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EXPANDED '68 - Una rassegna d’autore, a cura
di Federico Rossin, il 15 e 16 dicembre


EXPANDED '68 - Una rassegna d’autore, a cura di Federico Rossin, il 15 e 16 dicembre
Con il ’68 nasce un nuovo modo di fare cinema: la sperimentazione dei linguaggi e l’ibridazione delle tecniche diventano dati acquisiti e rispondono a una precisa necessitŕ espressiva. Per raccontare la novitŕ delle lotte, la settima arte deve adottare nuovi canoni di stile, rifarsi all’avanguardia, e integrare l’arte nella vita e nella politica: pratiche che ancora sopravvivono nelle produzioni contemporanee.

Da Jean-Luc Godard a Elio Petri, da Joao Silvério Trevisan a Philippe Garrel, passando per Madeline Anderson, Carlos Bustamante e il Collettivo Femminista di Cinema-Roma: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli promuove Expanded '68 - Il Cinema racconta la Rivoluzione, una rassegna cinematografica con proiezioni di film e documenti inediti e poco conosciuti a cura di Federico Rossin, sabato 15 e domenica 16 dicembre 2018 in viale Pasubio 5 A mILANO, che esplora il '68, punto di svolta nella storia mondiale in cui il cinema ha rappresentato un laboratorio di creazione di straordinario vigore e immutato valore.

C’č qualcosa che accomuna i molti ’68, un ethos, una spinta profonda, un orizzonte di senso, una convergence de luttes, come si diceva una volta? E se questa convergence esiste, come č stata documentata, raccontata, raffigurata, incarnata e trasmessa alle generazioni successive attraverso il cinema? Quali sono i codici narrativi e le forme filmiche con cui si č cercato mimeticamente di rispecchiare la novitŕ delle lotte e la pluralitŕ sfuggente e libertaria dei soggetti in gioco? Quali sono insomma le eccezioni al sistema di segni vigente – allora come oggi – e che perdurano come decisive lezioni di etica filmica, d’invenzione stilistica, d’immaginazione iconografica? Ecco l’esperienza del ’68 che Expanded ‘68 cerca di affrontare.

Alla rottura delle forme tradizionali di lotta ha corrisposto infatti anche una rottura della forme tradizionali di cinema. Ad una rivoluzione politica corrisponde sempre una rivoluzione delle forme artistiche. Non vogliamo sbarazzarci della mitologia del ’68 ma decostruirla e allargarla ad altri contesti e idee di cinema. Rompere con l’etnocentrismo e finire ogni postura nostalgica: sono gesti cinematografici e politici declinati al presente e non meramente critici. Sono la polifonia e l’irriducibilitŕ di questo cinema ibrido, espanso e liberante che ci importano. La sua ereditŕ selvaggia ed emancipatrice.

13/12/2018, 18:06