sodi, deve il suo nome alla traduzione letterale di un modo di dire francese. Con questa espressione i francesi si riferiscono al mutamento radicale di una situazione che vede i suoi connotati iniziali modificarsi in una loro forma degenerata. La pellicola, infatti, affronta il tema delle rivolte operaie dalla fine degli anni ‘60 alla loro amara deviazione nella seconda metà degli anni ’70.

Per raccontare quegli anni la regista, che nel documentario ha anche il ruolo di intervistatrice e voce narrante, si serve di documenti audiovisivi inediti prodotti dal Collettivo Cinema Militante. L’unicità della pellicola sta proprio nell’uso di file video che per anni sono rimasti chiusi in vecchi depositi, senza mai aver l’opportunità di veder la luce. L’obiettivo che si pone il documentario è di far capire al pubblico le ragioni che portarono quel decennio a essere uno dei più turbolenti della storia della Repubblica Italiana, in maniera libera da giudizi morali e faziosi. Impresa non facile vista l’estrema politicizzazione di tali avvenimenti. A venir in supporto di questo proposito sono gli stessi documenti del CCM. Infatti, i componenti di questo collettivo avevano scelto la strada di un racconto in chiave neorealista espressione della cruda realtà e scevro da filtri che ne limitassero l’impatto. È inoltre interessante notare la presenza simbolica di tre membri di una stessa famiglia in scena: il padre della regista, Giulia Sodi e la piccola figlia di quest’ultima. Abbiamo così tre generazioni a confronto, ciascuna rappresentazione di un’epoca differente che perciò guarda a quegli anni con un diverso tipo di coinvolgimento, ma tutte e tre ugualmente influenzate dalle implicazioni sociali e politiche prodotte da quel decennio.

Quanto "Tra il cane e il lupo" sia super partes è discutibile. Sebbene, infatti, il proposito sia quello di raccontare imparzialmente i fatti, il punto di vista utilizzato è sempre quello della parte operaia e mai quello delle istituzioni o dell’imprenditoria. In ogni caso rappresenta sicuramente un importante risorsa per conoscere gli eventi dei quegli anni. Un resoconto nudo e crudo che ha anche il pregio di dar risalto ad accadimenti meni noti come le lotte operaie per la casa, l’apporto femminile nelle battaglie per le rivendicazioni sociali e molto altro ancora.

15/12/2018, 09:13

Gabriele Nunziati